ebbene sì, mi sono ubriacata ( anche ) a Istanbul
Berra, Nur e tutti gli altri amici sapranno sicuramente come farvi sentire a casa vostra.
Pubblicato da PaolaFrancy h 06:17 Etichette: family and friends, il Moschettiere, il Moschettiere e le sue trovate, Istanbul, movida, tramonti, travelling
Pubblicato da PaolaFrancy h 06:10 Etichette: aerei, i turchi, il mio uomo ideale, il Moschettiere, il Moschettiere e le sue trovate, Istanbul, travelling
Pubblicato da PaolaFrancy h 16:20 Etichette: alberi, animal channel, countrylife, flower power, il Moschettiere, primavera
Dopo qualche giorno, necessario per le pratiche burocratiche, sono arrivate a stare da noi tre pecore: Carlo Alberto ( non poteva non essercene una nera in casa nostra ), Peonia e Ortensia.
Credo sia molto semplice intuire chi ha dato il nome al maschio e chi alle due femmine, una delle quali - Ortensia - e' una piccola agnellina di appena due mesi.
Quando il pastore e' arrivato con loro, Francesco tremava dall' emozione. E credo abbia capito di essere tra i pochi bambini che hanno la fortuna di abitare in una splendida casa/vivaio - circondata da boschi, prati, tanti vasi, alberi da frutto, un orto, pecore, galline, cani e un cavallo.
p.s. Purtroppo Carlo Alberto non si vede bene. Ma - giusto perche' lo sappiate - e' un gran figo. E ha un gran bel colore. Non vedo l' ora di tosarlo per ricavare un tappeto dalla sua lana. Un golf sarebbe chiedere troppo, povero Carlo Alberto.
Pubblicato da PaolaFrancy h 10:12 Etichette: alberi, animal channel, countrylife, il Moschettiere e le sue trovate, io e Francesco, per ben apparire bisogna soffrire, questa sono io
Pubblicato da PaolaFrancy h 11:57 Etichette: audrey, dreams, il cuore, il lavoro, il Moschettiere, io e Francesco, le amiche, libri, pensieri autodistruttivi, questa sono io, storie di blog
"Guardo la mia vita. E mi sento a meta'. A meta' tra una donna realizzata, indipendente, sicura e una donna-bambina, che ha paura di crescere suo figlio e se stessa. A meta' tra una cittadina amante di lustrini e pailettes, e una contadina, che affonda le mani nella terra e chiama eccitata Francesco per mostrargli uno strano bruco verde. Cosa vedra' di me mio figlio? Come mi giudichera'? Cosa amera' di me? Le mie lettere - tante, troppe - le mie scatole, i miei piccoli tesori, il bracciale d'oro con il suo nome e la data di nascita, i semi che lascio ovunque vada per non perdere traccia del mio passato? Oppure sara' attratto dal mio lato non romantico - forse un po' in ombra rispetto all' altra meta' del mio io, quello che mi ha fatto lottare, che mi ha fatto fare le valigie e scappare, lasciando ricordi e affetti. I miei viaggi, i miei fiori. Lo annoieranno? O mi chiedera' di raccontargli il mondo com' era. Com' era prima. Com' era l' India, l' America, l' Africa, la Russia, Milano, la campagna. E io cosa gli diro'? Gli mostrero' le foto di una giovane ragazza con la frangetta che attraversa ad occhi sbarrati il Rio delle Amazzoni, gli parlero' della gente che ho incontrato. Gli ricordero' che al ritorno da un viaggio mi sono addormentata e solo il mattino seguente sono andata a prenderlo dal suo papa'. Gli apriro' le mie scatole. Vorra'? Ci sono due poltroncine vintage in veranda. Le ho messe apposta per questo: per sedermi con lui a parlare, disegnare, guardare le foto, scoprire, vedere le piante crescere e i fiori sbocciare.
Francesco, racconto la nostra vita in un diario che tutti possono leggere. Ti mostro gia' da ora quali colori vanno abbinati nei vestiti. Ti insegno ad essere galante con le "donne" e per questo regali una margherita ad ogni bimba del parco. Ti faccio mangiare in piatti vintage e raccolgo i tuoi giochi in una grande borsa marocchina. Mi sveglio all' alba per seminare e ti chiedo di farlo con me dopo cena. Nella tua camera ci sono immagini di Dei indiani, una statuetta di San Francesco e le foto vecchie della nostra famiglia. Lo so, sono strana. Non so cosa amerai di me. Non so nemmeno se mi amerai da grande. Quel che e' certo e' che io ti amo. Davvero. E ti ho sempre amato"
Ora. Questa e' una delle tante riflessioni che ho buttato giu' su questo, come su tanti altri quaderni. Butto giu', butto giu'. non so perche'. Mio figlio lo sa, secondo me, che la sua mamma non e' come tutte le altre. Che si mette i tacchi, prende il computer e gli chiede di sdraiarsi con lei nell' erba per scattare questa foto, una domenica,
e di scegliere tra questa e molte altre quella da pubblicare in un articolo, uscito su "Gioia" in questi giorni ...
Anche se si tratta di poche righe, leggere di me su una rivista mi ha fatto effetto. E per questo ringrazio Paola. Non me, un' altra Paola.
In un momento come questo, in cui, giustamente, ci sono madri che escono allo scoperto e dichiarano apertamente che il post-parto e' stato allucinante, con tanto di desiderio assassino ( la butto sul ridere apposta ), io voglio gridare ad alta voce che per me non e' stata cosi'. Sono stata anche io depressa, ma io non ho mai desiderato di liberarmi di mio figlio, non ho mai provato fastidio quando piangeva, non ho mai trovato pesante allattare.
Sono stata e sono rigida con mio figlio in tante cose e non sono una mamma melensa. Ma, pur sapendo che non e' il concetto di amore ad essere messo in discussione, per me era importante ribadire questo. Il concetto di amore, che va oltre l' autonomia, l' apprensione, la rigidita', le regole, gli ormoni del post-partum. VOGLIO che a mio figlio - di questi giorni, di questo blog, di questa vita - rimanga l' amore. Solo e solamente quello.
Pubblicato da PaolaFrancy h 12:23 Etichette: aerei, countrylife, crescere insieme, family and friends, flower power, India, io e Francesco, le pagine bianche, questa sono io, storie di blog, vintage
Io sono stravolta. Il Moschettiere se l' e' dormita per tutto il volo mentre io mi sono disgustata davanti a "Avatar" e Twilight" . Ma ... - e con questo so di diventare molto impopolare - solo a me hanno fatto schifo?
Sono stravolta, si', nonostante abbia persino avuto un giorno libero in India ... due giorni li ho passati tra aerei e aeroporti, uno in riunione e uno ... beh, uno me lo sono goduto.
Avendo qualche ora a disposizione, non potevo certo farmi scappare un vivaio indiano, dove le piantine sono costate 10 rupie, circa 17 centesimi di euro. Ho comprato lavanda, delle rose, rampicanti vari, un oleandro. Peccato che non mi sia stato permesso di portarle in aereo, nonostante abbia beccato una poliziotta lesbica che per adescarmi ha perfino detto che assomigliavo ad una donna indiana. Vabbè. Tanto non credo sarebbero resistite al nostro clima, visto che fino ad ora hanno vissuto praticamente dentro una serra ( quando si atterra in India, al sud, la sensazione è proprio quella di entrare dentro un caldo, umido, rigoglioso giardino d' inverno ).
Abbiamo anche tentato di raggiungere un negozio di mobili, sperduto nella zona della marina, ma l' autista ha capito che volevamo acquistare dei libri all' università.
Ci siamo quindi buttati sullo shopping - come al solito - e risentito il profumo del Nally Silk Shop ( Mamma Cattiva, ti ricorda qualcosa? ) e di altre botteghe indiane, in una delle quali ho preso queste:
Pubblicato da PaolaFrancy h 12:00 Etichette: aerei, flower power, fratture rotture, il lavoro, il Moschettiere, il papà di Francesco, India, io e Francesco, questa sono io, racconti al ritorno, travelling, vintage