lunedì 30 gennaio 2012

Bianco. Blu. Beige.


Abbinamento quanto mai estivo, il bianco con il blu. Ma, contrariamente a quanto raccontano i ricordi (che nella mia testa parlano solo di un bianco soffice - quasi panna - e non dei toni freddi del ghiaccio), quando arriva la neve le sfumature sono decisamente quelle.
In realtà, spunta anche qualche accostamento più caldo, scendendo dalla collina, nel punto in cui l' argine della strada è costellato di canneti quasi gialli.
Amo il beige affiancato al bianco. Lo scalda.
Per questo, in questi giorni, lo pizzico dall' armadio. E nascondo l 'oro sotto le maglie pesanti con le toppe ai gomiti.
White snow, warm colors clothes



lunedì 23 gennaio 2012

Francesco

Francesco ha due scatole tutte sue. Una, in un tessuto giallo pieno di grandi fiori, è quella che io gli ho regalato quando era nella pancia. Contiene, tra le tante lettere d' amore che gli ho sempre "mandato", il pezzettino di cordone ombelicale che gli è caduto quando aveva 10 giorni e varie ciocche dei ricci biondi che gli sono state tagliate in questi anni.
Questa scatola è una cosa molto intima. Talmente intima, che non ho avuto il coraggio di fotografarla. Magari un giorno lo farò.
L' altra scatola, rotonda e non molto grande, di un tessuto verde e bianco, gli è stata regalata da me qualche mese fa e un suo caro amico ne ha una uguale a lui. Tutti e due hanno avuto la possibilità di metterci dentro ciò che volevano e che più consideravano importante.

Francesco bacia i fiori. Ama la natura e so che la ama davvero. Cioè, so che mi dice certe cose perchè sa che mi fa piacere, ma so anche che il verde è davvero il suo colore preferito e che lo è davvero perchè è quello delle foglie. Davvero davvero.

La sua scatola verde e bianca ne contiene molte. Le altre sono state messe nel nostro libro delle foglie, belle spiaccicate. E ora dobbiamo andare alla ricerca di quelle che ci mancano.

Francesco un giorno è caduto mentre aiutava la sua mamma a guidare le pecorelle fino al loro recinto. Loro, Gelsomino più di tutte, sono ribelli e scappano sempre. Una gli ha persino tirato una musata e lui, atterrando sul prato, ha mangiato terra e erba.
Ma, visto che è un figo, ha pianto molto poco e ha evitato per un po' di guardare allo specchio la sua faccia graffiata. E poco tempo dopo si è fatto fotografare facendo una smorfia e ha ripreso a lavorare come aiutante del pastore capo, il Moschettiere.

Francesco ha i pantaloni con le bretelle. Una mantella. Le scarpe di feltro blu elettrico che gli ho portato da NY. E gira per casa vestito da Spider Man.
Ha capito che da grande non potrà fare il super-eroe come lavoro. Per questo sarà un grande, grandissimo esploratore.


venerdì 20 gennaio 2012

Cognac {Color}

Non è il momento, lo so. Ma sapete che a me piace sognare.
Negli ultimi anni ho sviluppato questo amore viscerale per gli accessori color cognac. Lo trovo elegante ma naturale. Sofisticato ma abbinabile praticamente a qualsiasi colore. Mi piace in inverno, per schiarire i grigi e i blu notte, ma anche in estate perchè lo faccio giocare con tutti gli altri colori, soprattutto il verde e il bianco.

Mi piacerebbe, per esempio, questa:



per non tradire il mio primo amore, YSL. Ma mi farei anche un bel giro con una Chanel 2.55 chiusura classica. Color cognac, ovviamente.

Comunque, parlando di cose serie, e cioè di sogni.
Cognac o non cognac, in questo momento, se devo sognare, sogno di partire di nuovo. Verso il Perù o la Cina, passando dalla mia NYC.
Lo so, lo so. Non dite niente, non cambierò MAI ;)

giovedì 12 gennaio 2012

Di fiori e di vestiti [quali sono i nostri strumenti?]

Non lo nascondo, prima di Natale ho attraversato un momento molto difficile (n.d.a.: francamente, mi risulta difficile giustificare la goduria di certe persone di fronte a questo).
*Momento difficile* nel mio linguaggio corrisponde a *la fine del mondo*. Tanto è vero che, con il senno di poi, mi rendo conto che il Moschettiere mi vuole proprio bene e che il suo sdrammatizzare, che mi fa anche tanto incazzare, alla fine mi salva.
Ma quanto è difficile. Se è vero che tendo spudoratamente e incontrollabilmente a creare tempeste in bicchieri d' acqua, è anche vero che ora mi auto-giustifico dicendo che quello che sono oggi, in questo preciso momento, è il risultato degli sforzi che ho fatto negli ultimi anni e delle salite che ho affrontato, un po' per scelta un po' perchè qualcuno mi ha portato su quella strada. Insomma, ci sono arrivata stanca a questo momento. Non sono una martire, per carità, ma per una come me che ha abitato nella stessa casa per 27 anni è stato facile accusare molto forte il colpo di qualche trasloco, tante tantissime parole (e non tutte felici) e di un definitivo e radicale cambiamento di vita, abitudini, aria. Colpo accusato, ovviamente, quando mi sono fermata.
La cosa che mi preoccupa, ma che mi rincuora allo stesso tempo (!), è che, come basta poco per farmi vedere la fine del mondo, basta altrettanto poco per farmi cambiare la prospettiva delle cose. Capita che sia stremata - non solo stanca - e, improvvisamente, ribaltando le idee nella testa, rinasco anche a livello fisico. Spesso non so giustificare come io riesca ad uscire da certi momenti, perchè credo di capirmi solo io.
Tante volte ci scherzo sopra e illudo me e gli altri che una sessione di shopping possa disinfettarmi le ferite. E invece, anche in questo, io sono strana. Certo, mi fa bene. Ma il mio rapporto con i vestiti è talmente naturale, istintivo, continuo, che non li ho mai visti come uno strumento o, tanto meno, una medicina.
Piuttosto, tendo ad affidarmi ai fiori. Perchè lì sono meno irresponsabile, mi affido ai manuali (e, a volte, alla sapienza popolare, in cui credo fermamente), calcolo i tempi, ragiono. In fondo, mi prendo cura di esseri viventi e sono figlia e suddita devota della nostra grande madre, la Natura.
Con i vestiti, invece, sono troppo diretta, sicura. So benissimo ciò che devo fare, non devo rendere conto a nessuno. E non mi basta comprarne uno - o dieci - per mandar via la tempesta che ho dentro. Preferisco sognare un' intera collezione  (e non mi basta nemmeno questo :D).

venerdì 6 gennaio 2012

Racconti al ritorno dalla nostra grande mela

Io e il Moschettiere eravamo già stati a NY, ma mai insieme. Quindi questa è stata la nostra prima volta.
Dio, quant' è bella questa città. E il Chrysler, il mio grattacielo preferito. 
E' l' atmosfera a comandare; mentre fai colazione sulla Madison - nell' Upper Esat side - e Sinatra canta in sottofondo, prendi un hot-dog in Times Square a suon di rap, il jazz ti confonde le idee tra i clacson di Soho e la pacatezza del Greenwich. E poi vai ad Harlem...ed è tutta un' altra musica.









mercoledì 4 gennaio 2012

Stylish Classes from NYC

Lo stile newyorkese? Sembra non ci sia, osservando quella multitudine di gente e di culture che invade le strade di Manhattan. E invece c' e'.
C' e' perche' e' quello che e' questa citta': elegantemente scazzata. E altrettando elegantemente scazzate vanno in giro le ragazze, portando a passeggio il cagnolino e tenendo nell' altra mano il solito mitico bicchierone di caffe'.
Fuseaux o 5 tasche stretch o ancora pantaloni scuri leggermente morbidi. Rigorosamente infilati negli stivali Ugg (che io non sopporto, ma che devono tenere un gran caldo) o in altri stivali/stivaletti possibilmente dotati di pellicciotto interno.
Mega pullover un po' maschili, morbidi, abbondanti. O camicette di seta e cardigan.
Il tutto rigorosamente coperto da cappotti oversize o pellicciotti vintage (quelli con le spalle belle evidenti magari grigio perla, che devi essere davvero figa per metterli) o ancora parka sportivi o giubbini in pelle con il pelo, anni '80.

Due piccoli suggerimenti, se nel freddo invernale volete imitare questo stile che, a dirla tutta, e' davvero comodo.
Se non siete magrissime, scegliete delle maglie collo alto in colori scuri abbinando, per esempio, il blu e il nero. Non usate pellicce o giacconi troppo spessi ed evitate gli stivaletti con la punta troppo arrotondata e piatti, che schiacciano la figura. Sceglieteli con un leggero tacco, anche solo di 2/3 cm, per aiutarvi a slanciarvi e puntate su un bel cappotto blu - lungo, se siete alte.
Se siete molto magre, invece, potete abbondare con i volumi ma proporzionandoli (se per esempio avete le gambe molto magre - come me, sigh! - mettete pure una maglia morbida ma che non sia troppo abbondante e scegliete in abbinamento dei pantaloni morbidi, non troppo stretti, per evitare l' effetto *dodo*); portate un cappotto o un giaccone con la cintura in vita, che aiuta a creare volume (cosa da avitare se avete, invece, molto seno) oppure aggiungete una cinturina alla maglia.
La borsa? A tracolla o clutch, assolutamente. Con le borchie, se indossate un elegante e lungo cappotto blu; basica e senza fronzoli con il parka o la pelliccia.


(Photo credit The Sartorialist - tag New York)

Ma la cosa bella di New York e' che tutto questo non vale.
E si puo' uscire tranquillamente in pigiama anzi, con uno street pijama , mica uno qualsiasi. Con elegante scazzo.