lunedì 22 febbraio 2010

che brutto avere la testa piena e non notare i fiori che nascono

In campagna sono spuntate le prime primule e io non me ne ero nemmeno accorta. Me le ha portate il moschettiere. Che brutto avere la testa piena e non notare i fiori che nascono. Me la immagino dentro: vedo tanti piccoli pasticceri che farciscono le pieghe del mio cervello con la crema. Dovrebbe pesare di più, quindi. E ancorarmi alla terra. Invece no. Io che adoro il suo profumo, che vivrei con le mani dentro a cercar lombrichi e spiare semi che dormono, non riesco a stare attaccata alla mia amata terra. Sarà per i tacchi 12? Non credo.

Ho seminato l' aquilegia ( non è meravigliosa? ) nella speranza che si aggrappi alle pertiche che pianterò nel terreno. Magari prima devo piantarle queste pertiche, se no come fa ad attaccarsi, povera aquilegia. E' come se sapessi che devo farlo ma non lo faccio. E' come se sapessi cosa devo fare ma non riesco a farlo.

Però in realtà non so cosa devo fare. Il mio futuro è nelle mani di persone che hanno abitato il mio passato. Ma non ho scheletri nell' armadio. Ho sempre sbattuto tutto fuori, alla luce del sole. Non sono una persona riservata, pudica. Le macchie sui miei panni sporchi le hanno sempre viste tutti i vicini. E non solo. Nonostante questo, è come se mi sentissi una ladra. Come se nella mia scatola segreta, anzichè conservare biglietti, fiori, ricordi, tenessi bugie e menzogne. Come se.


Anche Francesco ha una scatola. Da quando è nato. Avrei tanto voluto che mia madre avesse cercato di trattenere il suo, il mio passato. Invece sembra tutto sfumato. Avrei voluto una scatola con i biglietti dei treni che prendevano i miei genitori, un nastro per i capelli di mia madre, una lettera. Magari quella che legge in questa foto messa di traverso.

Avrei voluto che non si fosse difesa dalla sofferenza con il muso duro. Ma forse per lei è stata l' unica arma che aveva a disposizione.

Io, che in generale sono molto fisica, a volte vivrei solo di parole e pensieri, problemi e sogni. Vorrei spiegazioni, certezze, soluzioni immediate. Vorrei un libretto di istruzioni per i sogni. Non per i problemi, per i sogni.

Ma ha sicuramente ragione il moschettiere, quando viene a prendermi in cima ad una collina solo per abbracciarmi. Senza dire niente.

Ci credo. Basta guardarmi negli occhi per vedere cosa penso.

Sono come un libro aperto. Basta azzeccare la pagina ( E qui sta il bello ).

2 commenti:

Marilena ha detto...

I tuoi post sono sempre bellissimi. Fanno riflettere ma allo stesso tempo sorridere.

Snezana ha detto...

Siamo quasi alla primavera,Paola,riesco a sentirla nel aria,presto ci saranno tanti bei fiori a farci compagnia con i loro colori e profumi freschi...non vedo l'ora...un abbraccio!