venerdì 31 maggio 2013

Mi succede ancora

...di tornare bambina. Nelle risate, nelle scoperte, nelle delusioni.
A volte guardo Francesco e mi sento come lui quando mi chiede di fermare la macchina per raccogliere un fiore. O forse è lui che è come me.
Beh, lui ha quella cosa che si butta sul divano piangendo perché è rimasto male per qualche cosa. E io vorrei fare lo stesso: piangere in modo straziante, con le lacrime grosse, rotonde, e farmi diventare le guance rosse come le sue. E poi, se mi fanno il solletico, incomincio a ridere e mi dimentico il dispiacere.
Francesco ora sa riconoscere alcune piante guardando le foglie o la corteccia. Mi viene da piangere quando mi fa queste cose.

Il Moschettiere ieri sera è arrivato a casa con un regalo per Francesco. E lui, che odia il calcio, ha giocato a pallone per un bel po' prima di cena.
Rientrando in casa mi ha detto "Per amore, si fa anche questo".

p.s. Ehi, anche io ho avuto un regalo (disse Paola con gli occhi a cuore)

giovedì 23 maggio 2013

Nonostante tutta questa premessa

Gli oroscopi non mi piacciono, mi mettono ansia. Se sono in macchina e alla radio ne mandano uno, io cambio frequenza. E i primi giorni dell'anno - uuuh - è uno strazio perché tutti ti vogliono dire cosa farai, come starai.
Ci sono volte, però, che nonostante tutta questa premessa, mi viene voglia di sapere cosa dicono le stelle sul mio futuro (si chiama masochismo). E la scorsa settimana è stata una di quelle volte.
Come tutte le volte precedenti, sono stata ben attenta ad andare a cercare il contesto giusto, quello che l'oroscopo mi diceva chiaramente di lasciar perdere. E sono stata fortunata, ne ho trovato più di uno.
Poi, ecco, come sempre mi sono pentita di aver letto l'oroscopo.
Anche tornando da Torino, domenica, in macchina, mentre piangevo sotto gli occhiali da sole, ho dato a lui la colpa. Come si può dare la colpa ad un oroscopo?
Non lo so, so solo che poi, quando realizzo che mi sono sfogata e magari ho pianto perché, così, ho tenuto tutto dentro e non ho vomitato tutto come serve a me, allora l'oroscopo sparisce.
E ritorno io, piano piano, con gli occhi rossi e le scarpe alte che affondano nella terra. Si chiama resilienza, questa spinta che ti fa rialzare.
C'è una mia amica che, puntuale come un oroscopo, mi aveva nominato questa parola all'inizio dell'anno. Ora credo se la sia dimenticata ma, lo so, presto riuscirà a ripeterla millemila volte davanti allo specchio e poi se la ristamperà sul cuore.

venerdì 17 maggio 2013

Fratelli, libri e anelli di carta

Ieri è arrivato da noi il fratellino di Francesco e io ho trascorso la mattina ad emozionarmi per lui, in attesa che tornasse da scuola e lo trovasse in cucina a gattonare.
E' rimasto senza parole. E dopo un attimo si è buttato a terra con lui.
Sono contenta di tutto questo, è quello che volevo. E questo è solo l'inizio del loro percorso insieme.
Su questo diario rimarrà scritta la pagina della prima volta in cui L. è stato qui da noi a dormire, ma anche quella che vede due mamme unite da un affetto semplice e consapevole del fatto che i loro figli meritano questo e molto altro.

Tra poco uscirà il mio libro (o manuale, che dir si voglia) e ancora non ho realizzato se sarò pronta a seguirlo, a sentirmi dire cosa ne pensano gli altri, a vederlo come una creatura che è frutto di tanti anni di lavoro ma non vuole e non deve essere pretenziosa.
Come tante cose nella mia vita, è arrivato all'improvviso e ha rubato con voracità una parte dei miei giorni e ora che deve solo essere incorniciato e presentato alla società mi sembra di dovergli già qualcosa, come se fosse un figlio.

E' passata la festa della mamma, ormai da giorni. E l'abbiamo trascorsa vestiti d'estate. Francesco mi ha preparato un disegno e per l'ennesima volta mi ha assicurato che mi regalerà una serra. 
Per ora, mi accontento (e alla grande) di oggetti fatti di carta. E nel cuore spero che ritornino presto le gonne svolazzanti e leggere dei giorni scorsi mentre sì, lo ammetto, sogno anche di avere una serra. Prima o poi.



lunedì 13 maggio 2013

Stylish Monferrato

C'è questo mercatino, a Casale Monferrato, ogni secondo week-end del mese, dove si comprano passamanerie e gioielli vintage, mobili di modernariato, dischi, lenzuola di lino ricamate.
Quest'anno, un po' per l'operazione al ginocchio, un po' perché non lo so, non ci sono andata molte volte e, tornandoci sabato scorso, ho pensato di essere stata proprio una stupida.
C'è una bancarella, in particolare, che mi piace terribilmente. Vende gioielli vintage e tra i tanti ci sono sempre pezzi di Kenneth Lane, Coro, Chanel, Valentino.
Dall'inizio della mia carriera di cercatrice di pezzi vintage, venti anni fa, ho cambiato diverse volte preferenze e, se intorno ai vent'anni non potevo non ricoprirmi di bracciali in bachelite, ora non posso fare a meno degli orecchini. 
Li conto tra gli accessori che, con più semplicità, può deviare un look verso la direzione che voglio fargli prendere: con un paio di jeans stracciati metto solitamente delle perle piccole e semplici, con un abito basico, in colori neutri, indosso grandi orecchini colorati.
Complice il caldo che è finalmente arrivato, penso di archiviare per un po' la bachelite nera (aspetterò settembre per usarl ancora, quando la pelle sarà abbronzata e avrà perso quel velo di rosso che arriva la sera, dopo una giornata al mare) sostituendola con i colori: il verde con il cipria, il giallo con il bianco, il blu con il verde, e così via, verso l'estate.

Orecchini vintage Valentino

martedì 7 maggio 2013

Le cose che so fare (e le novità che stanno sbocciando)

Quando ho cominciato a lavorare, mi ricordo che un giorno mi sono fermata e ho pensato: "Ehi, sono capace!". Perché quando studiavo e facevo lavoretti saltuari non avevo mai avuto questa conferma. Semplicemente, vivevo nel dubbio del: "Ma poi, quando sarò io seduta ad una scrivania e mi arriveranno le email e le telefonate e mille altre cose...sarò capace di lavorare davvero?".
Poi, piano piano, si sono delineate meglio le attitudini, le capacità e anche le passioni. Altre ne sono nate, maturando. 
E ora, che ho quasi 36 anni, sono diventata competente su cose che mi facevano paura, proprio perché erano così indefinite, creative. Non sono mai stata una ragioniera, insomma. Ci sono stati momenti in cui - giuro - avrei voluto fare la vigilessa, star lì in mezzo ad un incrocio e vedere il traffico scorrere in modo regolamentato e all' interno di corsie ben predefinite. Ecco, avrei voluto questo per un po'.
E invece la mia indole sognatrice che mai smette di pensare, progettare, creare, mi ha portata dove sono. Se mi guardo indietro mi vedo su una mongolfiera, trasportata dal vento che solo poche volte ho ostacolato abbassandomi di quota. 

Insomma, le cose che so fare sono quelle in cui ho creduto. 
Da poco ho scritto un libro e l'ho fatto di getto, come molte altre cose che fatto nella vita, appunto. Uscirà a fine maggio e per me metterlo in vendita significa anche regalare un pezzo del mio lavoro e parte del tempo passato in showroom o davanti ad armadi sconosciuti cercando di far sentire più belle molte donne.

Ma anche in questa fase della mia vita percorro due strade che sembrano parallele ma che in realtà si incrociano spesso nella moltutudine di colori e nella ricerca dello stile e della perfezione degli accostamenti. 
Ormai lo sapete, i fiori sono parte di me, proprio come lo sono i tacchi. Senza fiori e tacchi non sarei io. E così è nato "Giardini e Giardinetti", il sito in cui parlo della mia attività extra-showroom, quella di progettista di giardini (Anche se io preferisco i giardinetti, mi fanno tenerezza e si lasciano riempire di piante in modo più semplice e naturale).

E poi, visto che noi siamo creativi ma anche un po' abitudinari, portiamo avanti i nostri vecchi progetti. Ora che la primavera sembra essere finalmente sbocciata, la portiamo anche in casa e la attacchiamo sui biglietti per far felice qualcuno.

Mi piacerebbe, comunque, far contento anche chi avrà la voglia di leggere il mio libro e chi seguirà Giardini e Giardinetti. 
Per ora, un grazie a Lagom Sciué per avermi permesso di parlare dello stile che più mi piace, quello quotidiano, e per avermi fatto trovare questa frase che, oggi ma anche sempre, è perfetta per me:

"Una mente creativa sopravvive
a qualunque genere e tipo di cattiva educazione"
lo ha detto Anna Freud

lunedì 6 maggio 2013

Ti racconto il coraggio, #senzamacchiasenzapaura


Onestamente, vado fiera delle scelte che ho fatto nella mia vita. Non dico che non siano discutibili e a volte mi dilungo in spiegazioni - spesso dolorose - per fare capire, anche se solo lontanamente, il coraggio che ho riversato nelle mie gambe per prendere una strada invece di un' altra.
Ci sono stati momenti in cui mi è bastata una frase per decidere, un mucchietto di parole che in quel momento si sono incastrate perfettamente come in un puzzle facendo scattare nella mia testa un meccanismo automatico, ben oliato e perfettamente funzionante che ha fatto muovere le mie gambe, le mie braccia, il mio cuore.
Non mi sono mai fermata, nemmeno ora, nonostante abbia timore per questo futuro indefinito e per quel piccolo di quasi sette anni che ora legge, scrive, conta ma ancora non sa che nel mondo ci sono cose talmente grandi e persone talmente forti da influenzare le nostre vite.
Penso a tutte le mamme che provano le stesse cose e non possono scappare, vanno avanti cercando di travolgere i propri figli con l' entusiasmo, la determinazione, la speranza che - sempre e comunque - bisogna avere.
Per questo ho accettato di partecipare alla campagna Eucerin: mi ha permesso di parlare e di farlo come donna e come mamma. Non solo, mi ha chiesto di aprirmi e di raccontare il coraggio, che è una cose che cerco quotidianamente di trasmettere a mio figlio, attraverso i suoi oggetti, le sue sfide, i rapporti che ha con gli altri.
Facile non è, ma i sogni vanno cercati, consumati, inseguiti senza paura. Stando fermi, infatti, si può solo sperare nella fortuna. E, si sa, la fortuna aiuta solo gli audaci.

Per partecipare al concorso Eucerin «Senza Macchia, Senza Paura», tirate fuori il vostro coraggio e raccontatelo con non più di 140 caratteri sul tema #senzamacchiasenzapaura. 
In palio ci sono 10 abbonamenti a Donna Moderna con instant win. 
I testi migliori verranno premiati (tramite valutazione di una giuria) con 2 smart TV Samsung e la possibilità di diventare “testimonial Eucerin” all’interno di uno spazio Pubbliredazionale su Donna Moderna.
Trovate qui tutti i post relativi all'iniziativa.





giovedì 2 maggio 2013

La mattina, i bambini.

Quando accompagno Francesco allo scuolabus ci sono sempre due bambini - che avranno più o meno 10 anni - che sono già sul pulmino. Arrivano dalla "Casa dei bambini", così la chiamiamo noi, una casa-famiglia che si trova appena sopra la salita di casa nostra in cui vivono ragazze madri ma anche bimbi che non possono stare con i loro genitori o che sono stati abbandonati.
Ecco, io, quando saluto Francesco dicendogli "Ciao amore, ci vediamo oggi", vorrei allungare la mano e dare una carezza anche a quei bambini. 
Lo so, cado nel patetico, ma a me dispiace.
Perché la mattina, i bambini, si svegliano che sono profumati e poi vogliono un bacio. Non hanno voglia di fare niente perché devono andare a scuola. 
La mattina, i bambini ti raccontano i loro sogni e i sogni sono segreti importanti da custodire, non si possono dire a tutti. 
La mattina, i bambini hanno la cartella che pesa e devono anche salire sul pulmino. Spesso inciampano.
A volte li vedo tutti insieme, che vanno a fare una passeggiata con le ragazze che a turno lavorano lì. Sono di tutte le età, alcuni neonati. E a me viene da piangere.