mercoledì 21 gennaio 2015

Racconti al ritorno da una città rosa, un deserto che parla di storia, un crocevia di civiltà perdute, un mare che si chiama rosso e invece è blu

Mi ha fatto capire che mio figlio sarà un grande viaggiatore. 

Un viaggio in cui questo piccolo grande uomo che ha stretto le mani e sorriso e giocato con il popolo giordano, affrontando lunghe camminate e panorami infiniti ai confini tra Libano, Palestina, Siria, Egitto, Iraq e Arabia Saudita.
Non è stato un viaggio facile ma gli/ci ha insegnato tanto, tantissimo. 
Gerusalemme ci ha tolto il respiro, da lontano, guardandola dal monte degli ulivi. E tra le sue vie, così colme di storia, cultura, vita.
Amman ci ha accolti con la mano sul cuore e ci siamo innamorati della sua gente, di tutta la gente giordana.
Jerash, favolosa città romana, dai colonnati ancora in piedi, a dirci che noi siamo piccoli. 
Petra, che tante volte abbiamo visto sui libri, ci ha illuminati di rosa e trascinati fino in cima ad un monastero unico al mondo, scavato nella montagna in tutta la sua grandiosità.
I castelli dei templari, solide roccaforti in cui perdersi immaginando battaglie. E quello di Erode, in cui Salomé ha danzato in cambio della testa di Giovanni Battista. 
E Aqaba, Aqaba città di Aladino, coperta di antichi gioielli e manufatti delle pietre del deserto, accesa dal suo mare ricco di pesci colorati e dalla Plumerie in fiore. 

E ancora, il deserto. Quello di Lawrence d'Arabia, inaspettatamente rosso, in cui siamo stati con i beduini nelle loro tende e tra i loro fuochi invernali, ad osservare le impronte dei piccoli abitanti della sabbia e un tramonto che mai ci dimenticheremo. 

I confini di questo piccolo paese circondato da storia e guerre ci hanno insegnato che esistono angoli di pace. E ci siamo augurati spesso, viaggiando da nord a sud tra i luoghi che abbiamo letto nei libri di storia e nella Bibbia, che rimanga sempre così, in pace e con la mano sul cuore. 













martedì 23 dicembre 2014

Un bambino che crede ancora in Babbo Natale (Tra le sue rose, che hanno un po' di freddo)


Negli ultimi giorni ci sono state mattine ghiacciate. E il giardino era ancora più bello. 
Nonostante sia la fine di dicembre, sono riuscita a trovare tanti piccoli tesori, cosa che gli anni scorsi non era stata possibile, per via della neve (che è comunque prevista tra pochi giorni).
Dalle colline vediamo mari di nebbia e rive verdi, costellate di canneti gialli.
Flora guarda dalla finestra, mentre Turbo ancora cerca qualcosa scavando nella terra dura e Tosca si sdraia sull'erba come se fosse estate.

Rosa "Astronomia", con stami rosa, una di quelle personali di Francesco

Sembra che Francesco creda ancora in Babbo Natale ma non ho capito se lo fa per convenienza o se si tratta di fede pura. Ha finalmente scritto la sua lettera, che al momento è accomodata sotto uno dei miei vasi preferiti, con fiori secchi di ortensia.
Ne ho riempiti altri con rametti di agrifoglio e pyracantha e la tavola è bellissima in questi giorni.

I pacchetti sono pronti da giorni, i miei libri di giardinaggio sono catalogati, le piante riposano, Francesco suona il pianoforte. 
Oggi pomeriggio lo accompagno a Milano e, inutile dirlo, mi manca già. Ha quelle mani così grandi e rotonde che non riesco a resistere alla sua tenerezza.
 

martedì 9 dicembre 2014

Trentasette

Ieri è stato il mio compleanno. Trentasette non sono pochi e sono comunque abbastanza per aver capito come vivere di passioni e, soprattutto, come usarle per ricucirsi le ferite. 
Sono sempre stata decisamente determinata nel rincorrere i miei ideali e nel dimostrare le mie teorie; posso parlare per ore ed ore di un argomento che mi interessa e credo che le persone che mi circondano sappiano a memoria quali sono i miei gusti.
Non so se il dubbio di non essere ascoltata mi passerà mai, quel che è certo è che qualcuno quest'anno lo ha fatto e mi ha accontentato regalandomi oggetti e strumenti legati alla mia più grande passione. 

Sono finalmente riuscire a catalogare parte dei miei libri di giardinaggio e botanica suddividendoli in gruppi per poi sedermi lì davanti e ammirare il risultato ben esposto nella mia nuova libreria (che poi sarebbe un porta vasi da esterno).

Non ho soffiato sulle candeline, ma ho guardato quel biondo del mio bambino giocare un torneo di calcio. E ho letto piangendo il biglietto di una mia amica carissima che quest'anno ha compiuto sette anni.
Ho consegnato ai partecipanti della festa a sorpresa organizzata dal Moschettiere in mio onore (avvisandomi, però, in modo che non fossi troppo sorpresa :D) i loro regali di Natale e, Dio come mi piace farlo! A me piace proprio guardare gli altri quando scartano il mio regalo, cosa posso farci.

E a proposito di Natale, qui ho scritto qualche piccola idea su cosa regalare ad un bambino che sogna di diventare giardiniere. O alla sua mamma. O ad una madre come me, che sogna in "giardinese" anche per suo figlio.

mercoledì 19 novembre 2014

Luce orizzontale

Dopo tanta pioggia, è arrivata la nebbia, bassa e sinuosa come un serpente tra le colline, a mostrarci le Alpi innevate che sbucano da lontano. 
Quando non è molto spessa non riesce ad avvolgerci tutti e lascia intravedere il cielo blu. A volte esco in giardino e guardo la luce orizzontale di questi giorni; è quella che preferisco, è la stessa dei tardi pomeriggi d'estate, quella che non scalda troppo i colori e non li riempie con volgarità, come fa invece quella delle ore più calde. 
E poi, sembra che qualcuno abbia pettinato il prato e messo appositamente le ragnatele tra gli steli delle rose, con le loro bacche a fare da lampioncini. 
Tra le pagine che sto studiando (e gli infiniti impegni sportivi di Francesco), in questi giorni, infilo anche un po' di tempo per architettare ghirlande e decorazioni da appendere in casa. Odierei se diventasse troppo fredda. 
Uso le bacche dei miei cespugli e di quelli che trovo per le strade (quella che sale sulla collina, per esempio, contornata da gelsi e Euonymus, dalle bacche quasi fosforescenti che sembrano fiori).

Stavo pensando che è inutile fuggire dai nostri cambiamenti interiori. Avvengono anche se non si vogliono. Sfoglio le pagine del mio diario del giardino e capisco che con lui sono cresciuta, cambiata. E' cambiato il mio approccio ma anche il mio modo di abbinare le piante, pur rimanendo rigida sugli accostamenti di colore. 
Io che ho sempre snobbato le bacche ora vorrei che il mio giardino ne fosse pieno. Leggo sull'Ipad le riviste inglesi di giardinaggio a cui sono abbonata e mi mangio con gli occhi questi giardini imbiancati dalla brina che lasciano dominare l'arancio, il rosso e il rosa delle bacche.
Sogno di poter passeggiare nel mio, di giardino, con consapevolezza, ridendo degli errori del passato e ricordandomi di quando mi intestardivo su certi progetti (cioè, di adesso).

Le mie rose sono sempre più belle. Sono in totale ammirazione. 


mercoledì 5 novembre 2014

Rotonda come una mela (del nostro frutteto)

Anno dopo anno il frutteto ci regala soddisfazioni. Dopo il caldo, dopo quelle giornate in cui riesco a cercare solo ombra e continuo a rimandare i lavori da fare in giardino, arrivano le ore fresche dell'autunno. Da ormai due mesi abbiamo mele sui nostri alberi, a rotazione. Dal frutteto arrivano dritte dritte sulla nostra tavola e a me, sinceramente, riempiono gli occhi. 
Le mele sono uno di quei frutti che possono resistere per molto tempo, prima di essere mangiate. E poi arredano, completano, non so come spiegarlo, forse con: attotondano? :)

Nel nostro giardino ora ci sono mostri di mela e mangiatoie volanti, al servizio degli uccellini che sono là fuori. 
Tutto è tinto di rosso, la nebbia entra nelle anse delle colline, gli Acanthus si sono ambientati e Francesco torna a casa da scuola con la voglia di raccogliere frutti sugli alberi.




Turbo ha finalmente catturato qualcosa. Anzi, ha catturato l'animale più temibile del giardino, un lungo serpente che era in letargo e che era troppo intontito per difendersi dal nostro impavido cacciatore.

Gli stivali di gomma sono ormai i miei migliori alleati. Calpestano felici i pavimenti di foglie che si sono formati nel bosco, la terra delle nuove bordure, l'erba folta e robusta del giardino "vecchio".
Sta nascendo una siepe di rose. E io vorrei essere rotonda come una delle nostre mele, vorrei avere il potere di arrotondare le cose, renderle meno spigolose.
Sembrerò pazza, ma stavo pensando proprio a questo stamattina, mentre mi fermavo a guardare il panorama meraviglioso delle nostre colline.