venerdì 29 maggio 2009

vicini di oggi, parte II - sulla solidarietà con il popolo

Ieri altro giro, altra corsa, altri scatoloni.
Nel bel mezzo del casino arriva il proprietario di casa. Grazie agli insegnamenti di mia madre ( "per ben apparire bisogna soffrire" - penso abbia cominciato a dirmelo nella culla ), ero ancora intenta a spacchettare indossando un tacco 12.
In sostanza ero sporca, puzzavo, i capelli me li ero "lavati" in ufficio con lo shampoo secco all' avena ( non ho ancora la corrente, la caldaia non va e la mattina vado a farmi la doccia a casa di mia mamma che non ha lo shampoo perchè lei va solo dal parrucchiere ... stendiamo un velo pietoso ), ma almeno stavo sui trampoli.
Il signor proprietario di casa è stato molto cortese. Credo sia passato per rassicurarmi sulle due frustrate ( ebbene sì, sono due, non una!!! ) che si sono lamentate. Ho scoperto che queste ultime lo hanno beccato nella piazza del paese e gli hanno detto: "Ma insomma, chi ci hai mandato? ( ?!? ) Ha fatto rumore fino a tardi, al mattino presto ha tirato su la tapparella di colpo e abbiamo fatto un salto nel letto ... e poi ... cammina con i tacchi in casa!!!"
Dunque, a parte che "Chi ci hai mandato?" ... ??? Ci sono rimasta di merda. Mi sono detta: "1) ci vuole un bel coraggio a dire una frase del genere 2) non hanno un po' di "pietà" per una ragazza sola con un bambino? Anzichè stare lì a spiare dietro le tapparelle e controllare quanti scatoloni porto, perchè non vengono a chiedermi se ho bisogno di qualcosa?"
Eh, certo, nella loro testa "donna sola con bambino" = "questa apre una casa d' appuntamenti e quando avrà un cliente lascerà il bambino urlante chiuso in bagno"
Sorvolerei poi sul discorso del rumore, visto che stamattina alle 5,20 mi sono svegliata IO perchè qualcuno stava trascinando i bidoni dell' umido e che alle 6 sono partiti 42 motorini dai box.
Ma sui tacchi non sorvolo, no. Eccheccavolo, io ci vivo con i tacchi. Sono andata a partorire con il tacco ( qui sono dovuta scendere a compromessi, il tacco 12 non avrebbe retto i miei 30 kg in più ), rincorro mio figlio al parco con il tacco, guido con il tacco, prendo il treno, la metro e il filobus con il tacco.
Vuoi che non possa camminare a casa mia con il tacco, soprattutto quando sotto ho solo i box e i 42 motorini che partono ogni mattina alle 6?
A me toccami tutto ma lascia stare mio figlio, le persone che amo e i miei tacchi 12.
Vorrei che alle zabette frustrate fosse chiaro il messaggio. Devo solo pensare come farlo pervenire. Lascio un biglietto con l' indirizzo del blog?
Oppure avevo pensato anche a questa scritta:
"Vi chiedo di essere essenzialmente umani, ma così umani da avvicinarvi al meglio di ciò che è umano, purificare il meglio dell'uomo attraverso il lavoro, lo studio, l'esercizio della solidarietà continua con il popolo e con tutti i popoli del mondo ..."[Ernesto Guevara de la Serna, El Che]
In fondo, non vedo perchè dovrei soffocare la nostra anima comunista ( mia e di Francy )
Almeno, se lascio il messaggio stasera, domani in piazza le due frustrate avranno degli argomenti: diranno che nel loro cortile è arrivata una poco di buono che non ha marito ma ha un bambino, che la sera e la mattina presto fa dei balletti porno sui tacchi 12, che ha una marea di scatoloni ( chissà cosa ci sarà mai dentro, sicuramente manette e fruste ) e ... pensate ... è anche comunista! Roba da non credere!!!
Uff ... non ci sono più le ragazze di una volta ...

giovedì 28 maggio 2009

vicini di ieri, vicini di oggi

I vicini di casa sono sempre un' incognita. Ti deve andare di culo, non c' è niente da fare.

Ho già capito che nella nuova casa ho delle vicine rompicoglioni. Cioè, se mi vedi che faccio avanti e indietro 425 volte con 315 sacchetti e me ne cade uno, non puoi fermarmi scocciata e dirmi "Ho sentito un rumore". Mavààààà??? Hai sentito un rumore??? Scusa, eh? Se vuoi domani quando torno dal lavoro anzichè continuare con il trasloco m' impicco direttamente sulla palma che c' è in mezzo al cortile ( è piccola, ma sono piccola anche io quindi sotto ci starei ... ), così sei felice, brutta frustrata.
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Se poi una sera - dico, una - arrivo alle 10 con un amico che tra poco sarà nominato santo ( non prima beato, no, santo subito, come Papa Giovanni Paolo II ) con tanto di letto smontato, mobile del "soggiorno", lavatrice e altro ancora, il tutto legato con le cinghie e caricato su un carrello che normalmente serve a trasportare moto e in 1/2ora riusciamo a scaricare tutto ( ehmmmm, riesce, perchè io nel frattempo ero in casa a fare il letto per mio figlio ) ... se vedi tutto questo, dico, no, non puoi chiamare subito l' amministratore, il proprietario di casa, l' agenzia immobiliare e il sindaco del paese per segnalare che ho fatto rumore.
Forse queste simpaticissime vicine di casa pensano che noi ci siamo divertiti, dopo una giornata di lavoro, con il cassettino della lavatrice che per strada continuava ad aprirsi e io già me lo immaginavo spiaccicato sul parabrezza del tipo che disgraziatamente si trovava dietro di noi.
Insomma, ho il destino segnato. 100 a 1 che ci litigo subito.
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E' anche vero che io ero abituata bene e ieri, ripassando dalla mia vecchia casa, ho trovato tutta la disponibilità che mi aspettavo dalle persone che avevo accanto fino a poco tempo fa. Persone che non si fanno problemi se devono scendere dopo 10 minuti a spostare la macchina perchè il famoso carrello porta moto è piazzato in mezzo al cortile, persone che si affacciano dal balconcino delle scale con le tette al vento solo per dirmi ciao ( ?!? ), persone che mi aiutano a sdrammatizzare quando mi vedono alle 9 di sera ancora sui miei tacchi 12 a fare il trasloco.
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Persone che non vogliono apparire su questo blog, ma io le metto lo stesso, perchè tanto non si vedono nemmeno. Ma una traccia loro qua ci deve essere. Per forza.
Sapete che siete SEMPRE nel mio cuore, vero?



lunedì 25 maggio 2009

cuore di ragazzina


Sono sempre più convinta che non sia giusto farsi sorprendere dalla cattiveria, ma solo dall' intelligenza; per questo, qui avevo promesso a me stessa di seguire questa logica e sedermi su un gradino più alto a tirarmela.
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Ma poi la delusione ha bussato ancora alla mia porta, con l' ennesima sberla, con l' ennesima doccia fredda. E, pur trattandosi di cattiveria, eccome se mi ha sorpresa.
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Un po' con le lacrime, un po' con le palle, ho affrontato anche questo.
Arrivando a sera con la voglia di rimettermi i panni di quando ero bambina e avevo il cuore a mille mentre aspettavo che chi aveva fatto la conta venisse a cercarmi ... mentre guardavo la palla che arrivava e dovevo prenderla per forza, per fare bella figura con il tipo con la bmx.
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Ho giocato a palla asino, a nascondino, a rotolare sulle balle di fieno. Ho cercato le rane nel fosso, mi sono fatta tirare le spighe tra i capelli.
Ma non mi sono sentita una bambina con l' ingenuità di chi non sa come va la vita, no. Mi sono sentita matura e un po' stanca. Ma con il cuore leggero di una ragazzina.
Sì, mi farebbe proprio piacere essere definita così, una ragazzina. Magari con gli occhi che brillano.
nella foto: riga di scarpe per delimitare il campo di gioco ...indovinate quali sono le mie scarpe da ragazzina ...

mercoledì 20 maggio 2009

perle di saggezza

Francesco è sul divano e sta andando per perle nel naso prima con un ditino, poi con l' altro. ( adoro i bambini che si mettono le dita nel naso, per questo non gli ho mai detto di smettere. Anche perchè non lo fa spesso, mannaggia. )

"ma dopo te le mangi tutte quelle belle perle?"
"eeehhh, tttti, dopo mee bangio tutte" ( "eh, sì, dopo me le mangio tutte" )
"ma che sapore hanno?"
"ti voeeeebbe un po' di dùccheo pecchè tono amae" ( "ci vorrebbe un po' di zucchero perchè sono amare" )
"ah, allora se vuoi ti dò una bustina, così le condisci"
"noooooo! mamma, pee e pelle non ti buole o duccheo nommae, ti buole quello petae. comunque, quando eo gande, bangiavo e pelle e no eano amae pecchè nee tuo atte t'era o duccheo. eh! noo tapebiiii???" ( "nooo! mamma, per le perle non ci vuole lo zucchero normale, ci vuole quello speciale. comunque, quando ero grande, mangiavo le perle e non erano amare perchè nel tuo latte c' era lo zucchero. eh! non lo sapeviii???" )

Ora, premesso che ho dovuto aggiungere lo "zucchero speciale per perle del naso" alla lista della spesa e so già che la prossima volta che andremo insieme al supermercato dovrò raccattare su qualcosa che lo convinca di essere proprio quello, mi sa che devo fare un bel discorsino al Francy per fargli capire bene che domani non è ieri e che prima era piccolo, non grande.
Vuoi dire che l' unica cosa che ha preso da me - oltre ai piedi - è il non senso del tempo?

lunedì 18 maggio 2009

un grande passo. tra le risaie col naso all' insù.

"È molto meglio osare cose straordinarie, vincere gloriosi trionfi, anche se screziati dall'insuccesso, piuttosto che schierarsi tra quei poveri di spirito che non provano grandi gioie né grandi dolori, perché vivono nel grigio e indistinto crepuscolo che non conosce né vittorie né sconfitte." Franklin Delano Roosevelt

Niente, volevo solo auto-gasarmi perchè oggi ho fatto un grande passo. Son qui con le gambe che tremano, ma l' ho fatto. Ve ne parlerò.

Stasera sono passata dal mio posto preferito. E' una strada che sfocia in un tratto di campagna bellissimo, dove si vedono solo risaie, cascine e qualche albero. Le rane che gracidano e gli aerei che passano sopra, perchè l' aeroporto non è molto lontano.

Quando finiscono le case e si apre questo panorama, sento che potrei conquistare il mondo. Mi sono chiesta - un' altra volta - perchè se ho paura degli aerei continuo a salirci ( e non solo in senso metaforico ... ), ma non so rispondermi purtroppo.

Mi sa che chiedo all' I-CHING. Ormai batte il punto croce 100 a 1.

domenica 17 maggio 2009

storie di libri e di mondi

Ieri mi sono decisa, ho preso la macchina, caricato il passeggino, Francesco, una borsa con due cambi, le salviettine pulisci-ciuccio ( che se le avessero inventate prima magari mi avrebbero fatto un gran favore ), il portaciuccio con le scorte, un libro, un catalogo della Toys che va sempre bene perchè ci sono le foto delle moto, un pacchetto di biscotti plasmon, un plum cake, un asciugamano, un bottiglietta d' acqua e ......... no, non sono partita per una vacanza.
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Però sono andata per ben due ore alla fiera del libro di Torino. Con tanto di Laura e mamma di Laura, che è stata felice di fare la nonna per un giorno. Almeno così credo, visto che i due là dietro se la spassavano tra racconti di orsi e stelle polari, mucche e contadini.
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Nel tragitto in macchina pochi attimi rubati per me e Laura per raccontarci le cose che non riusciamo a dirci per mancanza di tempo nonostante le telefonate quotidiane.
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E poi la fiera. Sono entrata e ho sentito l' impulso di prenderli tutti, quei libri dai mille titoli, dai mille colori. E poi ne ho comprato uno solo, per la mia mamma. Sulla prima pagina una dolce dedica di Marilde, con la quale sarei potuta andare avanti a parlare all' infinito ( tanto per ritornare a quello che dicevo qui ).
Sono sicura che questo libro colpirà mia madre, una donna che non ha paura di dire che durante la sua assenza dal lavoro per una maternità attesa per 17 anni, è quasi caduta in depressione.
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Al ritorno a casa, dopo aver:
  • deciso di erigere un monumento alla Chicco per avermi salvato da una delle crisi ciuccio-sporco di Francesco con le salviettine pulisci-ciuccio di cui sopra;
  • creduto di aver convinto mio figlio che il plum cake avanzato dal pomeriggio non è un pasto completo, come dice il programma Zenzero;
  • sentito le sue urla per gli ultimi 10 kilometri perchè secondo lui Zenzero dice le bugie e il plum-cake può sostituire una cena;
  • preparato la cena - appunto -, servito il dessert, caricato la lavastoviglie, pulito la cucina;
  • disfato la borsa, preparato il pigiamino, le mutandine e la canottierina, lavato, vestito e pettinato il pupo ...

quest' ultimo mi chiede di guardare il mappamondo gonfiabile, prima di andare a letto e leggere tutta l' antologia completa della Mucca Cornelia e i suoi amici.

"Ecco, vedi Francesco, questa è l' India, un paese meraviglioso, la Thailandia, l' Alaska, New York ... "

"E qui c' è Pacccoaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaandia, dove ti tono i titicoiiiiiiii" ( "E qui c' è Parcolaaaaaaaaaaandia, dove ci sono i tricicoli". Detti anche tricicli. A volte" )

( ... )

venerdì 15 maggio 2009

pagine bianche di un diario da scrivere


E' buffo come il leggere storie di persone che non si ha mai incontrato porti a legarsi alla loro vita, alle loro emozioni.
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Credo sia questione di chimica, come nell' amore. Se io - ferro - e tu- carbonio - ci uniamo, diamo vita ad un' unione forte come l' acciaio.
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Ma l' unione non è necessariamente fisica. Si può creare un legame sorretto da pensieri scritti di notte, quando i bambini si sono addormentati, o al mattino prima della colazione, del treno, dell' ufficio. Un legame sorretto da passaggi fugaci, commenti sentiti, foto, storielle, storiacce, grandi avventure e lunghe poesie.
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Poesie buttate giù da dieci, cento, mille mani - dieci, cento, mille mamme. Che in comune hanno l' aver dato la vita e l' aver deciso di raccontarla, questa vita, nel bene e nel male. Nel BENE e nel male..
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Beba mi ha passato il testimone ed è a lei che dedico la mia rima. Perchè, in un giorno triste come questo, possa aiutarla a far riaffiorare solo ricordi felici da scrivere su un diario dalle pagine bianche, bianche come l' inizio, come l' oblio..
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Questa è la poesia, la mia è l' ultima rima..
Mille pensieri nella mia mente, ne afferro uno velocemente (miks)
Parla di infanzia, ricordi, canzoni, tornano in mente vecchie emozioni (beba)
Mamme che ballano, orsi da stringere, pagine bianche di un diario da scrivere ( paola )
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Passo l' arduo compito a Caia , che, se vorrà, lascerà tra queste righe un po' delle sue emozioni di quasi mamma.
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Spero che tutti abbiano una storia ancora da scrivere. Su un diario dalle pagine bianche. Non come l' oblìo, ma come l' inizio di qualcosa di bello.

foto: la prima pagina del diario di nascita di Francesco.

martedì 12 maggio 2009

gambe di mamme, premi, promesse

Le gambe delle mamme sono gambe speciali.

Durante la gravidanza sopportano insieme alla schiena il peso della pancia che cresce; subiscono l' attacco di smagliature, cellulite, creme e olii; camminano trascinando i piedi gonfi.

Dopo il parto, visto che, nonostante le vane speranze e le illusioni, la situazione non è molto diversa, le gambe delle mamme continuano a sopportare il peso della pancia che non cala; subire l' attacco di smagliature, cellulite, creme e olii e camminare trascinando non più piedi gonfi, ma bambini rotondi pieni di latte.

Le gambe delle mamme sono gambe maratonete. Percorrono kilometri ogni giorno; solo per cercare i ciucci in giro per la casa ne fanno almeno uno.

Le gambe delle mamme vanno sempre e arrivano lontano; corrono veloci come i pensieri nella testa.

Le gambe delle mamme sono morbide, perchè servono da cuscino ai figli quando bevono il biberon prima della nanna.

Le gambe delle mamme sono dure e solide come colonne di marmo, perchè i bambini ci si aggrappano quando hanno paura.

Le gambe delle mamme sono sempre lunghe, perchè viste dagli occhi di un bambino.

Le gambe delle mamme non si dimenticano mai. Perchè continuano a seguirti anche quando sei grande.
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Oggi Ester mi ha donato un premio camminando con le sue gambe di mamma su un meraviglioso tappeto verde.

Queste sono le mie 8 promesse:
1) camminare accanto a mio figlio lungo la strada della vita; sul suo stesso marciapiede se lui ne avrà bisogno, su quello opposto, se mi vorrà lontana;
2) scrivere una nuova favola per bambini;
3) finire i 7000 fiorellini che mi mancano al punto croce;
4) gonfiare le gomme della bici;
5) timbrare il biglietto del filobus;
6) pensare meno;
7) vedere ancora il panorama navigando un fiume e non solo sedendomi sulla sua riva;
8) non smettere mai di inseguire i tramonti.

Giro il mio premio a:
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Con l' augurio - esteso anche a chi non ho assegnato il premio - che le vostre gambe di mamme ( e papà ... ) vi aiutino a portare i vostri figli dove loro vogliono e dove loro sentono di dover andare.

sabato 9 maggio 2009

piccoli grandi uomini

"I bambini piccoli uomini, dalle grandi capacità. Gli uomini, piccoli bambini dai grandi sogni."
-- Cleonice Parisi

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Oggi il papà di Francesco è venuto a prenderlo al parco giochi. Per ingannare l' attesa dell' arrivo abbiamo, nell' ordine: spinto ogni bambina che provava a salire sullo scivolo prima di noi, raccolto un camion di terra simpaticamente tutta finita nel risvolto dei jeans, ciucciato cucchiaini di plastica abbandonati sotto lo scivolo da nonsochi, comprato un cono al fior di latte visitando il chiosco dei gelati almeno tre volte, bevuto alla fontanella altre cinque rischiando la vita perchè proprio lì vicino si era piazzato un pazzo che augurava a tutti la morte e chiedeva gentili servizi orali alle deliziose mammine del parco - tra cui io. .

In tutto questo, molte delle mamme dei figli di plastica - cioè quelli che quando mangiano il gelato lo mangiano loro, non la maglietta, che quando vanno sullo scivolo non tentano MAI di scendere a pancia in giù e attendono in coda il loro turno riuscendo a scivolare esattamente dopo tre ore, visto che tutti gli altri li sorpassano - erano scappate per non ascoltare le parole del pazzo, tenendo le mani sulle loro orecchie vergini, per la paura di dover essere costrette veramente a fargli qualche bel servizietto.
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Forse questi bambini sono già piccoli uomini, incorniciati in vestiti immacolati e così rigorosamente dediti all' ordine e all' obbedienza; o forse i piccoli uomini sono quelli che hanno grandi capacità, ma che preferiscono giocarsele diversamente ora, ora che la cosa più bella è sporcarsi i jeans di erba, bagnarsi tutta la maglietta alla fontanella e scendere a pancia in giù dallo scivolo.

Quando il suo papà è arrivato, Francesco l' ha preso per mano e, da piccolo grande uomo, lo ha accompagnato nel suo mondo fatto di sogni.

p.s. questa è la prima volta che parlo del papà di Francesco e spero che lui lo apprezzi. spero che prenda questa foto e la tenga nel cassetto delle cose importanti. perchè quando si viene accompagnati nei sogni di qualcuno è veramente una cosa importante. tutto qua.

venerdì 8 maggio 2009

il nostro mare

L' altra sera ho portato Francesco dal dottore per un brutto mal di gola.
Al ritorno, in macchina - erano le 20.45 circa - pensavo che ho fatto proprio bene a trasferirmi.
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Da piccola aspettavo con ansia il giorno in cui sarei andata a trovare i parenti in cascina, tra galline, aie aperte, polverose e solari. Io vivevo in città e mi ricordo come se fosse ieri il giorno in cui i miei zii erano venuti a trovarci, proprio durante una festa cittadina. Ricordo la loro sorpresa nel vedere che per noi festa significava poter passeggiare per la via centrale senza macchine, per un giorno intero.
No, per un bambino la festa non deve essere quella.
Festa è ... vedere decine di trattori ogni giorno di cui fare l' elenco la sera, andare a trovare le mucche nella stalla, poter correre libero, raccogliere lappi, margherite e papaveri, credere che le risaie siano un mare in cui tuffarsi in mezzo al riso che sta nascendo. Il nostro mare.
Buona festa, amore.
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p.s. la foto è stata scattata in 1 nano secondo, visto che Francesco non ama fermarsi. Per lui la macchina deve sempre andare, anche con i semafori rossi. Per protesta ha buttato il suo amato ciuccio fuori dalla macchina.
Io: " Francesco, a parte che posso anche fermarmi con la macchina se voglio, eh? E poi, non buttare il ciuccio per terra, se no ti prendi un altro bel virus e un' altra bella febbre"
Lui: " Chi te ne fega, tanto te l' ho dià" ( "chissenefrega, tanto ce l' ho già" )
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Tre anni a luglio, eh? Ma da chi le impara queste cose??? Ah, già. Da me.

martedì 5 maggio 2009

I bambini sono di sinistra



" I bambini sono di sinistra. Di sinistra, sì, nessun dubbio. Non soltanto per i pugnetti stretti in segno di protesta.
I bambini sono di sinistra perché amano senza preconcetti, senza distinzioni.
I bambini sono di sinistra perché si fanno fregare quasi sempre. Ti guardano, cacci delle balle vergognose e loro le bevono, tutti contenti. Sorridono, si fidano. Bicamerale! Sì, dai!
I bambini sono di sinistra perché stanno insieme, fanno insieme, litigano insieme. Insieme, però.
I bambini sono di sinistra perché se gli spieghi cos'è la destra piangono.
I bambini sono di sinistra perché se gli spieghi cos'è la sinistra piangono lo stesso, ma un po' meno.
I bambini sono di sinistra perché a loro non serve il superfluo.
Sono di sinistra perché le scarpe sono scarpe, anche se prima o poi delle belle Nike o Adidas o Puma, o Reebok, o Superga gliele compreremo. Noi siamo No-Logo, ma di marca!
I bambini sono di sinistra malgrado l'ora di religione obbligatoria.
I bambini sono di sinistra perché comunque, qualsiasi cosa tu gli dica che assomigli vagamente a un ordine, fanno resistenza. Ora e sempre.
I bambini sono di sinistra perché occupano tutti gli spazi della nostra vita.
I bambini sono di sinistra perché fanno i girotondi da tempi non sospetti.
I bambini sono di sinistra perché vanno all'asilo con bambini africani, cinesi o boliviani, e quando il papà gli dice "vedi, quello lì è africano", loro lo guardano come si guarda una notizia senza significato.
I bambini sono di sinistra perché quando si commuovono piangono, mentre noi adulti teniamo duro, non si sa bene perché.
I bambini sono di sinistra perché se li critichiamo si offendono. Ma se li giudichiamo non invocano il legittimo sospetto, e se li condanniamo aspettano sereni l'indulto che prima o poi arriva: la mamma, Ciampi, il Papa.
I bambini sono di sinistra perché si fanno un'idea del mondo che nulla ha a che fare con le regole del mondo.
I bambini sono di sinistra perché se gli metti lì un maglioncino rosso e un maglioncino nero scelgono il rosso, salvo turbe gravi - daltonismo o suggerimento di chi fa il sondaggio.
I bambini sono di sinistra perché Babbo Natale somiglia a Karl Marx. Perché Cenerentola è di sinistra, perché Pocahontas è di sinistra. Perché Robin Hood è di Avanguardia Operaia e fa gli espropri proprietari.
I bambini sono di sinistra perché hanno orrore dell'orrore. Perché di fronte alla povertà, alla violenza, alla sofferenza, soffrono.
I bambini sono di sinistra perché il casino è un bel casino e perché l'ordine non si sa cos'è.
I bambini sono di sinistra perché crescono e cambiano.
I bambini sono di sinistra perché tra Peter Pan e Che Guevara prima o poi troveranno il nesso. I bambini sono di sinistra perché, se ce la fanno, conservano qualcosa per dopo. Per quanto diventa più difficile, difficilissimo, ricordare di essere stati bambini. Di sinistra, poi."
Claudio Bisio.
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Beh, io mi ricordo benissimo di essere stata una bambina, e di sinistra. Anche perchè, per evitare che mi dimenticassi di esserlo stata, mia madre tornava dal lavoro tutti i giorni con un garofano rosso nell' asola del tailleur. Stava da Dio con il filo di perle. Che chic.
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Comunque, per la cronaca, ieri sera una signora ha indicato Francesco con il dito dicendo alla persona che era con lei: " Guarda, un piccolo Che in miniatura!".
A parte la field jacket verde militare e l' aria da combattente, non vedo molta somiglianza tra mio figlio e il Che. Però ... come mi sono gasata, orgoglio di mamma. Oggi gli compro il basco. Il ciuccio fà da sigaro.

lunedì 4 maggio 2009

inseguire il tramonto

Oggi sarebbe stato il mio anniversario di matrimonio ... no, no, no, tranquilli, non parlerò di questo. Il fatto che qualche anno fa in questo momento mi stavo preparando a dire sì davanti ad un tramonto sul mare delle Seychelles, con indosso solo un vestito trasparente e dei fiori tra i capelli ... non mi fa nessun effetto. No, non mi tocca affatto.

E poi ci sono i miei buoni propositi: mettermi nella posizione yoga dell' albero non appena certe memorie riaffiorano nella mia mente; ricordare questo giorno - come dicevo qui solo come l' anniversario della nascita di Audrey Hepburn; ricamare a punto croce un cestino di 7829 fiori. Insomma, ho il mio bel da fare anch' io.

Ma oggi voglio chiedere aiuto a voi. Vi farò un elenco di caratteristiche che deve avere il mio uomo ideale e, se me lo trovate, giuro stragiuro che ... che ... vabbè, iniziate a trovarlo. Poi ci penso. Intanto faccio una premessa.

Allora, mia madre mi dice sempre che un uomo deve essere un buon amante e non deve essere assolutamente tirchio perchè, secondo lei, l' 80% del rapporto è rappresentato dal sesso e il rimanente dai soldi. Lei parla così semplicemente perchè nella sua vita ha trovato l' amore vero e ha trascorso con lui 40 anni meravigliosi. Quindi sai, è comodo ora cercare di portare me sulla strada del cinismo, quando sa benissimo che io, grazie a lei che mi ha fatto nascere sagittario ascendente pesci, sono una gran sognatrice, tanto che nella vita sono stata disposta a mollare tutto per rincorrere i miei ideali e le mie speranze.

Data la premessa di cui sopra, procedo con l' elenco delle caratteristiche. Voi prendete nota e datevi da fare:

1) il mio uomo ideale deve aver letto almeno una volta "il piccolo principe" ma, soprattutto, deve credere veramente in quello che c' è scritto;

2) deve essere assolutamente un sognatore, uno tipo Bob Dylan ( magari meno fatto ) ... anche se mia madre insiste col dire che gli uomini si dividono in due categorie: quelli che sognano e quelli che scopano ( lei non usa proprio queste parole, ma il succo è quello ).

3) deve avere un po' di pancia, se no non mi piace;

4) deve essere forte, avere braccia possenti che mi proteggano. la parità dei sessi secondo me riguarda la testa, non la forza fisica;

5) deve saper fare i classici lavoretti fai da te; mi sono rotta le palle di fare tutto da sola;

6) deve amare la natura, fermarsi a sentire i profumi, a guardare l' infinito, sentire il bisogno di spronfondare le mani nella terra ... la pioggia non deve fargli paura se ha voglia di andare nei boschi. Forse dev' essere stato una giovane marmotta da piccolo, non lo so;

7) deve amare i viaggi. Ma non quelli dove si va con la comitiva "viaggi piemonte" in un villaggio dove la cosa più divertente che posso fare è uccidere un animatore che mi ha chiesto già due volte se volevo partecipare al torneo di tiro con l' arco. Io gioco solo a scala 40 e briscola; se esistono quei tornei, bene, se no non rivolgermi nemmeno la parola.Il mio uomo ideale deve amare il viaggio selvaggio ( fa anche rima ), quello con lo zaino in spalla dalla Patagonia all' Ecuador, dal Laos alla Cambogia. Ecco, questi sono i viaggi che piacciono a me, anche se ultimamente mi sono data una calmata, visto che non posso portarci un bimbo di nemmeno 3 anni ... ;

8) deve cercare il contatto fisco, in tutti i sensi, aver voglia di abbracciarmi, stringermi forte tra le sue braccia, pastrugnarmi e portarmi a sé durante la notte. magari anche qualcosina d' altro, che non guasta mai ( devo smetterla di parlare con mia madre );

9) non deve essere tirchio, e qui devo dare proprio ragione a lei, mia madre. Ditemi quello che volete, ma l' uomo che chiede di dividere la cena non fa per me, anzi, lo mando a cagare col primo treno uno che mi fa 'sto scherzetto;

10) non deve essere tamarro. Io sono più tipo Robert Redford in "La mia Africa" o Steve McQueen in "La grande fuga" ( agevolo foto ), uomini con le palle ma con quel filo di eleganza da fico scompigliato ... stivali, jeans, t-shirt sporca, pantaloni beige, cappello di pelle, camicia di lino;

11) ultimo punto ma non meno importante: deve amare mio figlio. Anche se ha già un padre che lo adora e che rimarrà per sempre un punto saldo nella sua vita. E deve amare i bambini in generale, magari con la voglia di farmi diventare ancora madre;


Ah ... deve sempre inseguire il tramonto, come me ... e il piccolo principe.


Ora attenderò impaziente i vostri elenchi infiniti di uomini che abbiano tutte queste caratteristiche. Confido in voi, so che non mi abbandonerete. Io continuo ad inseguire tramonti, nel frattempo.