giovedì 25 dicembre 2008

uno schiaffo alla povertà



Ho seguito alla lettera tutte le indicazioni di Francesco e sono andata alla ricerca di ogni gioco che desiderava per non fargli mancare nulla, per renderlo il bambino più felice del mondo, per fargli strabuzzare gli occhi. E alla fine, di fronte alla bicicletta, al banchetto degli attrezzi, al supermercatino con carrello della spesa, al camion con la ruspa, Francesco mi ha chiesto la solita pentola e il solito cucchiaio per "cucinare" le solite noci sulla solita sedia-fornello. Che stupida sono stata, che illusa. Illusa di potergli dare una gioia che avrebbe avuto comunque, anche con un solo gioco, anche con il gioco dell' anno scorso. Tutto questo per colmare un vuoto che non c'è perchè Francesco non è un "poverino", anzi, è un gran figo. Sta dando una lezione di vita a tutti, compresi i suoi genitori.
Ci sta facendo capire che crescerà forte, camminerà sicuro e fiero, infrangerà cuori e ... diventerà cuoco. Eh, sì, altro che biologo marino come vorrebbe la sua mamma, sarà uno chef.
E se la tavola è complice dell' amore, lui con i suoi occhi verdi, le mani grandi, i piedi come quelli della mamma ( particolare non trascurabile ) ne conquisterà di donne. Purtroppo.
Amore, ascolta la mamma, divertiti, e non portarmi a casa una figa di legno. Per favore!

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