martedì 2 marzo 2010

confessione di un tradimento

L' unica volta in cui ho tradito nella mia vita, l' ho confessato il mattino seguente, dopo una notte insonne, piena di incubi ad occhi aperti. Nella mia ingenuità ho pensato che dicendo la verità avrei rispettato il dolore della persona che avevo sicuramente ferito. Forse non era così: il rispetto era già stato mancato e io ne ero consapevole. Ma, credendo fermamente nella verità come colonna portante della mia vita, ho agito cercando di diventare sempre più trasparente, ancora incredula di fronte ad un gesto che io non avrei mai pensato di compiere.
Quando ho scoperto di essere stata tradita, tutto intorno è diventato nero. Ho camminato per inerzia, non vedendo nemmeno dove stavo andando. Ho sentito il bisogno di avere lì mio padre, sdraiato con me su un prato a tenermi la mano. E ad accarezzarmi i capelli.
Dopo questo momento di sbandamento, la rabbia mi ha assalito. Il dolore mi ha travolto. Come un male fisico, che potevo quasi toccare.
Non sono mai riuscita a curarlo, questo male. Perchè nessuno l' ha capito fino in fondo, di questo ne sono sicura.
Visto il mio bisogno fisiologico ( o patologico ) di scrivere, anche questo episodio della mia vita ha trovato posto nei bigliettini nascosti tra la seta della mia scatola segreta. E' percepibile nelle lettere che ho scritto a mio figlio in quel periodo. Anzi, quella stessa sera ho scritto proprio a lui, riversando nelle mie parole scritte tremando la speranza che lui diventasse un uomo migliore.
Ma non ho mai avuto il coraggio di dichiararlo a voce alta, di condividerlo, se non con una sola persona che, come me, stava affrontando un periodo difficile.
Questo blog è nato come uno sfogo. Di pensieri sparsi. Come sono io. ( Sono una persona sparsa - cosa vuol dire??? )
E oggi ho voglia di parlare di questo. Ho voglia e basta. E anche bisogno forse.
Ormai mi conosco e ho capito che a volte mi serve proprio questo per liberare il mio cervello che, come dice il moschettiere, non si ferma mai.
Scrivere. Scrivere è a volte un modo per far sapere qualcosa a qualcuno. Per servire le parole su un vassoio d' argento, anzichè tirarle come si lanciano i pomodori maturi dietro a qualcuno da cacciare.
Scrivere è dichiarare che si ha bisogno di aiuto per rinascere. E' dire a tutto il mondo che non rimpiango le mie scelte, ma che sono state dolorose, talmente dolorose che non c' è medicina che possa curarle e che ancora adesso mi pungono dentro, mi offuscano la vista, mi tolgono la speranza.
Vorrei avere la forza di Clara ( La casa degli spiriti, Isabel Allende ), che ha deciso di non rivolgere più la parola a suo marito e ha mantenuto questa promessa fino al giorno in cui è morta.
Vorrei essere una donna così. Apparentemente eterea, vaga, persa nel suo mondo. Ma forte come un uragano.
Vorrei poter tornare in India e chiedere alla gente di darmi forza. La forza che arriva dal guardare gli Dei panciuti, sorridenti, colorati mentre si sta seduti su un grigio marciapiede bagnato dall' acqua della fogna.
Ma cos' è realmente la forza? E chi lo sa. Chi lo sa se è avere il coraggio di dire la verità o quello di mentire fino in fondo. Chi lo sa se è il coraggio di portare una maschera con tenacia e perseveranza, senza mai cedere o se è quello di mostrare il proprio volto stanco, sfatto, senza trucco. Ma pulito.
E chi lo sa.

6 commenti:

Fiordaliso ha detto...

Ho letto questo intervento in un sol respiro, con un nodo che mi stringeva il petto.. Sei una persona sparsa.. Cosa vuol dire? Probabilmente che il tuo io è frammentato, diviso.. la tua identità è vagabonda..
Almeno, così è come mi sento io..
Cos'è la forza? Forse non esiste.. se per forza si intende la capacità di non soffrire e di andare sempre avanti senza guardarsi dentro e senza guardare indietro..
Forse significa invece saper convivere con l'angoscia che ci si porta dietro nel quotidiano, sentirla, viverla.. e vedere oltre, imparare da essa.. Respirare e trasformare il dolore in energia, facendolo diventare altro e allo stesso tempo facendolo restare quello che è..
Io vivo nella paura del tradimento pur non avendolo mai sperimentato realmente.. perchè il primo a tradirmi è stato mio padre quando avevo 4 anni..
E' da allora che mi sento sparsa..

Se ha detto...

persona sparsa? non so cosa vuol dire...ma ho riflettuto.
Immagina un prato verdissimo dove crescono solo margheritine: bello, no? però ci sono solo margheritine...e solo quelle farfalle lì, di quel colore lì...(e lo so che le margherite sono i tuoi fiori preferiti...)
Immagina un prato verdissimo dove crescono fiori di campo di millanta colori, e forme e profumi...eh sì, anche margherite, ma non solo!
Guarda quante farfalle, quanti insetti.... Molto meglio, no?
Secondo me essere sparsa vuol dire vivere in un prato con tante specie diverse di fiori.
E' come avere "sparso" i tuoi semi dappertutto...

Tu sei così (almeno io così ti vedo....) Tanto passa dalla tua accettazione.
Non c'è giusto e sbagliato.
La verità non è assoluta (per fortuna!).

Io, personalmente, preferisco mostrare il volto stanco, sfatto, senza trucco ma pulito.
La maschera di me stessa l'ho tolta con sofferenza. Rimanere con volto stanco non è sempre facile.
PEr fare questo, si ci va forza...
Ma quanta forza c'è nei tuoi semi???

Snezana ha detto...

Secondo me ci vuole lo stesso coraggio a mentire come per dire la verità,e penso che a volte sia meglio mentire,anche se quello porta un peso e sofferenza enorme,per tutta la vita,ma a volte è l'unica soluzione.
Anche io vorrei essere forte come Clara,che personaggio meraviglioso,ma sono lontana milioni di anni di luce,purtroppo.

Mamma Cattiva ha detto...

Quando sono stata tradita credevo di impazzire. Ero appena riuscita a vedere uno spiraglio di luce e mi sono ritrovata immersa nell'umiliazione e la sconfitta. Mi sentivo invincibile e sono stata infilzata. La forza costruita mi ha aiutata a rialzare la testa e a fare buone cose invece che ritornare nel fondo. Sarebbe stata la cosa più facile. Doveva essere la conferma di tutto quello che dicevo di me stessa e invece mi sono guardata negli occhi e mi sono detta "ma perché, perché deve averla vinta lei?"
Pochi giorni fa la potenza della rete me l'ha riportata davanti anche se virtualmente e ha provato a riattaccarmi. Lì ho capito che la forza acquisita non è una maschera di cera che si scioglie alla prima fiamma. Mi sono sentita di granito, vibrante di emozione ma dura come una roccia. Guardati avanti bella donna (you're beautiful) e sentiti ogni giorno più forte.

bstevens ha detto...

penso che ci voglia forza per affrontare le proprie deviazioni e i propri sbandamenti. se li accettiamo noi, consapevoli dei nostri limiti, è tutto più facile.. ps sono sparsa anche io

3bin3a ha detto...

Sento la febbre che sta salendo... frutto dell'unzione delle mie nane. In questo momento non riesco a mettere insieme due parole che abbiano un senso compiuto ma volevo farti sapere che sono passata e che ti abbraccio.