venerdì 26 giugno 2009

ritorni

Francesco è tornato dal mare e starà ancora qualche giorno dal suo papà.
Ieri, però, non ho lavorato e ne ho approfittato per starmene un po' con lui, mentre il suo papà era al lavoro.
Siamo andati a vedere gli aerei dalle immense vetrate di Malpensa.
Io mi aspettavo che rimanesse incantato a guardarli sparire nel cielo. Invece Francesco è rimasto colpito dal "traffico di terra": muletti, trenini porta bagagli, pullmini per passeggeri. In effetti c' era un casino pazzesco.
Si è messo a raccontare ad una povera giovane coppia in partenza per la Norvegia ( e che limonava ogni due per tre, allora anche Francesco mi baciava in bocca ... ) che era venuto in aeroporto a prendere Giovannino che tornava da una vacanza ( il suo amico immaginario ) e che l' aereo con cui arrivava era talmente basso e piccolo che non c' era bisogno della scaletta.
Poi - si vede che ieri era in fissa con i gradini - si stava buttando giù dalla scala mobile che voleva prendere a tutti i costi e, quando l' ho trascinato verso l' ascensore ( più che altro perchè la scala mobile saliva, non scendeva ), mi ha odiato perchè è stato interrogato tutto il tempo da un ragazzo inglese che probabilmente non ha capito che in Italia si parla solo l' italiano. Anche con quelli che scrivono sul curriculum "Ottimo Inglese scritto e parlato". Figurati con un bambino di tre anni.
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Sono state ore di ritorni. Non ce la facevo più ad aspettare.
Anche Marta è tornata. Non ci sono perchè e per come; mi basta sapere che posso contare ancora su di lei. E che adesso potremo dirci di nuovo tutto, ma proprio tutto.
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Ore di ritorni ma anche di partenze.
La partenza di un ragazzo rimasto bambino che ricordo quando ero piccola e Fabio, il fratello più grande della mia amica Sara, rispose a noi bambine che volevamo sapere com' era il nuovo video di Michael Jackson: " Solito. Si tocca sempre le palle ". E noi: "Ahhhhh". E poi guardandoci l' un l' altra: " Ma cosa sono le palle? " ( ?!? ).
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La partenza della ragazza che compariva sulla lacca che usava mia mamma negli anni '80; quella che le prendevo dall' armadietto prima di sedermi sullo sgabello a guardarla cotonarsi i capelli.
Mentre fuori tutte le donne del mondo spegnevano candeline esprimendo il desiderio di avere quella chioma e sperando che un certo Charlie le chiamasse per farle diventare uno dei suoi angeli.

Man in the mirror, la mia canzone preferita di Michael Jackson

2 commenti:

Privilege ha detto...

"Man in the mirror! è anche per me la preferita tra quelle di Michael Jackson! Davvero bella.

Ho sempre trovato tristi ma infinitamente affascinanti gli aeroporti...

Bacissimo!

EricaML ha detto...

Mi piace da morire leggerti!!Grazie