lunedì 28 febbraio 2011

Paola e le stylish classes, la competition, VII tappa. Chi ha vinto e perchè. E come mi vestirei io.

Che piaccia o no, la prima impressione, nella moda, conta. E' solo l' inizio dell' inizio, certo. Non ci si ferma di certo lì. Ma di sicuro ciò che si indossa viene notato. E' normale. Pensateci: è come se un giardiniere con esperienza, durante un colloquio, rispondesse che i rododendri non vogliono la terra acida. Non potrebbe essere assunto.
Allo stesso modo, chi lavora nella moda, a contatto con giornalisti, stylist e clienti (non chi sta dietro le quinte) deve sapersi vestire.
Cosa che si può anche imparare.

Una volta una stagista è venuta a fare un colloquio. Si è presentata con un tailleur rosso. A me non dispiaceva il taglio dell' abito ma, in effetti era un po' fuori luogo e lei lo accompagnava con una capigliatura cotonata. Il che rendeva il tutto un po' demodé.
Quando è stata presa per lavorare con me, ha continuato a sfoggiare dei look sull ostesso genere . A me faceva tenerezza. Ma non ai miei colleghi.
Tant' è che un giorno è stata convocata da uno di questi per ricevere consigli in merito (io ho subito ben di peggio) .
Lei, dopo un primo momento di sbandamento in cui rimase ore nel bagno a piangere (il suo primo vero incontro con alcuni personaggi della moda),  decise di seguire alla lettera i consigli del collega. Ogni giorno lo consultava e ogni giorno rimaneva sempre peggio.
Fatto sta che alla fine dello stage lei continuava a vestirsi a modo suo applicando senza cognizione di causa i consigli che le avevano dato.
Posso dire? Faceva bene. Perchè volevano semplicemente imporle un gusto senza tenere conto della sua personalità.
Anni dopo ad una fiera ho incontrato questa ragazza. Indossava un tailleur anni '80 e portava i capelli cotonati :)

Ok, le stylish classes.
La difficoltà di questa tappa stava nel vestirsi con gusto facendo emergere la propria personalità ma senza strafare. Perchè è vero che nella moda non valgono le stesse regole di molti altri mondi, ma è pur vero che si trattava di un colloquio.
Ho deciso di far salire su ogni gradino del podio una coppia formata da un look classico e uno più informale.

Al terzo posto:
Margot con questo look classico. La tonalità dell' arancio è perfetta per la giacca maculata che hai scelto, ma con le scarpe che hai abbinato avrei optato per una borsa diversa, in vernice magari (scarpe e borsa in vernice si abbinano e poi avrebbero smorzato ancora di più l' aria bon-ton dell' abito - che comunque è delizioso);
Barbie 77 con questo set. In realtà la cintura maculata non ci stava... però è carina se si considera che la giacca viene tolta, una volta entrate [son sicura che durante il tragitto avrai tenuto la giacca chiusa, in modo che sembrasse l' unico elemento leopardato del look :) ]
Il total look nero con scarpa inglese lucida assicura sempre qualche punto a favore. Da abbinare, però ad una borsa in vernice nera...anzi, meglio una pochette.

Al secondo posto:
Serenamanontroppo con questo look classico. Anche in questo caso, la borsa - pur essendo una sacra Birkin di Hermes - stona leggermente perchè è l' unico elemento scuro del look. Io avrei tenuto quella borsa (mica son scema, eh?) abbinandola ad un paio di scarpe in pelle marrone e agli altri elementi che hai scelto.
LaLaura con questo set. Le all-star stanno benissimo con una t-shirt maculata...ma sarebbero state meglio in tinta unita.
La borsa ci sta tutta e anche la cintura in cuoio con gli orecchini Chanel. Chicchissimo. Secondo me questo è il tuo look.

Al primo posto:
Elisa Stocco con questo look classico. A parte che l' aver specificato la misura della Kelly mi ha fatto impazzire (no, perchè se bisogna sognare si deve fare fino in fondo) ...direi che il look è perfetto. Semplice ma raffinatissimo (anche se, in effetti, è davvero fuori budget tra Hermes, Laboutin, Tiffany e tutto il resto!)
Maria Angela con questo set. Perchè ha osato con un look abbastanza aggressivo ma senza strafare. Il maculato blu e la scarpa "elettrica" ci stanno con il rigore dell' impermeabile.

Io, per un colloquio da Bottega Veneta, mi vestirei così:

Ovviamente non sfoggerei una borsa della casa di moda a cui mi sto presentando (sarebbe così di poco gusto...). Per questo, nascondo la mia clutch arancione nella borsa più grande e la uso come porta trucco per un giorno.
Gonna nera a tubino - molto elegante - spezzata dalla pelle marrone delle scarpe, della borsa e del giubbino. Sotto, una blusa maculata, leggerissima, e un cardigan a maniche corte nero. Niente gioielli, se non i miei soliti...Gli orecchini sarebbero di troppo in questo caso.

La classifica:

Elisa Stocco: 28 punti;
Mammadifilippo: 23 punti;
Snezana: 18 punti;
Vanylla: 18 punti;
Serenamanontroppo: 18 punti;
Caia: 15 punti;
Chiara 1976: 10 punti;
Mammasilvietta: 10 punti;
Maricost 10 punti;
Mellon Collie: 10 punti;
Sonialuna: 10 punti;
Piattini: 8 punti;
Mammacattiva: 6 punti;
Pierqa: 6 punti;
Chiara (Belquis): 6 punti;
Ilaria: 5 punti;
Jane_D: 5 punti;
Lalaura: 5 punti;
Minerva: 5 punti;
Didi007: 5 punti;
Sionavet: 5 punti;
Barbie77: 3 punti;
Elisa 975: 3 punti;
Lalalla: 3 punti;
Margot: 3 punti;
Vittoria: 3 punti.


Complimenti alle vincitrici e ...alla prossima tappa...:)

venerdì 25 febbraio 2011

Retrò

Mia mamma non è una persona attaccata agli oggetti o alla memoria.
Questo ha sortito due effetti a catena:
1) la sua "freddezza" nel regalare, prestare, perdere, dimenticare ricordi, foto, abiti, accessori, tracce;
2) la mia ricerca continua di qualche segno del suo passato.

Per fortuna non tutto è andato perduto.
C' è un servizio da the degli anni '50 (lo ripeto, visto che nel video che segue l' ho detto "solo" 10 volte :D) a cui sono particolarmente affezionata.
In inverno, il sabato pomeriggio, mi diverto ad usarlo giocando alle "signore che bevono il the delle 5".
E Francesco mi segue a ruota, apparecchiando la tavola per i suoi amici, con cui si gusta un buon latte caldo con i biscotti.
Così è come facciamo merenda noi. Forse viviamo in un altro mondo, ma non sappiamo fare diversamente (anzi, ci verrebbe meglio se abitassimo in una casa cilena degli anni '40).

lunedì 21 febbraio 2011

Vivere e pensare. Anzi... vivere o pensare?

"Sembra quasi che gli uomini vivano i rapporti, mentre le donne li pensano"
Marcela Serrano

Ultimamente lo sto scrivendo e dicendo a destra e a manca. Ma ci credo fermamente.
Mi sembra che questa frase racchiuda in poche parole quello che in tanti anni ho cercato di capire della vita (che è fatta di rapporti) facendo finta di essere razionale.
Lo so, non è una gran scoperta. Ma son quelle parole, quelle immagini, quei film, quei libri che ti arrivano come mille altre cose non sono arrivate.
E il libro che racchiude questa frase è stato una tranvata sul muso.
Piacevole, però. Dura, ma piacevole. Per quanto possa esserlo una tranvata.

Questo è quello che cercavo di spiegarti, questa mattina. Solo che non trovo mai le parole per spiegare le cose.

A L.
(a tutte le L. che leggendo da una scrivania - o da un nuvola - capiscono che mi sto rivolgendo a loro)

giovedì 17 febbraio 2011

"Crescete fiori, anche per me" {Da "Donne che parlano con i fiori"}


Ciao fiore. Avrei voluto vedere il momento in cui sei sbocciato. (ma sei nato in un istante, come me?)
Per te è bello crescere. Mangi sole e humus.
Io mi comporto ancora come un bocciolo. Non sono capace di diventare grande, anche se il sole mi piace tantissimo.

Sai che con un paio di scarpe rosa staresti benissimo? Domani ti presto le mie.



"Se tu vuoi bene ad un fiore che sta in una stella, è dolce, la notte, guardare il cielo. Tutte le stelle sono fiorite"
da "Il piccolo principe" di Antoine-Marie-Roger de Saint-Exupéry



 
Questo post partecipa al contest di "Io e Nina" , L' Amore non deve essere un segreto*

*allora parliamone.

mercoledì 16 febbraio 2011

La giostra della moda

A proposito di donne pesanti .
Questa mattina è arrivata da noi una delegazione di un' importante casa di moda (per intenderci, quella delle miriadi di borse con il monogramma stampato che si vedono ovunque. E che a me piacciono vintage).
Tutti con un bell' accento. Chic. Sì, insomma, molto francesi, dai. Soprattutto il ragazzo occhialuto, gran bel tipo.
Oltre a loro - tutti concentrati nella mattinata - arrivavano clienti da ogni dove.
"Questa campagna vendite s' ha da finire il prima possibile."
'Che bisogna consegnare in fretta, i negozi devono vendere subito, noi dobbiamo incassare, i soldi devono girare, la tendenza si deve lanciare, il marchio ri-lanciare.
Mi rendo conto che ci sia qualcuno che forse è messo peggio di me in ufficio, ma a volte mi sento su una giostra - quella con i cavalli, che è la mia preferita - che va veloce e mi nausea.
Magari son scema (bella questa!) e non mi rendo conto che forse si sta meglio chiusi tra queste quattro mura imbellettate a vendere vestiti che costano un sacco di soldi.
Tanto quando si esce la sera basta strizzare gli occhi (sapete che io uso questo metodo) per non pensare che dentro lì si corre tutti come dei matti solo per prendere il codino della giostra (ci fossi riuscita una volta, io).
La tv, la sera, non si accende. Tanto le notizie arrivano con i tweet, ora. Senza fronzoli, ma a volte con.
Si leggono le favole.
Alla fine sulla giostra bisogna salirci. Sperando di divertirsi il più possibile. Che poi dalla giostra si può anche alzare il dito medio e mostrarlo passando, giro dopo giro.
No, in effetti, questo non sarebbe in linea con il mio portamento chic. Eventualmente, potrei lanciare baci volanti (in cui il dito medio sarebbe, come dire, latente...).


foto scattata a Mirepoix , Francia. Gran bel posto.

martedì 15 febbraio 2011

Volants {leggerezza}

Li amo perché son leggeri, non come me (per questo ci compensiamo).
Volants quotidiani*:




*dedicati alle donne che si sentono pesanti, come me.
Alle ansiose, alle difficili, alle pensose, alle inquiete.
Che poi son più belle di quelle così tanto leggere. E facili.

domenica 13 febbraio 2011

Sono una donna, lo devo dire ora {se non ora, quando?}

Sono una donna.
Cammino (quasi) sempre ad almeno 10 centimetri da terra. Penso tanto.
Non abbastanza, a volte.
Mi piace comprare semi, libri e scarpe.
Porto gli stivali al ginocchio, con un blazer e i capelli sciolti.
Indosso sempre un ciondolo a forma di scarpina e una catena in oro giallo uguale a quella che porta mia madre. Le voglio bene.
Al polso ho un bracciale con il mio nome. E uno piccolissimo con il nome di mio figlio.
In amore dò tutto, a volte troppo.


Sono una mamma.
Ho sofferto di depressione post-partum.
Ho allattato. Poi sono tornata al lavoro.
Ora lavoro qualche mese all' anno. Ma ho mille cose da fare. Come sedermi ad osservare quanto cresce mio figlio.
A volte io e lui disegnamo sull' Ipad, ma spesso preferiamo la carta. Perchè profuma.


Sono un' ex-moglie. Credo di essere paziente.
No, non sono paziente. Mi trattengo e poi mi sfogo mordendomi la mano. O scrivendo.


Sono una compagna. Di un uomo difficile, che indossa la corazza su un' anima che ha molto di femminile. Mi porta via la testa. E a volte mi toglie il respiro.

Questa sono io.
Sono semplicemente, dignitosamente donna. Me ne vanto e ci metto la faccia.

giovedì 10 febbraio 2011

Un po' come mia madre, un po' come me

"Quando ho cominciato a raffinare i miei gusti? Ho acquisito i modi di mia madre che prima non consideravo (...) mi sono riconciliata con mia madre e l' eredità della sua classe."

"Credo che quasi tutte le donne delle classi alte siano stupide, si bevono veramente la favola della classe. Ciò che è utile è averla, PER POI FOTTERSENE."

da "Noi che ci vogliamo così bene" di M. Serrano*

Quest' estate voglio vestirmi così, un po' come mia madre negli anni '60, un po' come me, adesso:





*regalo di Luisa. Ma come diamine ho fatto a non averlo letto prima?

Istruzioni: scorrere cliccando sulla freccia a destra per vedere la collezione completa :-)

lunedì 7 febbraio 2011

Paola e le stylish classes, la competition. VII tappa

Vi racconto una storia.
C' era una volta una ragazza nemmeno ventenne che, per una strana serie di incastri del destino, aveva ottenuto un colloquio presso una casa di moda.
Era una domenica mattina d' inverno. Non avendo mai sentito nominare la casa di moda presso la quale si stava recando, non aveva nemmeno potuto studiarne uno stile. Si era presentata con un paio di stivali beige, una gonna al ginocchio nera, un lupetto nero e un cappottino beige. Ma quando era arrivata tutti l' avevano guardata male.
Il colloquio si era svolto tra mille interruzioni: clienti che arrivavano, persone che chiedevano disperate dove fosse finita la maglia viola, quella blu.
"Lei parla inglese?" "Sì..."
"Sa piegare maglie?" "Mmmh, penso di sì..."
"Allora comincia la prossima settimana"
"Lorenaaaaaaa??? Procura una divisa per questa signorina" (disse l' uomo - che ora è uno dei migliori amici della ragazza nemmeno ventenne - squadrandola con aria schifata).
Fine del colloquio. E inizio del delirio.

I tell you a story.
Once upon a time there was a girl (who was not even 20) who, for a twist of fate, had obtained an interview at an important fashion house.
It was a winter Sunday morning. The girl had never heard that fashion house name, so she had not been able to think about the correct outfit. She had decided to wear a pair of beige boots, a black skirt, a black high-neck jumper and a beige coat.
When she arrived at the showroom, everybody started to look at her badly.
The interview passed with many hecklings: customers, crazy people asking where the blue sweater was, or the purple one.
"Do you speak English?" "Yes, I do..."
"Are you able to fold sweaters?" "Mmmhhh, I think I am..."
"Ok, you are starting working with us the next week"
"Lorenaaaaaaaaa??? Please take an uniform for this girl" (the man said looking at the girl with disgust. Now this man is one of the girl's best friends)
The intervew ended. And the madness started.

Ed ora la competition:
Ho deciso di giocare in casa. E con questo ho detto tutto:
And now, the competition.
I have decided to play at home. And this is all.

LOCATION: Milano, la mia (ex) città. Avete un colloquio presso lo showroom di un' importante casa di moda. Decidete voi quale (se volete specificarlo) e in quale periodo dell' anno vi trovate (questa è anche una carta che potete giocarvi).
La mansione non conta, nella moda certe regole non esistono (e questo è un indizio).
REGOLE PER LA CREAZIONE DEL LOOK: dovrete includere almeno un capo maculato (ACCESSORI ESCLUSI! Possono essere aggiunti come secondo/terzo, ecc pezzo. Ma non conterà se sarà l' unico pezzo maculato). I jeans sono vietati.
MODALITA': potrete creare i set utilizzando Polyvore o Looklet.
TEMPO A DISPOSIZIONE: avrete tempo fino a domenica 27/02/2011, ore 24,00.
PREMI: un piccolo oggetto vintage alla prima arrivata;
PUNTI: +10 alla prima, +5 alla seconda, +3 alla terza.
And now, the competition:
LOCATION: Milan. You have an interview at an important showroom. It's up to you to decide which fashion house is (if you want to specify this information) and in which period of the year this is occuring (the weather can help you choosing the easiest pieces...).
The job you're interviewing for doensn't matter. In the fashion world some rules adon't exist (this is a clue for you).
RULES: you must include at least one animal print piece (which must be a garment, not an accessory. If you want you can also add an animal print accessory but it will not be considered if it will be the unique animal print piece). No jeans allowed.
PROCEDURE: you can create a look by using polyvore or looklet.
TIMING: you have time up to Sunday February, 27th, 12 p.m.
PRIZES: a little vintage accessory to the winner;
POINTS: +10 to the winner, +5 to the second, +3 to the third.

In bocca al lupo, mie care...
Good luck, darling... 


domenica 6 febbraio 2011

Mille orti {e 1000 sogni}

Questi sono i costi ANNUALI:
*250 Euro per il materiale (rastrelli, innaffiatoi, semi...);
*100 Euro per istruire il personale locale;
*100 Euro per le borse di studio;
*50 Euro per stampare il materiale didattico in lingua locale.
500 Euro per realizzare un orto. In Kenya, Uganda e Costa d' Avorio. E poi in altri 14 paesi.
L' iniziativa si chiama "Mille orti in Africa". Per ora siamo a 121. Dobbiamo arrivare a 1000, appunto. Per poi ripartire, magari.
Questo è il sito di Terra Madre che "riunisce tutti coloro che fanno parte della filiera alimentare per difendere insieme agricoltura, pesca e allevamento sostenibli e per preservare il gusto e la biodiversità del cibo".
Sul sito trovate informazioni sul progetto e su molte altre iniziative.

Io spero che l' Africa si riempia di zucche, cavoli, cipolle, spinaci, insalata. Spero che il Sud del Mondo ci batta 1000 a 1.

giovedì 3 febbraio 2011

Paola e le stylish classes, le fantasie e gli accessori (animal print)

Direi che oggi è la giornata giusta per parlare di animal print, visto che ho dentro la grinta di un leopardo. Devo solo non far caso al fatto che si tratta di un leopardo che vorrebbe tanto scaricare questa energia su qualcosa o qualcuno, ma che al momento non ne ha la possibilità.

Today is the right day to speak about animal print, since I've the leopard push. I just have not to consider the fact that this leopard would like to take my anger on something or somebody, but at the moment he cannot.


 
Solo un paio di regole:
1) mai mischiare tra loro fantasie animal print;
2) non esagerare. Un accessorio (come un capo) animal print non è volgare di per sé, è volgare il modo di portarlo.
 
Just 2 rules:
1) Don' t mix up animal prints;
2) do not overdue. An animal-print accessory (as an animal-print garment) is not vulgar by itself, it's the way you wear it than get vulgar.

Qualche esempio:
Some examples:

1) Le ballerine zebrate, leopardate, giraffate ... con un semplicissimo mini-abito nero:
1) Animal print flat shoes with a very plain black mini-dress:
animal print flat shoes


2) Mini-abito marrone, borsa maculata, Mary Jane's nere:
2) Brown mini-dress, animal print bag, black Mary Jane's:
brown and animal print


3) Scarpe maculate con tacco alto & total look nero:
3) Animal-print stilettos & black total look:
animal print stilettos


4) Pantaloncini, stivali e grande borsa maculata:
4) Shorts, boots and animal-print maxi-bag:
shorts with a very big animal print bag


5) Le scarpe zebrate (per una persona...) con il nero. E i gioielli in oro giallo:
5) zebra-print shoes (these are for a special person) with black. And yellow gold jewels:
zebra print shoes


6) E poi...io mi sono innamorata di queste scarpe:
6) And...I fell in love with these shoes:
lovely animal print sandals


La prossima settimana lancerò una nuova tappa della competition.
Dedicata interamente all' animal-print.
Studiate, preparatevi, sognate...perchè sarà difficile (Sì, anche per Zia Assunta...).

Next week I will launch a new stage of the competition, totally dedicated to animal-print.
In the meantime, study, prepare yourselves, dream...because - I'm warning you - it will be a hard examination (yes, even for Aunt Assunta).

martedì 1 febbraio 2011

Segreti di bellezza

Questa mattina mi sono svegliata alle 6 e mi sono fatta la ceretta. Perchè io preferisco farmi del male da sola, piuttosto che farmelo fare dagli altri, a tradimento.
Mi sono strappata le sopracciglia con la pinzetta, anche se a me piacciono abbastanza incolte, al naturale.
Mi sono tolta lo smalto.
Tutto procedeva liscio come l' olio. Ore 6,25: avevo fatto tutto.
Stavo per entrare in doccia quando mi sono ricordata che lo shampoo era stato spudoratamente finito dal Moschettiere, ieri sera. E io lo avevo anche notato.

Questa era già una di quelle mattine in cui mi guardo allo specchio e mi passo e ripasso le mani sul viso sperando di cambiare sembianze, di trasformarmi in una bella ragazza di colore con i capelli riccissimi e tutti in piedi sulla testa (è uno dei miei sogni).
Ma questa era già una delle mattine in cui i miei capelli erano più lisci del solito.

Devo dire però che il fatto di non avere lo shampoo non mi ha mandata in crisi. Anzi.
Ho semplicemente messo in pratica uno dei "trucchi della nonna", quelli che ostinatamente continuo ad usare su di me e su mio figlio.
Questo, nello specifico, consiste nel:

1) prendere del borotalco;
2) buttarselo sulla testa avendo cura di coprire anche i capelli sotto (quindi spostarli con il pettine, delicatamente);
3) lasciarlo agire;
4) non spaventarsi;
5) prendere un asciugamano pulito e sfrizionare a palla;
6) spazzolare tantissimo;
7) assaporare il meraviglioso profumo di borotalco che sprigionano ora i vostri capelli.

Forse oggi il mega-cliente che aspetto mi dirà: "Ehi, there's something white on your hair!"
Ma io gli risponderò: "Yes, my darling. There is actually something white on my hair. But, please, please...note how good and clean it smells!"

Quanto sono chic???