venerdì 3 luglio 2009

spice cousins

Come in tutte le famiglie, anche nella mia c' erano - e ci sono - i parenti da parte di mamma e quelli da parte di papà. In tutto, tipo 10 persone o giù di lì. Meglio.
I parenti di papà, composti da una sola famiglia di 4 persone, sono sempre vissuti in un loro limbo, molto riservati e non amanti delle feste. Ogni tanto, il sabato, andavo a trovarli con i miei genitori nella loro casa di Milano e trascorrevo il pomeriggio seduta sul divano del loro immacolato appartamento situato in un immacolato condominio con un immacolato giardino, dove comparivano ovunque cartelli che impedivano ai bambini di calpestare le aiuole e girare in bicicletta. Pregavo che i miei non si ammattissero tutto d' un tratto e decidessero di acquistare una casa così.
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Poi c' erano - e ci sono - i parenti da parte di mamma, che io considero la mia vera famiglia.
Qui una premessa è d' obbligo: mia mamma è originaria della ridente Val Camonica, in provincia di Brescia, una zona in cui uno può anche essere agonizzante ma deve sempre avere davanti il piatto di salame nostrano e bicchiere di vinello in mano. No, anzi, di grappa.
E il burro. Ohhh, il burro. Quanto me ne hanno fatto mangiare. Con i casoncelli, con il pane. Insomma, a 14 anni avevo il colesterolo alto. E ho dovuto stragiurare al dottore che la sera prima di fare gli esami non mi ero bevuta 5 birre ( perchè diceva che la birra alza il colesterolo ... vabbè. ).
Durante i nostri pranzi di famiglia se non si cantava non era festa. E se le mie cugine più grandi portavano a casa un nuovo fidanzato, quest' ultimo era accolto dagli uomini della famiglia con il coltello del salame puntato alla gola che veniva tolto solo dopo avergli strappato una serie di promesse. Giuro. Tutto per ridere, ma il povero malcapitato lo sapeva solo alla fine.
Una famiglia di risate, arte, cibo, musica.
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E pensare che le mie cugine mi hanno sempre preso per il culo per il mio accento cittadino e i miei modi da fighetta. Eravamo 5 cugine femmine e, se ai tempi fossero già esistite le spice girls, io sarei di sicuro stata paragonata alla posh spice. Talmente posh che, essendo la penultima ( e l' ultima era troppo picola per giocare), ero quella che doveva sempre fare la conta, che se sbagliava a dire una parola veniva presa in giro per anni, che non trovava i colori impossibili di strega-comanda-color. Insomma, non potevo di certo menarmela come la posh spice, visto che alla fine ero la più goffa.
Ah, ma crescendo mi sono rifatta, eh? Me le sono prese le mie belle rivincite.
Non è vero. Ancora adesso mia cugina Barbara mi guarda e ride ricordando una volta in cui, a sei anni, anzichè dire chewing-gum ho detto ciunghia.
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Dalle mie cugine ho imparato un sacco di cose utili: a fumare, bere la birra, limonare con i ragazzi. Ogni estate trascorsa da Barbara, che mi precedeva di soli 2 anni e da cui trascorrevo parte delle mie vacanze estive, era una nuova conquista. E la cosa più bella era che mia madre era felicissima di allontanarmi dai "pericoli milanesi", convinta che in provincia - la sua provincia - i ragazzi organizzassero gite in montagna per studiare la flora locale.
E poi il mio fascino da milanese conquistava, eh? Altro che ciunghia e strega-comanda-color.
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Scherzi a parte, durante le trasferte, negli anni, ho anche imparato a conoscere la musica: erano i tempi in cui andavano gli U2 di "The Joshua Tree", così come Sting, Prince, Sinead O' Connor. Mia cugina Sonia passava le ore a creare dei mix ( le ho ancora quelle cassette con la scitta in pennarello "REMIX '87" ) e a sognare l' Irlanda.
Una volta mi ha letto tutto d' un fiato "Il piccolo principe". E il giorno dopo "Racconti" di Edgar Allan Poe. Un po' eclettica, eh? E' grazie a lei e al racconto del gatto che è stato trovato sopra la testa di una donna morta e murata in una cantina che io non scendo MAI dopo le 4 del pomeriggio in un seminterrato.

Questo post è dedicato alle mie cugine, che per me, figlia unica, sono state delle sorelle maggiori. In particolare, a Sonia , che ormai vive da anni nella sua amata Irlanda e che mi ha girato questo premio.
Sonia che è un' artista e che ama la vita semplice di Dublino, la musica, il vintage, la fotografia, Hemingway ( tanto che nella sua stanza c' era una sua foto e io da piccola pensavo che fosse il nonno ).
Sonia che faceva finta di essere la moglie di Bono Vox, mentre la sua migliore amica era quella di Larry Mullen.
Tra poco, Sonia, torno a trovarti. Promesso.
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Giro il premio a Snezana , perchè anche lei è un' artista. E brava anche. E poi oggi ho sbirciato "da lei" e ho visto che è in vena di premi e regali ...

4 commenti:

Snezana ha detto...

Paola,grazie mi hai veramente sorpreso!leggevo il tuo post e pensavo ai miei innumerevoli cugini dalla parte della mamma 8 fatteli e dalla parte del padre 7 (pensa quanti cugini ho,e sono sparsi in tutto il mondo)!Pensavo a questa cosa,alla birra(che bevo sempre) al burro che mi piace tanto e anche il salame...sentivo questi profumi e sentivo la musica degli U2 e alla fine trovo il mio nome!?Non me lo aspettavo,grazie,sei davvero dolcissima,mi hai fatto tanto felice questo pomeriggio!
Grazie bella,appena posso lo metto in bella mostra sul mio blog!
Un grandissimo bacio!

Sonia Luna ha detto...

Quale spice sarei stata io ... e non dire Ginger che e' ovvio!
Non ci credo che ti ricordi tutto questo!
Anche io mi ricordo obbligare te e Barbara a subire lezioni di danza classica, ascoltare musica nel bagno: tu seduta sul water a guardarmi mentre mi truccavo prima di uscire, piena di domande!!
Il premio te l'ho dato perche' meritato, le tue parole oneste, coraggiose, poetiche restano con me e mi fanno pensare. Grazie!

erounabravamamma ha detto...

ciao! è tornato francesco? state bene? un bacio.

TuttoDoppio+1 ha detto...

assolutamente ot: pur'io son figlia di mamma originaria della Valle Camonica! Dalle parti di Cevo. E pur'io ho imparato durante le vacanze lassù a fare tutte quelle cose che le mamme si augurano che i figli imparino il più tardi possibile...