martedì 5 ottobre 2010

sembra tutto cosi' difficile

O lo e'? Non lo so.
So che penso a mia madre. Alle donne di una volta. E sono straconvinta che per loro non sia stato cosi' difficile. Mia madre mi dice sempre "quando io e tuo padre ci siamo sposati, non avevamo nemmeno le mutande per cambiarci".
Ok, anche solo basandomi su questa frase non posso dire che per loro l' inizio sia stato una passeggiata. Forse e' stato in salita. Ma in salita si sono amati. Sorretti.
Per me e' una salita in cui sto cercando di aggrapparmi all' amore. Perche' l' ho trovato. Ma e' come se avessi qualcuno che mi tira giu' e mi fa scivolare per la scarpata.
Forse anche io sto cercando di tirare giu' lui e non me ne accorgo.
Sembra tutto cosi' difficile.
Cioe', e' difficile per i sentimenti. Oltre che per i soldi, il tempo, i valori.
E' difficile dimostrare di essere puliti.
Ma quanto mi sono rotta le scatole di doverlo dimostrare??? Tanto. Ma tanto.

20 commenti:

Lalaura ha detto...

io a volte mi chiedo: una volta era davvero meglio o era solo spirito di "prendo quello che viene e accetto tutto"?
non lo so Paola.
tvb (come dicono i giovani)
Laura

MammaMaggie ha detto...

in questi giorni mi capita spesso di chiedermi se non è che abbiamo troppi bisogni inventati che ci stanno portando via il gusto delle cose più piccole e vere. poi il tempo: non basta mai e mi è sempre più difficile vivere quel 'festina lente', quell'affrettarsi lentamente di cui mi diceva sempre mia nonna. non so. in questi giorni mi sento molto stanca e un po' schiacciata da tutto. passerà, mi dico. ma che passi in fretta. baci.

PaolaFrancy ha detto...

anche io me lo chiedo spesso ...
pero' anche io tvb. noi siamo ggggggiovani ... !

Lalaura ha detto...

però sai una cosa secondo me? noi non smetteremo mai di farci domande. a volte vorrei bloccare il cervello, fare logout e riavviarlo dopo un po'. non ci riesco mai

non vedo l'ora di rivederti

ah e comunque secondo me è vero che scrivi molto bene. e me lo hanno detto anche le mie amiche, che partecipano pure alla competition. sappilo :-)))

Mamma Cattiva ha detto...

Io non sono mai contenta ma non riesco a credere che ai tempi delle nostre mamme fosse "meglio". Io mi lamento sempre ma quando spero, spero nel futuro, nei giorni a venire e non quelli che erano. Forse devi definitivamente urlare al mondo che non devi proprio dimostrare nulla, che non sei pulita e sporca. Chi ha il diritto di chiedertelo?

Jane_D ha detto...

Mi ha colpito quello che hai scritto: "E' difficile dimostrare di essere puliti". Mi hai illuminato, è qualcosa a cui penso spesso e che ho trovato espresso finalmente in 6 parole. Ci penso e ci ripenso, mi chiedo perchè noi oggi abbiamo così tante aspettative e perchè siamo pronte a fare del nostro meglio per realizzarle. A volte credo come Laura che in passato prevalesse lo spirito di "prendo quel che viene", altre penso che siamo noi che abbiamo tutte queste attese che forse ci sono state inculcate o qualcuno ci ha detto che ci spettano, dopo tutto.
Non so davvero. Forse entrambe le cose sono vere. Forse avevano ragione i tuoi genitori (come anche i miei)a "partire" senza avere le mutande per cambiarsi. E' che adesso non si può, o molto più difficile.

arianna ha detto...

Che belle parole ho letto in questo blog!... oddio se vedessi il mio guardaroba e le mie scarpe poi!!!! aiuto.
ciao ciao

DaniVerdeSalvia ha detto...

Difficoltà diverse. Loro avevano talvolta la miseria, la guerra, addirittura un pasto: difficoltà concrete.
Noi, bruscamente privati di quel genere di difficoltà, ce ne siamo create di diverse, molto sottili, sofisticate e di difficilissima gestione.
Chè la fame con un bel panino la placavi, i nostri bisogni nevrotici non ce li toglie nemmeno il Prozac.

Chiara ha detto...

Anche io ci penso spesso. Credo però che la pressione che noi abbiamo addosso non sia solo un bisogno nevrotico autoindotto. Oggettivamente le nostre madri non erano sollecitate su così tanti fronti e solitamente non dovevano dimostrare alcunché. Vite dure, difficili, di sacrificio. Ma senza queste continue sovrapposizioni di ruoli.

pollywantsacracker ha detto...

quoto mamma cattiva e chiara.
era diverso, una volta. guardo le mie nonne: una, che è ancora viva, che è ancora innamorata, che con mio nonno si fanno da bastone l'uno all'altro. a lei non è stato mai chiesto nulla, non doveva dimostrare nulla: penso che non fosse importante neanche dimostrare di essere una brava mamma, e infatti, da quando è morto mio babbo (20 anni) si martella i maroni per non essere stata una brava mamma, sul momento invece non ci pensava, perchè la vita era: arrivare a fine giornata alla meno peggio. l'altra mia nonna, lo stesso. non le era richiesto nulla e non faceva nulla. non ha mai lavorato, non ha mai tenuto la casa pulita, non è stata una buona mamma. era sola, sola come un cane. la sua famiglia d'origine abitava a castelbolognese, a 10 km da lei, eppure lei era senza patente, non vedeva neanche i suoi. era praticamente considerata un animale a cui affidare le incombenze noiose, come smazzarsi tre figli alla meno peggio e arrivare a sera (poi a sera leggeva, leggeva, leggeva Liala).
quando penso che con la parità me la sono presa un po' nel culo, penso a lei e capisco che in fondo sto meglio così, che almeno sono artefice del mio destino, nel bene e nel male. anche se vorrei che anche lei avesse avuto un pochettino l'opportunità di dimostrare chi era.

Snezana ha detto...

Sono totalmente d'accordo con "verde salvia..."e quello che penso anche io.

caia coconi ha detto...

no, è difficile.
è difficile, perché non lo so.
però non mi va di pensare di dover dimostrare di essere puliti. lo sei punto.
lascia che siano gli altri a crearsi il problema. tu vai dritta e a testa alta.

PaolaFrancy ha detto...

@lalaura: e' vero, e' questione di carattere. io non smettero' MAI di farmi domande e andare in paranoia. aggiungici il fatto che non vivo una situazione "normale" ...


in generale: io penso che una volta si stesse meglio semplicemente perche' c' era anche l' umilta' di dover ammettere che le mutande - in senso lato - non si potevano avere e stop.
ora invece non sappiamo piu' dire: non posso fare. e non parlo di grandi cose, e' ovvio, non parlo di viaggi, di macchine, di case, ne' tantomeno di lusso.
parlo proprio delle mutande. non sappiamo piu' accontentarci.
non riusciamo a guardare le piccole cose, le piccole emozioni. e non e' tutta colpa nostra. non abbiamo tempo e quel poco che abbiamo ci porta - secondo me - ad avere spazio solo per le grandi cose, quelle evidenti.
e pretendiamo che tutto sia grande.
polly ha parlato delle sue nonne. anche le mie erano cosi': l' obiettivo era arrivare a fine giornata alla meno peggio, perche' una aveva il marito con il mal di schiena e doveva fare tutto lei; l' altra non aveva piu' il marito.
ora l' obiettivo non e' piu' quello, bensi' arrivare a fine giornata alla grande: avere soddisfazioni sul lavoro, in famiglia, con gli amici.
una volta le nostre nonne manco le avevano le amiche, se non le compagne di "giro al mercato del lunedi'"
l' emancipazione gioca un ruolo fondamentale. siamo contente di poter fare tutto ( ?!? ) e pretendiamo sempre di piu' da noi stesse e non siamo mai soddisfatte.
in piu' questa e' un' evoluzione a meta', nel senso che le donne non sono di certo supportate nel mondo del lavoro, nell' essere mamme ... insomma. l' insoddisfazione e' pane quotidiano. viviamo eternamente deluse. o sono solo io?

mc dice: guardo avanti. ok. ma io non riesco. io guardo ora ( e purtroppo anche il passato ): potrei essere felice e non mi accontento? potrei avere di piu' e non lotto abbastanza per averlo?
quindi devo vivere di lotte continue? con il lavoro, con il mio ex-marito ...
cosa devo fare, insomma? se dovessi fare quel che sento, agirei esattamente come faccio ora.
senza stare a sentire chi cerca le pulci sulla mia pelle.
io so di essere pulita. ma mi viene continuamente chiesto di dimostrarlo.

Unknown ha detto...

Quoto Laura. Prima non si aveva la "voglia" di lottare per cambiare se qualcosa andava storto si prendeva così e amen. Ora è diverso.
Quello che abbiamo lo abbiamo conquistato ma è quello che vogliamo.
Concordo che a volte mantenere un rapporto sia difficile....ma penso che per mantenerlo vivo bisogna essere in due e che il concime migliore sia solo il dialogo.
Bacetti...

Mamma Cattiva ha detto...

Vedi che non ci piace solo parlar di moda e stile? ;)

Quando dico guardare avanti è per non dire che le vecchie generazioni stavano meglio. Prendi spunto dai buoni valori del passato ma non rimpiangere quello che c'era prima delle conquiste di oggi. E per quanto sia faticoso non penserò mai che la parità, l'emancipazione ci penalizzino. Quello che penalizza, come dici tu, è la finta parità e la non completa emancipazione. Dobbiamo essere libere di scegliere, libere di trovare il nostro equilibrio, libere di non dover rendere conto della nostra pulizia. Deve valere un'autocertificazione.

Sai cosa non mi piace nel tuo discorso? Che ti colpevolizzi, che credi di dover fare quello che lui ti chiede perché probabilmente pensi di aver fatto un errore. E che quell'errore lo dovrai pagare per tutta la vita. "Il nostro matrimonio è fallito e allora io devo rendergli conto di questo e quello, finché morte non ci separi".
Non è così. Hai annullato il tuo errore prendendoti le tue responsabilità e decidendo di chiudere una relazione sbagliata. Hai finito di pagare. Se lui pretende una pena in più sta sbagliando lui.

PaolaFrancy ha detto...

mc, se riuscissi ad allontanare tutti i sensi di colpa che ho, forse sarei la persona piu' felice del mondo.
son sempre li'.
e son loro che mi fanno cedere alle richieste, che mi fanno accettare gli insulti. fino ad un certo punto, certo.
pero' alla fine avrei potuto fare di tutto ( e non mi va di specificare cosa ) ma non l' ho fatto.

sono stanca. sono stanca di essere schiava. di dover chiedere il permesso per tutto. di dover sempre aver paura di parlare.
forse e' vero, una parte di schiavitu' viene da quei maledetti sensi di colpa. una parte, pero', non dipende da me.
e' questo che mi uccide. perche' se dipendesse solo da me, farei un bel lavoro psicologico e via ( come se fosse facile, poi ). ma non posso superare l' ostacolo da sola.
e credimi che di miglioramenti ce ne sono stati. e tanti. pero' e' anche tutto alti e bassi. e' anche questo che mi fa star male.
oggi va meglio, domani puo' incazzarsi e rovinarmi la giornata, le vacanze.
mi sento schiava. no, davvero. e' orribile.

Chiara Trabella ha detto...

Mia nonna aveva l'unica "colpa" di essere rimasta vedova e di essersi risposata (5 anni dopo). Ma i parenti del primo marito (e della prima figlia, mia zia) gliel'hanno fatto pesare per tutta la vita, perché lei era povera, doveva lavorare e loro potevano tenerle la bambina, portarla al mare e farla studiare.
Il brutto è che il resto della società tacitamente approvava.
Io non tornerei indietro, a fare la mondina per due soldi o lavorare in un laboratorio farmaceutico con le ragazzine di 14 anni.

Unknown ha detto...

E se invece quel lavoro psicologico su di te lo facessi? Secondo me ci sono "prede" che si fanno prendere perchè hanno "paura". Prede che invece lottano e si fanno rispettare dai "predatori"....

Magari serve. Magari ci provi.
Un grosso abbraccio

Elisa Stocco ha detto...

Mi piacciono i tuoi post d'introspezione, però mi sembra sempre così delicato ciò di cui parli, che mi risulta molto difficile commentare, non per disinteresse, ma per paura di dire cose inopportune.
Il mio motto è "vivi e lascia vivere", facile da dire, meno semplice da realizzare.
Cerca di vivere per te, le persone che ami e tutte le belle cose che hai (i tuoi fiori e la tua creatività e la tua energia).
Credo sia normale soffrire per i commenti stupidi della gente superficiale, ma tu ai qual è la realtà, tu sai che sei bella e pulita, tu sai che non ti meriti nessun giudizio negativo. Prova a lasciarteli scivolare addosso.
Un abbraccio

PaolaFrancy ha detto...

@bis: eh, si'. hai centrato il punto. il fatto e' che questi sensi di copa e le continue pressioni m irendono ancora piu' debole. so di essere una facile preda. ma sono anche coraggiosa. e ce la faro'!
@elisa: lo so, capisco. il mio blog sta diventando un casino tra moda e questi miei pensieri cosi' tristi. pero' e' un periodo cosi'. passera'.
un bacio, paola