mercoledì 27 aprile 2011

Come indossare i fiori nella vita di tutti i giorni {primavera}

Volevate qualche consiglio su come indossare i fiori?
Ma ecco qui che vi ho accontentata!
(basta poco, basta poco...)

martedì 19 aprile 2011

Buona passeggiata, donne. {accessori fatti di fiori. o quasi}

E se la sera, in primavera, ci infilassimo un paio di shorts di un marrone chiaro (anche detto color talpa), una maglia testa di moro (o nera), un paio di scarpe da tennis e completassimo il tutto con dei guantini in suede giallo mais e una clutch bag fiorata (meglio se della nonna)?
Per andare dove? Naturalmente a spasso per le colline, i giardinetti del quartiere, il parco cittadino, i campi di lavanda.

Buona passeggiata, donne.

(foto scattata da Francesco, un pomeriggio di primavera. mentre la sua mamma decideva cosa indossare per andar per campi di lavanda)

mercoledì 13 aprile 2011

Cosi' coltiviamo la nostra anima. E la vestiamo.

"Ogni pianta ci insegna la pazienza e la capacita' di osservare, lo stupore e il rispetto, la gioia e talvolta il rimpianto, e quando si trova nel nostro vaso o nel nostro giardino richiede da noi AMORE, comprensione e cura. Puo' darci FIDUCIA nella forza della natura e, di conseguenza, nella vita stessa."

"Osservare, imparare e lavorare insieme in giardino per genitori e figli mi pare un elemento della massima importanza. (...) Avere confidenza con uomini, animali, alberi e piante del proprio ambiente, come anche il corso del sole, della luna e delle stelle, contribuisce in maniera decisiva all' orientamento, alla sicurezza e al radicamento di un bambino nel mondo e nella vita in generale."

da "Il giardino come spazio interiore", Ruth Ammann*

Lo scrivo qui, perche' ormai questa e' casa mia (ma e' scritto anche sui biglietti che lascio nelle mie scatole, come sempre): quando smettero' di curare le mie piante, vorra' dire che saro' morta. Perche' avro' smesso di coltivare anche la mia anima.
E trasmettere a Francesco questo senso di appartenenza alla terra (non intesa come paese ma come terra fisica, palpabile, profumata), questo affidarsi ai ritmi della natura, questo mimetizzarsi nel verde - non per nascondersi, ma per mischiarsi - e' una delle mie missioni.

Se penso al mio passato, mi chiedo come potevo accontentarmi di trovare pace solo nel coltivare i pochi vasi che mi permetteva il mio balcone cittadino.
E infatti non avevo trovato la pace.
Ora che vivo in un paese ben diverso dalla metropoli in cui abitavo prima, sento che la gente mi osserva. Guarda i miei tacchi, i colori che mi gira di combinare insieme e, secondo me, mi da' per spacciata, precaria in quella terra. Come se pensasse: "Questa qui, con quei tacchi, quei vestiti, non durera' molto lontano dalla citta'".
E invece no. Il mio, il nostro corpo e' vestito da cittadino. Ma la nostra anima e' coltivata come se fosse un fiore di campo: naturale, semplice, libera.

In ogni caso, spacciata o no, io non abbandonero' mai i miei tacchi. E Francesco le sue scarpe gialle. Ci dispiace per tutti quelli che ci pensano prigionieri dei nostri vestiti. Semplicemente, noi amiamo il nostro corpo - per questo lo vestiamo bene - e la nostra anima - per questo la curiamo come se fosse una margherita (o un lappio) ai bordi di un campo di grano.


(una volta, una donna salutò così la propria terra che scompariva lontano:"Le tue erbe mi cresceranno fra i pensieri e chi mi sarà vicino le sentirà fiorire. I tuoi uccelli mi abiteranno nella voce e chi mi verrà accanto ti potrà ascoltare. Sarai un battito così profondo che la notte, il buio, non lascerà parlare la solitudine." Il bambino, intanto, vicino a sua madre, dormendo sognava di essere un seme avventuroso trasportato dall' acqua e pronto a mettere radici in ogni terra. Da "Nove storie sull' amore", Giovanna Zoboli e Ana Ventura**)

* ricevuto da Gloria. Mi aveva guardata dentro prima di avermi incontrata.
** uno dei più bei libri d' amore che abbia mai letto.

P.s. Secondo me, se le margherite potessero camminare, lo farebbero con un tacco 12. E i lappi con le scarpe gialle come i loro petali {sogni}

martedì 12 aprile 2011

Le mie domeniche mattina invernali. Viste dalla primavera.

Ecco una parte (consistente) del mio mondo.
Anche questa sono io:  quella che va a spulciare, rovistare.
Le soleggiate domeniche invernali sono il momento che preferisco per farlo. Perchè il sole mette in evidenzia la polvere e gli oggetti sui banchi mi piacciono ancora di più.

mercoledì 6 aprile 2011

Giallo. Stelle di inizio aprile.

Ieri e' stata una brutta giornata. Ecco.
Un po' per colpa mia. O meglio, della mia lingua che non sta mai ferma, povera vittima del mio carattere. Insomma, per colpa mia.
Un po' per altri motivi, non dipendenti da me.

Ho deciso allora di causarmi un po' di felicità portando me e Francesco a vedere le stelle.
C' è un piccolo osservatorio astronomico su una collina.
Insomma, vedere Saturno (S A T U R N O! Ripeteva Francesco) mi ha aperto il cuore. Gli ho chiesto di non venirmi più contro (ma so che con le congiunzioni astrali c' è poco da fare).
Forse è vero, mi basta poco, come mi hanno detto, ma vorrei che questo poco bastasse a tutti.
La sera, prima di dormire, ho pensato alle stelle.
E stamattina avrei anche voluto vestirmi così:

after seeing the stars



Poi ho realizzato che i vestiti gialli che ho sono troppo gialli per l' inizio di aprile.
E così mi sono ripigliata e con un paio di jeans e una t-shirt blu sono uscita di casa.
Ai piedi, però, mi sono messa un paio di scarpe piene di pietre preziose.




domenica 3 aprile 2011

sposto lo sguardo un po' più in là (vintage flower earrings)

Da qualche tempo guardo con sospetto le piccole rughe (sono piccole, vero?) che ora contornano i lati della mia bocca.
Sono i segni lasciati dai sorrisi, qualcuno dice.
Sarà anche così ma io, stasera, indosso dei fiori. E lo sguardo, se vuole, si sposta un po' più in là.
Se vuole, ripeto. Se no, che contìnui a guardare le mie rughe. Io continuerò ad indossare fiori  - non per spostare sguardi, ma (anche) perchè mi piacciono :).



p.s. Quando ero una ragazzina, pensavo all' anno 2000.
Mi dicevo: "Avrò 23 anni. VENTITRE'!"
Sono passati altri 11 anni da quel 2000. E mi sento ancora molto ragazzina, mentre gioco con gli orecchini vintage e fotografo le mie rughe.