Visualizzazione post con etichetta audrey. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta audrey. Mostra tutti i post

lunedì 28 giugno 2010

ma tu lo senti il profumo del grano?

Io gli sono aggrappata come l' edera al muro.
Lui guida la sua moto sulle colline. Su e giù. Tra i boschi.
E si ferma solo perchè gli ho chiesto di scendere per poter vedere se quel fucsia inaspettato poteva essere quello che stavo pensando. E infatti. Pisello Odoroso selvatico. "Che culo" penso io. Solo io, certo.
Dopo una breve analisi, ripartiamo e io mi ri-attanaglio a lui.

Mi osservo nello specchietto. Per quel poco che si può intravedere sotto il casco da formica atomica. Ho le guance rosse rosse. Ci credo, sono stata sul bordo della piscina all' ora di pranzo. A parlare di uomini.
Per fortuna poi abbiamo cantato con la chitarra. E sono impazzita.
Come per tutte le cose, io avrei voluto andare avanti per ore ed ore. Ma poi io capisco anche che la gente si stanchi. Cioè. Veramente non lo capisco. Ma mi sforzo.
Mamma, quanto vorrei che Francesco fosse qui.
Salendo sulla collina il Moschettiere rallenta e mi chiede: "Ma tu lo senti il profumo del grano?"
E due curve dopo: "E quello della lavanda?".
Ecco, lui è quello dei profumi. Quelli della natura, perchè gli altri sono vietati ( che da quando lo conosco ho dovuto ridurre drasticamente le dosi del mio profumo vintage. Peccato, mi piaceva puzzare come Audrey Hepburn ).
Quando ci stavamo conoscendo, mi ricordo che durante una passeggiata nei boschi con degli amici, lui si era fermato e aveva chiesto: "lo sentite il profumo del verde che sta nascendo?".
Era primavera.
Io mi ero fermata. E devo averlo guardato come un marziano. Ma per tanti minuti.
Cioè, io ero abituata all' uomo canonico, sapete ... quello poco sensibile, che ha il pensiero fisso, che anzichè aver voglia di andar per boschi staziona per ore davanti alla TV guardando una discussione feroce su una partita di calcio giocata la settimana prima. Quello che in un bosco - metti proprio che quella mattina non c'era nessuna discussione feroce su nessuna partita di nessuna squadra - salendo su una stradina, avrebbe potuto dire ad una amico, che ne so: "Oh. Guarda che bel culo che ha la moglie di X! Che figata queste gite in salita ... ti fanno scoprire delle belle cose ... Eh eh".
Strada facendo, ho scoperto che anche lui, il Moschettiere, anche se in modo sicuramente più discreto, guarda il culo delle altre donne. Ma mi sembra anche normale, eccheccavolo. E' un uomo anche lui, povero Moschettiere.
Perchè tra l' altro, in piscina, domenica pomeriggio si parlava di come gli uomini si dividano in due categorie: quelli a cui piacciono le tette e quelli a cui piace il sedere delle donne ( oh, se lo sono detti da soli ).
Chissà perchè non c' è mai stato un uomo appartenente alla prima categoria che mi abbia filato. Ma a me va bene così.
E' certamente più raro incontrare qualcuno che si accorga che il verde abbia un profumo. Soprattutto quello che sta nascendo.


foto: la "nostra" collina alla prima e alla terza curva. e sopra, ovviamente, il pisello odoroso selvatico. gran bel fiore.

mercoledì 12 maggio 2010

dedicato a chi ha le competenze, ma ancora non lo sa


Giorni di libri. Un po' perche' Cinzia mi ha tentata e quasi quasi mi viene anche voglia di tornare a leggere nella mia amata madrelingua. E un po' perche', quando il Moschettiere mi ha fatto notare che ogni lunedi' appariva sul suo computer un promemoria per ricordarsi di comprare questo libro e ogni settimana doveva rimandare l' acquisto per la mancanza di tempo, mi ha fatto tenerezza e mi sono fiondata con questa scusa nella mia amata libreria.
Francesco ha scelto tipo 8 libri e io li ho comprati tutti - non posso resistere alla sua voglia di scoperta.
Nonostante abbia opposto resistenza alla sezione libri in inglese ( e solo perche' in aeroporto ho comprato una scorta che dovrebbe durare mesi ), la ragazza alla cassa - che ormai conosce me e le mie passioni - non si e' fatta scrupoli nell' offrirmi su un piatto d' argento l' ennesima tentazione: l' ultimo libro su di lei, Audrey. In particolare, si tratta di una serie di scatti e qualche riga sui dietro le quinte di "Sabrina".
.
A casa, mentre Francesco apriva le finestrelle del suo libro a tema "cantiere", il suo preferito, e il libro per il Moschettiere attendeva di diventare sorpresa, mi sono seduta in veranda e ho cominciato a sfogliare il mio acquisto.
.
Ormai sono troppo vecchia per non credere alle coincidenze della vita. E se mi aveva colpito al volo una frase di Audrey, in cui diceva che in ogni fase della sua carriera sentiva di non avere le competenze necessarie ( ?!? ), oggi, quando un' amica - purtroppo troppo virtuale e lontana fisicamente - mi ha parlato di competenze - competenze miste a sogni - ne ho avuto la conferma.
La conferma che le coincidenze esistono. Che i sogni esistono. E che le competenze forse no.
Forse. Forse esistono solo in determinati contesti. E forse si acquisiscono col tempo o tirando fuori la passione, non solo studiando. Forse dovrebbero insegnarci da piccoli ad essere competenti nel sognare. Che e' un gran bel lavoro. E un gran bel casino. Dovrebbero darci un manuale d' istruzioni. Dove potrebbe essere segnalato : " qui sognare con cautela" e " qui buttati, tranquilla, e' un sogno realizzabile".
.
C' e' un film che a me ha cambiato la vita. A me. A me che - porco cane, sono nata Sagittario - ottimista non sono mai stata. Avventurosa si', ma solo nelle foreste, sui fiumi. Nei sentimenti no. A me, che ho sempre pensato fosse impossibile cambiare.
Non che sia diventata ottimista, eh? No, solo piu' sfrontata, sfacciata nei confronti della vita.
.
Lo so, sono pensieri sparsi. Non e' facile capirli. Ma ... " Io sono una romantica realista. Non e' impossibile, sapete? " Audrey Hepburn.
.
"I believe in pink. I believe laughing is the best calorie burner. I believe in kissing, kissing a lot. I believe in being strong when everything seems to be going wrong. I believe that happy girls are the prettiest girls. I believe that tomorrow is another day, and I believe in miracles."
"Io credo nel "rosa". Credo che ridere sia il modo migliore per bruciare calorie. Credo nei baci, molti baci. Credo nel diventare forte quando tutto sembra andare storto. Credo che le ragazze felici siano le ragazze più belle. Credo che domani sarà un altro giorno, ed io credo nei miracoli."
Audrey Hepburn. Si', ancora.

giovedì 25 marzo 2010

"Indossa un paio di tacchi alti e ti sentirai un' altra", Manolo Blahnik


Sguazzo nella moda da quando sono stata sfornata dalle scuole superiori. Ho sempre venduto abiti costosi, lavorato in ambienti ricercati, puliti, raffinati, fatto la pipì in bagni dal design d' autore.
Ma sono una "ragazza" semplice. Quello è il mio lavoro, la mia vita privata è un' altra cosa. Intendiamoci: la mia casa è pulita e decorosa. E' solo un po' più vintage e vissuta di uno showroom patinato.
E i miei vestiti sono altrettanto decorosi. Sono solo molto meno costosi di quelli che vendo.
Mai al mondo tradirei la sacra triade zara - h&m - mercatini vintage ( accessori a parte, ovviamente ).
Si può vestire con gusto spendendo molto poco - l' ho appurato dopo anni e anni di gavetta in questo mondo. Ma ... bisogna avere gusto.
Il gusto non è la stessa cosa dei gusti. E' qualcosa che si ha dentro, che non si può imparare, studiare. I gusti sono discutibili, il gusto no.
Ho visto persone che, appena varcata la soglia dello showroom il primo giorno di lavoro, sono state classificate come "casi disperati" e, in automatico, sono passate sotto le grinfie dei colleghi più esperti. Che hanno poi abbandonato la troppo ardua impresa.
Trovo comunque ingiusto imporre ad una persona di avere gusto. Non è obbligatorio a questo mondo.
Ma è lecito - anzi, è un diritto sacrosanto - stare bene con il proprio corpo e con i propri vestiti, vintage o nuovi, costosi o economici.
Credo si possa tentare di portare una persona su un' altra strada ( giusta o sbagliata che sia ), ma se questa persona non si sente a proprio agio su quel cammino - mi dispiace - sarà sempre fuori posto. Anche se vestita come Christy Turlington su una copertina di Vogue America.
Leggo in questi giorni di post che parlano di strani e sfortunati incontri fatti ai temibili parchetti. Dove pullulano mamme stronze, menose, che arrivano alle giostrine taccate, truccate e leccate.
Beh, anche io vado ai parchetti con i tacchi. E' fuori luogo? Non credo. E' fuori luogo ostentarli. E' fuori luogo ostinarsi ad indossarli se non si sa camminarci sopra. Anche questo significa non avere gusto. Al parchetto come in qualsiasi altro luogo.
Io coi tacchi mi sento benissimo. Potrei fare un passo doppio di Steve Lachance coi tacchi 12. Usavo le stampelle con i tacchi. Figuriamoci se mi spaventa entrare nella buca della sabbia del parco o salire sullo scivolo.
In scarpe da tennis, invece, posso fare un viaggio in macchina fino in Francia, se mi va. D' estate con la minigonna per sentirmi una 16enne.
O con la salopette e la maglia a righe.
.
Beh ... tutto questo a difesa delle mie adorate scarpe. Per dire che una che vive sui tacchi 12 non è per forza una menosa. E per dire che sono state loro - le mie scarpe - insieme ai miei fiori e alle parole scritte qui, a conquistare il Moschettiere. Un giorno racconterò questa bella storia d' amore.
.
... come dice quel sant' uomo del Manolo : "Indossa un paio di tacchi alti e ti sentirai un' altra" ( Pronta a conquistare tutti. Anche un Moschettiere ... se ci riesci. ) .
.
foto: scarpe indossate oggi, Salvatore Ferragamo ( Audrey docet ). Rovinatissime ...

giovedì 24 settembre 2009

una ballerina, per caso

Capita che vada a prelevare al bancomat e aspetti il mio turno osservando la signora sull' ottantina che sta digitando i numeri sulla tastiera del bancomat.
Indossa un cappellino di lana messo di traverso sulla testa e orecchini rosa.
.
Capita che questa signora si volti in mia direzione dopo aver terminato di prelevare, osservi la spilla che ho appuntato sull' impermeabile e legga la scritta in inglese con un forte accento americano.
.
Capita che da lì parta una chiacchierata di 10 minuti in cui scopro che questa signora è un ex-ballerina di danza classica, sbarcata a New York nel 1951 e protagonista di spettacoli girati in tutto il mondo.
.
Capita che mi perda per un attimo, dopo averla salutata ed essermi diretta verso l' ufficio, immaginandola sul palco vestita da Odette o Giselle, o radiosa sui marciapiedi della New York degli anni '50, mentre James Dean fa un provino alla CBS, Paul Newman si prepara a recitare "Lassù qualcuno mi ama" e Audrey fa colazione sulla 5a strada.
.

A Milano si produceva, si produceva, si produceva.
E a New York si ballava, si ballava, si ballava.
.
Che bello trovare un po' di Broadway sul Viale Umbria a Milano.

giovedì 16 luglio 2009

mi sento una vecchia - ma almeno vestita bene


L' altra sera ero seduta sul treno del ritorno a casa.

Di fronte a me due ragazzine che credo non abbiano avuto più di tredici anni. Avevano addosso talmente tanti gioiellini colorati, rotondi, plasticosi, che sembravano dei negozi ambulanti di caramelle gommose.

Entrambe portavano quella nuova pettinatura con il ciuffo di traverso che copre tutta la fronte ma tipo sberla e avevano gli occhi truccati del colore che quando lavoravo in Ballantyne chiamavamo "eyeshadow", cioè "ombretto", perchè è quell' azzurro un po' pastelloso e madreperlato che ricorda proprio gli ombretti anni '50.
Magliettina aderente con scritta un po' art-decò, jeans strettissimi e ballerine.
Niente, le tipiche ragazze milanesi di adesso.
.
Comunque, una dice: "Senti, ma ... domani che fai?"
L' altra: "La mattina dormo, al pome cazzeggio e la sera bordello"
Fin qui, niente di che. Ho capito il significato.
La prima riprende: "Ma l' hai più sentito XXX?"
L' altra:" Sì, ma non mi prende per un caxxo"
La prima:" Ma sì, che caxxo te ne fotte ... è un morto di figa"
!!!???!!!
Ma cosa vuol dire? Sono io che sono rimasta indietro o è normale non capire?
Istintivamente, ho guardato il signore che era seduto di fronte a me, che ha fatto anche lui la faccia di quello che non aveva capito niente. Peccato che lui avrà avuto almeno settant' anni ( e infatti non avrà capito nemmeno le prime due righe ).
Improvvisamente mi sono sentita vecchia.
.
A parte che io ho avuto l' "autorizzazione" a dire parolacce quando ho compiuto diciottanni. Tutto in proporzione, perchè i buchi alle orecchie mi hanno permesso di farli a sedici ... poi mi sono lanciata, eh? Piercing, tatuaggio ... e basta, dai. Cose che non rifarei. Ma ormai ci sono.
Poi mio padre, se a tredici anni mi fossi presentata conciata in quel modo, mi avrebbe fatto rientrare in casa e cambiare. Mentre mia madre è sempre stata più sugli abbinamenti. Secondo lei già da adolescente avrei dovuto abbinare intimo e t-shirt, eventuali gioielli e camicetta. Che ansia.
Tant' è che una volta mi ha fatto fare una gran figura di merda in cortile con i miei amici. Lei era uscita e io mi ero vestita come volevo io, finalmente, anche per attirare l' attenzione del tipo che mi piaceva. Lei è arrivata e davanti a tutti mi ha detto: "Paola, ma come ti sei vestita? Non si abbinano MAI ( calcato con la voce ) fiori e righe".
Come se avessi combinato chissà cosa.
In effetti, però, fiori e righe ... ma io anticipavo la moda, visto che ora tutti lo fanno in sfilata, no?
Rientrata in casa mi ha fatto una romanzina sui colori, su quali stanno bene con cosa, ecc. ribadendo SEMPRE il concetto che "per ben apparire bisogna soffrire". E allora giù con le lezioni di camminata perchè secondo lei facevo i passi troppo lunghi ( e continuo a farlo ), con le spiegazioni su come ci si pettina, ci si depila, ci si fa la manicure ...
.
Comunque, alla luce di tutto questo, sarò anche rimasta indietro col vocabolario, ma in quanto a vestiti, scarpe e cura del corpo, ho avuto una gran maestra.
E infatti le due tredicenni hanno guardato i miei sandali e mi hanno detto: "Fighe 'ste scarpe! Ma come fai a camminare con dei tacchi così alti???".
E io: "Beh, per ben apparire bisogna soffrire, ragazze. Ricordatevelo sempre. Io alla vostra età magari mi vestivo ancora da Prenatal, ma portavo già delle grandi scarpe."
E me ne sono scesa dal treno ridendo e pensando che in realtà a tredici anni passavo le sere a ballare davanti allo specchio sognando di portare i tacchi di mia madre, di ingioiellarmi tutta e di vestirmi come Audrey Hepburn ( si, di già ).
Mentre loro la sera si vestono da negozi ambulanti di caramelle gommose e fanno "bordello" ( però non con i "morti di figa", eh? ).
nella foto: le scarpe del treno ...

lunedì 15 giugno 2009

appassionata


Mi è stata passata da Trilly una bella patata bollente ( mi viene in mente un mio ex-collega che diceva sempre:" tieniti il bollente e dammi la patata", ma questa è tutta un' altra storia, va' ), un compito apparentemente semplice ma non per una come me che il dono della sintesi proprio non ce l' ha: devo scrivere 7 - solo 7 - cose che parlano di me.
.
.

Ecco qua:

1) Sono appassionata. E' una cosa che mi è stata detta e sono convinta che sia l' aggettivo che mi descriva meglio. No, non in senso romantico, ma nel senso che mi faccio prendere e trasportare da qualsiasi emozione, anche minuscola. Mi appassiono subito. E a volte mi "spassiono" altrettanto in fretta;

2) Amo i FIORI, la campagna, i campi, le colline, gli alberi - da frutto in particolare, le more dei gelsi, le cascine ( così ho detto 8 cose in una, tiè );

3) Colleziono braccialetti vintage, ma ormai non ho più una lira e vivo di rendita;

4) Mi vesto sempre con le stesse cose, nel senso che metto gli stessi abiti per andare al lavoro, uscire la sera, passeggiare in campagna. Vario gli accessori ma non sempre, porto i tacchi anche nel fango;

5) Adoro i film di Audrey Hepburn e la considero l' unica vera icona dello stile che sia mai esistita;.

6) Ho un sogno nel cassetto: il giro del mondo con lo zaino in spalla. Io non ho avuto il coraggio di compiere quest' impresa, ma in Africa ho incontrato un ragazzo di Parigi che a 8 anni aveva promesso a se stesso che quando sarebbe arrivato all' età di 25 anni l' avrebbe fatto. Da quel giorno ho sempre immaginato di vedere mio figlio partire per quest' avventura per riabbracciarlo al suo ritorno più ricco e maturo ( faccio la figa ma ho già l' ansia adesso );.

7) Ho una vera e propria passione per il "corredo di casa", ovvero tovaglie, lenzuola, asciugamani ma anche piatti, bicchieri, vasi, ciotole, zuppiere, servizi da the. Meglio se vintage, come sempre ( vedi foto in alto a sinistra di alcuni tovaglioli vintage - appunto - che ho scovato nel cassetto di un vecchio armadio ).
.
Purtroppo i punti sono solo 7 e non ho potuto scrivere che sono una madre "liberale", moderna, che però sogna ancora di tenere suo figlio di tre anni attaccato al seno, una figlia ribelle, una compagna rompiballe, una votante comunista. E una donna molto appassionata.

Voglio conoscervi meglio: Beba , Cinzia , Mamma in 3d e Paola ... mi dite 7 cose di voi?

lunedì 4 maggio 2009

inseguire il tramonto

Oggi sarebbe stato il mio anniversario di matrimonio ... no, no, no, tranquilli, non parlerò di questo. Il fatto che qualche anno fa in questo momento mi stavo preparando a dire sì davanti ad un tramonto sul mare delle Seychelles, con indosso solo un vestito trasparente e dei fiori tra i capelli ... non mi fa nessun effetto. No, non mi tocca affatto.

E poi ci sono i miei buoni propositi: mettermi nella posizione yoga dell' albero non appena certe memorie riaffiorano nella mia mente; ricordare questo giorno - come dicevo qui solo come l' anniversario della nascita di Audrey Hepburn; ricamare a punto croce un cestino di 7829 fiori. Insomma, ho il mio bel da fare anch' io.

Ma oggi voglio chiedere aiuto a voi. Vi farò un elenco di caratteristiche che deve avere il mio uomo ideale e, se me lo trovate, giuro stragiuro che ... che ... vabbè, iniziate a trovarlo. Poi ci penso. Intanto faccio una premessa.

Allora, mia madre mi dice sempre che un uomo deve essere un buon amante e non deve essere assolutamente tirchio perchè, secondo lei, l' 80% del rapporto è rappresentato dal sesso e il rimanente dai soldi. Lei parla così semplicemente perchè nella sua vita ha trovato l' amore vero e ha trascorso con lui 40 anni meravigliosi. Quindi sai, è comodo ora cercare di portare me sulla strada del cinismo, quando sa benissimo che io, grazie a lei che mi ha fatto nascere sagittario ascendente pesci, sono una gran sognatrice, tanto che nella vita sono stata disposta a mollare tutto per rincorrere i miei ideali e le mie speranze.

Data la premessa di cui sopra, procedo con l' elenco delle caratteristiche. Voi prendete nota e datevi da fare:

1) il mio uomo ideale deve aver letto almeno una volta "il piccolo principe" ma, soprattutto, deve credere veramente in quello che c' è scritto;

2) deve essere assolutamente un sognatore, uno tipo Bob Dylan ( magari meno fatto ) ... anche se mia madre insiste col dire che gli uomini si dividono in due categorie: quelli che sognano e quelli che scopano ( lei non usa proprio queste parole, ma il succo è quello ).

3) deve avere un po' di pancia, se no non mi piace;

4) deve essere forte, avere braccia possenti che mi proteggano. la parità dei sessi secondo me riguarda la testa, non la forza fisica;

5) deve saper fare i classici lavoretti fai da te; mi sono rotta le palle di fare tutto da sola;

6) deve amare la natura, fermarsi a sentire i profumi, a guardare l' infinito, sentire il bisogno di spronfondare le mani nella terra ... la pioggia non deve fargli paura se ha voglia di andare nei boschi. Forse dev' essere stato una giovane marmotta da piccolo, non lo so;

7) deve amare i viaggi. Ma non quelli dove si va con la comitiva "viaggi piemonte" in un villaggio dove la cosa più divertente che posso fare è uccidere un animatore che mi ha chiesto già due volte se volevo partecipare al torneo di tiro con l' arco. Io gioco solo a scala 40 e briscola; se esistono quei tornei, bene, se no non rivolgermi nemmeno la parola.Il mio uomo ideale deve amare il viaggio selvaggio ( fa anche rima ), quello con lo zaino in spalla dalla Patagonia all' Ecuador, dal Laos alla Cambogia. Ecco, questi sono i viaggi che piacciono a me, anche se ultimamente mi sono data una calmata, visto che non posso portarci un bimbo di nemmeno 3 anni ... ;

8) deve cercare il contatto fisco, in tutti i sensi, aver voglia di abbracciarmi, stringermi forte tra le sue braccia, pastrugnarmi e portarmi a sé durante la notte. magari anche qualcosina d' altro, che non guasta mai ( devo smetterla di parlare con mia madre );

9) non deve essere tirchio, e qui devo dare proprio ragione a lei, mia madre. Ditemi quello che volete, ma l' uomo che chiede di dividere la cena non fa per me, anzi, lo mando a cagare col primo treno uno che mi fa 'sto scherzetto;

10) non deve essere tamarro. Io sono più tipo Robert Redford in "La mia Africa" o Steve McQueen in "La grande fuga" ( agevolo foto ), uomini con le palle ma con quel filo di eleganza da fico scompigliato ... stivali, jeans, t-shirt sporca, pantaloni beige, cappello di pelle, camicia di lino;

11) ultimo punto ma non meno importante: deve amare mio figlio. Anche se ha già un padre che lo adora e che rimarrà per sempre un punto saldo nella sua vita. E deve amare i bambini in generale, magari con la voglia di farmi diventare ancora madre;


Ah ... deve sempre inseguire il tramonto, come me ... e il piccolo principe.


Ora attenderò impaziente i vostri elenchi infiniti di uomini che abbiano tutte queste caratteristiche. Confido in voi, so che non mi abbandonerete. Io continuo ad inseguire tramonti, nel frattempo.

martedì 3 marzo 2009

l' anima di una madre



Domenica sono andata in libreria - dove credo spenderei milioni di € al giorno, se solo potessi - a cercare un libro da regalare ad un' amica che mi ha invitata a pranzo.


Già mentre stavo arrivando in macchina, pensavo che il libro più adatto da regalarle in questo difficile momento della sua vita, sarebbe stato quello che Sean Ferrer ha scritto su sua madre Audrey Hepburn . Io me lo sono gustata in italiano e in inglese e lo trovo uno dei più emozionanti omaggi che un figlio abbia fatto ad una madre. Non solo, dopo aver letto decine di libri che parlano di lei e della sua vita, credo che questo sia il primo che l' abbia realmente descritta intimamente.


Non a caso si intitola: "Audrey Hepburn: un' anima elegante". Che bello essere definita così, soprattutto da un figlio; sopattutto da un figlio che ha visto i propri genitori allontanarsi. Ma non da lui.
Ecco, questo è quello che vorrei: che mio figlio continuasse nel tempo a vedere la mia anima, e solo quella, che sia elegante o no. Secondo me se dovesse definirla darebbe questo aggettivo: delicata, in tutti i sensi. Che poi è quasi sinonimo di elegante, o no??? Beh, lasciatemelo credere ...


domenica 4 maggio 2008

la mia amica audrey

Oggi sarebbe il mio anniversario di matrimonio ... e invece ricordo - e ricorderò per sempre - questo giorno come l' anniversario della nascita di una bellissima persona: Audrey Hepburn.
Non ho la presunzione di parlare di lei come di un' amica, ma dopo aver letto e riletto la sua vita per mille e mille volte, mi sembra quasi di conoscerla.

Eri proprio una gran bella persona, Audrey, così umanamente diva e così divinamente donna.
E mi stai aiutando a ricordare questo giorno con poco - o quasi poco - dolore.