l' amore ai tempi della scuola
Fin dai primi giorni la cosa era stata chiara; persino sul piazzale davanti alla scuola la divisione era netta: da un lato giovani e spauriti "primini" e "secondini" che arrivavano dalla fermata del pullman portando enormi zainoni invicta e venivano a scuola con la tuta il giorno in cui c' era educazione fisica. Dall' altro, ragazze taccate che si facevano dare un passaggio sul vialone d' entrata da quelli dell' ultimo anno che già arrivavano in macchina.
Così - appunto perchè la divisione era così netta - il giorno di seconda superiore in cui il G., che frequentava la quarta, mi degnò di uno sguardo, fu memorabile. Non tanto per il suo gesto, quanto perchè io diventai rosso porpora ma un rosso porpora talmente settecentesco che la prof di arte voleva farmi un ritratto.
Pochi giorni dopo il G. bussò alla porta della mia classe e chiese al prof di religione ( merda! proprio in quell' ora doveva arrivare??? ) se "la Paola" poteva uscire un secondo.
Penso che degli sguardi così penetranti addosso non li abbia mai più sentiti. Io, timida come una cozza appena aperta, mi sono alzata e ho camminato con la testa piegata cercando di ignorare gli occhi fissi su di me. Cioè, o il mondo era impazzito e cominciava a girare al contrario oppure solo il G. era impazzito. Ho optato per quest' ultima ipotesi quando, rientrando in classe inseguita dalla prof di arte che continuava a supplicarmi di posare per un ritratto visto il mio colore sempre più intenso, le mie compagne di classe hanno iniziato a guardarmi con un odio tale che avrei voluto andare a seguire matematica nell' aula accanto ( e con questo ho detto tutto ). Il mondo stava girando sempre allo stesso modo.
Il G., quel giorno, era venuto a salutarmi perchè partiva per la gita. Quando tornò mi chiese di uscire, ci frequentammo per un mesetto e poi mi lasciò. Per la gioia delle mie perfide compagne di classe. Il mondo continuava a girare dalla stessa parte.
Io piansi sul letto di mia madre per un' ora intera. Poi mi ripresi, mi alzai e pensai che, in fondo, non era successo nulla di grave. E non lo chiamai mai più. Pensai di essere una figa. Una di quelle "donne" che gli uomini se li mangiano, insomma.
Pensai. Perchè quando mesi dopo, ormai in terza, O. - stesso anno mio - mi mollò per la sua compagna di classe tettona, cominciai a dubitare di essere una figa. Perchè caddi in uno stato di depressione tale che persino le poesie del Petrarca mi facevano piangere. Per non parlare del Decamerone. E - uuuuhhh - la Divina Commedia. Uno strazio. Odiavo Dante che amava Beatrice. E Paolo e Francesca, così lussuriosi.
La mia Smemo era ormai diventata alta 30 centimetri. Ci mettevo di tutto: ritagli di ogni sorta, sigarette spente da O. davanti alla fermata del pullman, lettere di legno, ciocche di capelli. E in mezzo a 'sto casino, scrivevo le mie pene d' amore. Le pagine che facevo erano diventate un po' una moda e le altre ragazze mi chiedevano di compilare le loro. Ma la loro era una vita piatta, senza sofferenze amorose. Così non mi divertivo molto.
I libri - che mia madre ancora oggi conserva in cantina - avevano "O" da tutte le parti. Contornate da margheritine ( sì, ero già conciata male ). Ci mancava poco che inserissi anche un "pop-up" con la foto di O. in mezzo a quello di storia e geografia.
Poi O. è stato dimenticato. L' ho rivisto poco dopo essermi sposata e mi sono detta che di uomini non capivo un' emerita fava di niente.
Così, come da "grande" ho rivisto F.B.
Grazie a lui, il fatto di andare in quella scuola mi era sembrato meno orribile. Io avrei voluto fare il liceo artistico, ma i miei genitori non hanno approvato. Nell' estate tra la seconda e la terza media, però, in vacanza con i miei a Ibiza ( a Ibiza con i mieiiii!!! ), loro avevano conosciuto la madre di questo F.B.
E io mi sono innamorata perdutamente di lui. Per anni, a metà esatta della Smemo ho nascosto la sua foto in costume.
Saputo che lui frequentava proprio quella scuola vicina a casa, ho pensato che non era poi così male. F.B. non mi ha mai cagato di striscio, nemmeno per quei 30 giorni in cui ero la prediletta di G. ( della quarta, eh? ).
Anni e anni dopo, alla 30ma settimana di gravidanza l' ho beccato in un locale dove ero andata a prendere un aperitivo. Ci ha pure provato. Volevo dirgli: "Ma brutto pirla, ti sono morta dietro per anni! Per anni!!! Avrei anche rinnegato G. per te! E O.! E ora ci provi mentre io ho un pancione che se ti tocco dentro cadi??? "
Invece non gli ho detto niente. Mi sono anche un po' lasciata corteggiare. Era la mia piccola rivincita. Mi ha definito il brutto anatroccolo che diventa cigno. Anche qui volevo dargli del brutto pirla. Ma ho continuato a farmi corteggiare. Finchè mio marito è arrivato e mi ha svegliata dal sogno.
L' amore ai tempi della scuola è bello. E' bello perchè è melodrammatico. E' bello perchè puoi scrivere sulla Smemo. Andare al parco d' estate a studiare e baciarti. Salire sul pullmann con lo zainone Invicta e scrivere con il pennarello indelebile "O. ti amerò per sempre", con il cuore alla fine.
"The best way to love people is not to need them. That's the purest love" ( Il modo migliore per amare qualcuno, è di non sentirne il bisogno. Questo è l' amore più puro ).
Io ho e ho sempre avuto bisogno delle persone che amo. Ma a me il mio amore sembra puro.
foto scattata al parco di Monza nel maggio del 1993 durante un pomeriggio di "studio" ( avevo 16 anni ). Notare la catenella all' ombelico, una tamarrata impressionante. E il bracciale rigido sul braccio?
Questa era l' estate in cui O. mi ha mollata per la tettona. Lo trovai veramente molto ingiusto. Avrò anche avuto poche tette, ma compensavo con catenella ( con il delfino attaccato a ciondolo ) e bracciale rigido.
5 commenti:
Belissimo,mi sono proiettata in quel ormai lontano passato quando andavo alla superiore ed ero innamorata persa di uno che non mi aveva neanche notata(per quasi 4 anni) e nel frattempo frequentavo altri,ma nessuno mi faceva soffrire come quel amore non ricambiato,era veramente come dici tu melodrammatico,ero diventata brava a scrivere le poesie d'amore,che poi venivano anche pubblicate nei giornaletti di scuola e tutto grazie a lui che neanche sapeva della mia esistenza(o faceva finta perché a volte era difficile non notarmi ero sempre li,a guardarlo).Grazie a questo tuo post Paola,mi hai fatto ricordare dei momenti veramente belli e unici,che solo adolescenza può regalare.
P.S.(io avrei preferito te alla tettona,eri dolcissima)!
Amarcord...contagioso! L'ho letto e ho ricordato il mio. Che visione distorta avevamo dell'amore e di come ci vedevano gli altri.
Però mi trovo a condividere la definizione dell'amore puro come "non bisogno dell'altro". Non va visto come reale non bisogno ma come sensazione trasmessa all'altro di non dipendenza. Come dire che quando ci sentiamo liberi siamo più portati al legame, non mi sento obbligato...
ciao bellissima donna!
Mi hai fato morire!!!! E mi hai ricordato quanto avrei da scrivere io in merito.... sssigggnor ero una frana!!!
Bello, mi hai fatta ripiombare nella mia adolescenza... periodo che in quel momento odiavo ma che a ripensarci adesso trovo meraviglioso... e poi, avendo letto da poco 3MSC ho ancora gli occhi a cuoricino! ;)
Il tuo O. comunque non ci capiva un cavolo in fatto di ragazzine: eri carinissima!
Bellissimo bellissimo.....
proprio mi hai fatto fare un tuffo nel passato....e nel presente!
sai cosa c'è? (adesso te lo dico perchè dopo questo post tutto mi sembra incredibile)...io e te siamo proprio sulla stessa barca.
Ho rivisto un mio O. E sto rivivendo un amore ai tempi della scuola... anche se sono passati 10 anni e non eravamo proprio ai tempi della scuola (eravamo a 22...non 16): è tutto esattamente come tu descrivi.
Tutto così. Ora non scrivo la smemo ma lettere infinite...
Però è certamente melodrammatico anche dopo 10 anni....perchè non so se sarà possibile viverlo (e lì stanno tutti i miei sogni che trovi nelle mie righe).
Io sento profondamente il bisogno di chi amo. Ma vorrei poter riuscire a non sentirne il bisogno.
PS: non dirlo a nessuno...adesso è sposato con la stessa per cui mi ha lasciato...
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