martedì 20 ottobre 2009

quella faccia d'angelo


Francesco ha la faccia d' angelo. Quelle facce d' angelo che attirano l' attenzione solo sui capelli striati di biondo in modo naturale e su quelle lunghe ciglia che ha preso da suo padre.
Eppure lui dentro ha un' anima ribelle, teppista, indipendente, vagabonda. Si', lo so, un po' come quella di sua madre.
E questo mi terrorizza. Perche' noi che affrontiamo tutto di petto, che recepiamo tutto di pancia, che cicatrizziamo sul cuore, non abbiamo vita facile. Perche' siamo persone all' apparenza forti ma con uno spirito sensibile e facilmente colpibile e danneggiabile.
Al dire il vero, ultimamente Francesco sta colpendo e danneggiando, piuttosto che essere lui la vittima.
E ogni giorno, quando vado a prenderlo all' asilo tremo al pensiero che la maestra mi dica che Francesco ha picchiato un altro bambino. Due giorni fa - scrivo solo ora perche' ho dovuto masticare, digerire, assimilare la cosa - sono entrata in classe in contemporanea con una coppia di genitori entusiasti nell' andare a prendere la loro bambina. Ecco, quella bambina aveva un grosso morso di francesco proprio nel mezzo della guancia. Perche'? Perche' la poverina aveva "osato rubare" il cucchiaio di Francesco a tavola.
A parte la figura di merda, lo sgomento, la vergogna, l' impotenza di fronte a questa mente teppistoide che io non so, non riesco, non posso domare.
Arrivata a casa la sera ho chiuso la porta dietro di me e mi sono sentita piccola, fragile ( e non e' la canzone di Drupi ) e sola.
Sola ad affrontare un problema che spero di aver ingrandito nella mia mente. Sola perche' ho gia' paura per quello che dovro' sentirmi dire, io che fino ad ora mi sono fatta scivolare tutte le critiche e i giudizi, io che nella mia solita fretta mi sono gia' mossa.
Perche' io lo amo troppo quel teppista con la faccia d' angelo.

mercoledì 14 ottobre 2009

menta selvatica e uva americana

Sono giornate intense, in cui purtroppo non ho quasi il tempo per aggiornare il mio blog. Ma questo tempo lo voglio, lo devo trovare perche' e' troppo bello appiccicare pensieri su questa superficie cosi' eterea ma cosi' immediata e vera che e' la blogsfera.

Non posso non lasciare un ricordo di un meraviglioso week-end in cui ho avuto il piacere di presentare il mio nuovo mondo a vecchi amici.
Il mio nuovo mondo di campagna, in cui la sera, dopo una pasta e fagioli coi fiocchi, abbiamo raccontato le favole della buona notte e chi non si e' addormentato con i bambini si e' goduto la veranda dai grandi vetri che fan vedere il mondo dal caldo di una coperta di lana.
E poi di giorno, complici il bel tempo e l' ultimo inatteso caldo, ci siamo riuniti intorno a prati di menta selvatica e vasi di oleandri per assaggiare una cucina vegana improvvisata e vedere i nostri bimbi fare la ruota nel prato, dare l' insalata alle galline, assaggiare l' uva americana..

E noi. Eh, noi. Noi ci siamo seduti a guardare la collina di fronte. Alcuni assaporando un sigaro, altri ridendo di vecchi ricordi..

Aspetto le foto, Ste, che sai che io ne faccio sempre poche ( e brutte ). E goditi il sigaro.






Chissa' chi indovina chi e' il moschettiere.

mercoledì 7 ottobre 2009

la finestra sul cortile

Torno a parlare dei miei vicini meschini. E annuncio una new entry. In realta' la new entry del cortile sarei io ( che poi ormai sono mesi che sto li' ). Ma solo ieri ho avuto il piacere di conoscere una tipa che non avevo ancora incontrato.
Il problema e' che la suddetta non ha l' eta' delle altre zitellone. Potrebbe anche essere una giovane e brillante mamma di due bellissimi bambini se non fosse che e' acida come la panna acida, stizzosa, malfidente e pettegola.
Oh.
Ieri mi sono messa a stirare davanti al finestrone della mia sala ( sala, vabbe' ), proprio per guardare meglio Francesco che se la girava per il cortile con altri bambini.
Lei ha cominciato a guardarmi malissimo, come se non avesse mai visto una che stira con 12 centimetri di tacco. Anziche' guardare cosa stesse facendo sua figlia, ha trascorso due ore controllando i miei movimenti, che poi non erano altro che andare a destra e sinistra con il braccio tenendo in mano una roba rovente che serve a fare la piega ai pantaloni.
Quando ho finito, sono uscita in cortile ma, presa come un' entita' aliena, non solo non sono stata calcolata di striscio, ma anche guardata veramente con uno sguardo torvo.
Niente, c' ho dei vicini cosi'.
Per fortuna la finestra e' a piano terra e nessuno mi puo' buttare giu' di li' ( vedi "la finestra sul cortile" - Alfred Hitchcock, 1954 ).
E per fortuna doppia e' una cosa temporanea, perche' la ricerca della casa nuova e' ufficialmente cominciata. Ole'.