Visualizzazione post con etichetta sei buffo.... Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta sei buffo.... Mostra tutti i post

mercoledì 3 novembre 2010

piccolo Francesco, che credi alla storia del topolino

La brioche alla ciliegia - ormai a meta' - e' sul ripiano del bagno. La finiremo domani, ora dobbiamo lavarci i denti.

Nel letto caldo Francesco immagina un topolino. Forse andra' a mangiare la meta' della nostra brioche, sul ripiano del bagno.

Allora dobbiamo salvarla. Insieme ci avventuriamo e di soppiatto mettiamo la brioche ancora piu' in alto. Ssshhh. Lo sappiamo solo noi.

Ora possiamo dormire tranquilli.

"Ti amo fino alla luna e indietro" - e' la nostra frase, da sempre. Da quando lui era nella pancia e aveva sei mesi. E insieme abbiamo comprato un piccolo libro che parla di conigli, in una libreria di New York. Ancora insieme abbiamo scritto la data, come facciamo sempre su ogni libro - Marzo 2006, NYC.

mercoledì 27 ottobre 2010

le sere a gambe incrociate davanti all' armadio spalancato

Ieri sera, come sempre, Francesco stava scegliendo i vestiti per il giorno dopo.
"Mamma, posso mettere ancora i pantaloni con le tasche da muratore???"
"Ancora? Ma amore, li hai messi gia' due giorni!"
"Per favore, mamma! Per favore!!! Si abbinano bene al verde della polo!"
( ... )
Il Moschettiere si affaccia alla porta: "Hai creato un mostro"
E va via col ghigno di chi pensa " Adesso son cazzi tuoi "
.
Stamattina Francesco era felice: ha indossato delle calze che "riprendevano il colore dei pantaloni ( con le tasche da muratore )", come dice lui.
E' andato di corsa in cucina dal Moschettiere mostrandogli tutto fiero le sue calze, parlando dei colori e sottolineando l' originalita' dei suoi abbinamenti ( a volte mi sembra piu' bravo di certe venditrici che ho conosciuto in showroom ).
E io mi sono affacciata alla porta col ghigno di chi pensa " Adesso mi sa proprio che son cazzi nostri, non solo miei ..."
.
( Forse quelle sere in cui io e Francesco ci mettevamo a gambe incrociate davanti all' armadio spalancato giocando a fare gli stilisti lo hanno segnato in modo particolare. Come lo hanno segnato i libri letti e riletti su castelli, cantieri, pompieri e dinosauri.
Mi chiedo per l' ennesima volta cosa crescera' da questo germoglio che dentro ha un po' dello stilista e un po' del muratore. Io me lo sposerei. Ma io son di parte. )

venerdì 18 giugno 2010

vorrei essere un fottuto millepiedi

vorrei essere un millepiedi. un po' perchè delle mie due gambe, una al momento è ancora un po' messa male. ora s' è scoperto pure che ho la cartilagine del ginocchio consumata. ma non succede agli ottantenni? va bene che a 33 anni bisognerebbe avere anche i riflessi più pronti per evitare di fracassarsi una gamba intera tra macchina e cancello, però ora basta.
ho accennato al volo la cosa al Moschettiere - che ha mollato veterinaria a 9 esami dalla fine e tante cose le azzecca - e lui non si è pronunciato. in fondo alle mucche non si consuma la cartilagine. o sì?
.
vorrei essere un millepiedi. per avere una zampetta qua e una al mare, dove andrà Francesco stasera. per essere lunga, lunga, lunga e la sera, dopo essere uscita da questo mondo di merda, arrivare con la testolina fino a quella casa che guarda il mare e metterla accanto alla sua sul cuscino. la prima zampetta giù dal letto. e anche l' ultima giù dal letto, ma a casa, così sarei pronta ad alzarmi la mattina e prendere il treno per venire a vendere vestiti per gente ricca.
.
vorrei essere un millepiedi per poter indossare 500 paia di scarpe contemporaneamente. tutte con tacco 10. o 12. wow.
.
vorrei essere un millepiedi lento lento, talmente lento che il suo culone e le zampette posteriori rimangono sempre indietro di due giorni. potrebbe essere che, mentre oggi la testolina è in questo bianco showroom patinato, la parte posteriore è ancora nel passato, a due sere fa, a quando Francesco era sul palco a fare il saggio di musica.
.
vorrei essere un fottuto millepiedi per infilarmi dove ora non posso. e picchiettare con tutte le mie mini-scarpine tacco 10 - meglio 12 - sulla pelle di chi mi sta sulle palle. di chi non capisce che sono io la mamma di Francesco. e nessun altra.
e stavolta non sono incattivita per il brufen . oggi tutto "nature".
.
vorrei essere un millepiedi per mangiare le foglie e i fiori. dormirci sopra. e diventare più bella.
.
vorrei essere un cavolo di millepiedi..
e andare in giro a cantare la canzone del millepiedi - appunto -, come ha fatto Francesco sul palco l' altra sera. mentre io piangevo. e mi sono anche detta che anche al mio matrimonio pensavo di piangere e invece me la sono risa tutto il tempo e ho fatto lo spogliarello davanti ai parenti.
ma stavolta no, ho pianto.
.
premetto che il video è un insieme di foto scattate mentre singhiozzavo tipo post-parto e che ci ho messo un pomeriggio per tirare insieme un video di sole 4 immagini( il resto è nero, non è il vostro pc che non funziona ) che mi permettesse di pubblicare la canzone del millepiedi. perchè deve rimanere nella storia di questo blog. io la amo.
ed è l' unica cosa che voglio sentire.

mercoledì 10 marzo 2010

eravamo noi quattro. e la prossima volta spero saremo in cinque

Le mamme del 2000 scrivono blog o comunicano il loro stato d' animo su facebook ( io mi rifiuto ), twitter, skype. Pubblicano foto su flikr!, libri su blurb! E magari, nel frattempo, inventano una ricetta o creano scialli di lana.

Si ribellano, non ci stanno a certe cose, urlano, parlano con psicologi, mediatori familiari, avvocati. Si separano, a volte.

In un mondo in cui se proprio proprio una non ha speranze di broccolare sul treno, per strada, in posta, può comunque trovare il "fidanzato" su facebook, si crede che separarsi sia la via più semplice, la scorciatoia per il paese di "orasonoliberaemifaccioicazzimiei". Si crede che un ex-marito mantenga l' ex-moglie e il bambino a suon di bigliettoni che piovono dal cielo. Si crede che la gestione familiare sia la stessa. Si crede semplice cercare di dare al proprio figlio lo stesso amore senza far trasparire la preoccupazione. Si crede facile non dormire mai di notte per fare i conti coi 10 euro sul libbricino e trovarsi sola con un bambino bollente di febbre. Sola.

Quando io e il papà di Francesco ci stavamo lasciando, pensavo che lui non avrebbe MAI potuto avere un' altra. Oh, no. No, no. La mia testa ripeteva spiandolo dalla cucina mentre guardava pacifico la partita sul divano: "Siamo cresciuti insieme, hai amato solo me. Solo, solamente me per tutti questi anni. Tu che comparivi all' improvviso ovunque, mi seguivi, fermavi il traffico per inseguirmi in bicicletta, venivi a spiarmi a scuola. Tu che hai fatto tutto questo per me, non puoi mettere le tue mani su un' altra donna. Sono troppo sicura di essere io l' amore della tua vita e tale rimarrò per sempre."

Poi ho scoperto. Io e Lui vivevamo già in case diverse. E' stato come se filobus no. 92 mi fosse arrivato in fronte. Ho tirato fuori tutta l' irrazionalità di cui ero capace. L' impotenza mi faceva imbestialire. Come il fatto che nessuno volesse darmi più informazioni su questa persona: dove abita, cosa fa, com' è. Lui che regalo le ha fatto per il compleanno??? Lui che era mio. Paradossalmente non mi era nemmeno venuto in mente che questa persona virtuale avrebbe potuto vivere mio figlio. Parlarci, ascoltarlo, cucinare per lui, giocare con lui, toccarlo, lavarlo, dormirci insieme. Ingenuamente non pensavo a mio figlio. Mio figlio che era veramente MIO.

Poi l' illuminazione. Mio figlio trascorre i week-end a casa di un' altra donna? Immediate le insicurezze ( e per chiamarle insicurezze, credetemi, c' è voluto del lavoro ... ): Si troverà bene con lei? Chiederà di me? E se vorrà stare con lei da grande? Se si confiderà con lei e non con me? Se vorrà più bene a lei rispetto a me?

"Tutte paure infantili" disse lo psicologo. Ma vaffandulo te e tutte le tue paure infantili.

"Qualcuno vuole fermare il mondo per favore? Non che voglia scendere, eh? E' che voglio invertire la direzione di marcia, cazzo." Mi sono chiesta tra me e me seduta di fronte a lui, con il papà di Francesco seduto accanto.

Ho ringraziato educatamente, ho percorso il corridoio con la faccia paonazza, sono salita in macchina e sono scoppiata a piangere. E' pazzesco come ricordi certe cose come se fossero successe ieri.

Non poteva essere. Nemmeno lui mi capiva. Nemmeno. Lo. Psicologo. Paure infantili??? La figura della madre è irremovibile per un bambino??? E chi me lo assicura??? Tu??? Con quella faccia da pirla??? Cosa faccio tra qualche anno, vengo da te a lamentarmi se mio figlio non mi vorrà più??? Ho trascorso mesi in cui passavo le ore a chiedermi perchè nessuno capiva quanto stavo male, quanto reali e tangibili fossero le mie paure. Trovavo il mondo più ingiusto del solito ( il che è tutto dire nel mio caso ) e lo guardavo dall' alto del mio balcone mentre fumavo e fumavo, dopo aver messo a letto Francesco.

Poi ho trovato la pace ( ?!? ). E un moschettiere.

Recentemente ho anche parlato al telefono con la compagna del papà di Francesco. Ci siamo promesse di incontrarci. Sappiamo che un rapporto sereno tra di noi può solo giovare a mio figlio. E' solo che prima avevo una montagna da scalare per arrivare a vedere la valle quieta e ammettere l' ovvio. Ora dei regali che si fanno per il compleanno non potrebbe fregarmene di meno. Per il mio, di compleanno - a dicembre, Francesco mi ha portato un palloncino rosa con un sacchetto di caramelle e degli auguri scritti con il pennarello da Lei. Fa strano, ma questa è la mia vita.

Qualche settimana fa il papà di Francesco e il Moschettiere si sono conosciuti di persona.

E domenica sera, quando Francesco è tornato da me, me lo sono preso in braccio, tra suo padre e il Moschettiere. Vicino alla rotonda dell' autostrada. Abbiamo aspettato un attimo prima di salire sulle rispettive macchine. Ci è venuto naturale.

Eravamo noi quattro. E la prossima volta spero saremo in cinque. Francesco indicava un traliccio disperso in un campo e diceva che era una casa. Una casa che prima non c' era. Una casa fantastica nel bosco.

E noi tre - io, il papà di Francesco e il Moschettiere - eravamo come nella scena finale di un film. Immobili, vicini, incantati ad ascoltare la storia immaginaria di questo bambino che in un attimo, in un solo attimo, è riuscito a dirci che è così che ci vuole.

Uniti nell' amore che gli vogliamo e sereni nel crescerlo.

martedì 7 luglio 2009

Tre anni fa ... ( auguri Francesco! )


Tre anni fa, a quest' ora, ero attaccata alla colonna di casa in preda alle doglie. Non avevo paura del parto, non ne ho mai avuta. La mia curiosità ha sempre offuscato qualsiasi timore. Ora che so cosa significa quel dolore, forse andrei in sala parto leggermente prevenuta, ma sicuramente più consapevole.
.
Tre anni fa, a quest' ora, non avevo ancora stretto mio figlio al petto. Nella mia testa, grazie alle 200 puntate di "Reparto Maternità" che mi sono sparata, lo immaginavo ancora con tantissimi capelli e sporco di sangue. Invece è nato bianco e rosa, pulitissimo e profumato di prosciutto cotto.
Eppure ho mangiato mandarini e zucchine tutta la gravidanza. Boh, certe cose non si spiegano.
.
Tre anni fa, di mattina, c' era un sole forte che illuminava le pozzanghere, proprio come oggi.
.
Tre anni fa, tra poche ore, sarei andata in ospedale. Ci sono arrivata quasi da incosciente, senza preparazione, corsi pre-parto. Ho camminato con l' ossitocina nel sangue, mi sono data un morso sulla mano che mi è rimasto per settimane - giuro - , ho spinto guardando il pediatra strafigo che a sua volta mi fissava la patata e mi sono ritrovata Francesco urlante sul petto.
.
Tre anni fa guardavo mio figlio attaccarsi voracemente al mio piccolo seno da adolescente e lo compativo perchè non credevo che non avrei mai potuto sfamare un bambino; quando dopo 2 giorni mi sono venute due palle da bowling sul petto e Francesco ha cominciato a prendere peso, ho capito che avrei potuto dare da mangiare ad un esercito.
.
Tre anni fa non vedevo l' ora che lui arrivasse da me. E oggi non vedo l' ora di arrivare a casa da lui. Lui che ora sa andare in bicicletta ma vorrebbe una moto vera ed è rimasto deluso dal set di giardinaggio che gli ho regalato per il compleanno, che a volte si autogestisce e a volte si attacca alle mie gambe per non farmi andare a lavorare, che ama il suo ciuccio alla follia ma che ieri ha detto ad un bambino a cui la befana aveva portato via il suo: "capiterà anche a me".
.
Auguri Francesco! Senza te questi tre anni sarebbero stati sprecati.

venerdì 26 giugno 2009

ritorni

Francesco è tornato dal mare e starà ancora qualche giorno dal suo papà.
Ieri, però, non ho lavorato e ne ho approfittato per starmene un po' con lui, mentre il suo papà era al lavoro.
Siamo andati a vedere gli aerei dalle immense vetrate di Malpensa.
Io mi aspettavo che rimanesse incantato a guardarli sparire nel cielo. Invece Francesco è rimasto colpito dal "traffico di terra": muletti, trenini porta bagagli, pullmini per passeggeri. In effetti c' era un casino pazzesco.
Si è messo a raccontare ad una povera giovane coppia in partenza per la Norvegia ( e che limonava ogni due per tre, allora anche Francesco mi baciava in bocca ... ) che era venuto in aeroporto a prendere Giovannino che tornava da una vacanza ( il suo amico immaginario ) e che l' aereo con cui arrivava era talmente basso e piccolo che non c' era bisogno della scaletta.
Poi - si vede che ieri era in fissa con i gradini - si stava buttando giù dalla scala mobile che voleva prendere a tutti i costi e, quando l' ho trascinato verso l' ascensore ( più che altro perchè la scala mobile saliva, non scendeva ), mi ha odiato perchè è stato interrogato tutto il tempo da un ragazzo inglese che probabilmente non ha capito che in Italia si parla solo l' italiano. Anche con quelli che scrivono sul curriculum "Ottimo Inglese scritto e parlato". Figurati con un bambino di tre anni.
.
Sono state ore di ritorni. Non ce la facevo più ad aspettare.
Anche Marta è tornata. Non ci sono perchè e per come; mi basta sapere che posso contare ancora su di lei. E che adesso potremo dirci di nuovo tutto, ma proprio tutto.
.
Ore di ritorni ma anche di partenze.
La partenza di un ragazzo rimasto bambino che ricordo quando ero piccola e Fabio, il fratello più grande della mia amica Sara, rispose a noi bambine che volevamo sapere com' era il nuovo video di Michael Jackson: " Solito. Si tocca sempre le palle ". E noi: "Ahhhhh". E poi guardandoci l' un l' altra: " Ma cosa sono le palle? " ( ?!? ).
.
La partenza della ragazza che compariva sulla lacca che usava mia mamma negli anni '80; quella che le prendevo dall' armadietto prima di sedermi sullo sgabello a guardarla cotonarsi i capelli.
Mentre fuori tutte le donne del mondo spegnevano candeline esprimendo il desiderio di avere quella chioma e sperando che un certo Charlie le chiamasse per farle diventare uno dei suoi angeli.

Man in the mirror, la mia canzone preferita di Michael Jackson

mercoledì 20 maggio 2009

perle di saggezza

Francesco è sul divano e sta andando per perle nel naso prima con un ditino, poi con l' altro. ( adoro i bambini che si mettono le dita nel naso, per questo non gli ho mai detto di smettere. Anche perchè non lo fa spesso, mannaggia. )

"ma dopo te le mangi tutte quelle belle perle?"
"eeehhh, tttti, dopo mee bangio tutte" ( "eh, sì, dopo me le mangio tutte" )
"ma che sapore hanno?"
"ti voeeeebbe un po' di dùccheo pecchè tono amae" ( "ci vorrebbe un po' di zucchero perchè sono amare" )
"ah, allora se vuoi ti dò una bustina, così le condisci"
"noooooo! mamma, pee e pelle non ti buole o duccheo nommae, ti buole quello petae. comunque, quando eo gande, bangiavo e pelle e no eano amae pecchè nee tuo atte t'era o duccheo. eh! noo tapebiiii???" ( "nooo! mamma, per le perle non ci vuole lo zucchero normale, ci vuole quello speciale. comunque, quando ero grande, mangiavo le perle e non erano amare perchè nel tuo latte c' era lo zucchero. eh! non lo sapeviii???" )

Ora, premesso che ho dovuto aggiungere lo "zucchero speciale per perle del naso" alla lista della spesa e so già che la prossima volta che andremo insieme al supermercato dovrò raccattare su qualcosa che lo convinca di essere proprio quello, mi sa che devo fare un bel discorsino al Francy per fargli capire bene che domani non è ieri e che prima era piccolo, non grande.
Vuoi dire che l' unica cosa che ha preso da me - oltre ai piedi - è il non senso del tempo?

venerdì 8 maggio 2009

il nostro mare

L' altra sera ho portato Francesco dal dottore per un brutto mal di gola.
Al ritorno, in macchina - erano le 20.45 circa - pensavo che ho fatto proprio bene a trasferirmi.
.
Da piccola aspettavo con ansia il giorno in cui sarei andata a trovare i parenti in cascina, tra galline, aie aperte, polverose e solari. Io vivevo in città e mi ricordo come se fosse ieri il giorno in cui i miei zii erano venuti a trovarci, proprio durante una festa cittadina. Ricordo la loro sorpresa nel vedere che per noi festa significava poter passeggiare per la via centrale senza macchine, per un giorno intero.
No, per un bambino la festa non deve essere quella.
Festa è ... vedere decine di trattori ogni giorno di cui fare l' elenco la sera, andare a trovare le mucche nella stalla, poter correre libero, raccogliere lappi, margherite e papaveri, credere che le risaie siano un mare in cui tuffarsi in mezzo al riso che sta nascendo. Il nostro mare.
Buona festa, amore.
.
.
.
p.s. la foto è stata scattata in 1 nano secondo, visto che Francesco non ama fermarsi. Per lui la macchina deve sempre andare, anche con i semafori rossi. Per protesta ha buttato il suo amato ciuccio fuori dalla macchina.
Io: " Francesco, a parte che posso anche fermarmi con la macchina se voglio, eh? E poi, non buttare il ciuccio per terra, se no ti prendi un altro bel virus e un' altra bella febbre"
Lui: " Chi te ne fega, tanto te l' ho dià" ( "chissenefrega, tanto ce l' ho già" )
.
Tre anni a luglio, eh? Ma da chi le impara queste cose??? Ah, già. Da me.

martedì 5 maggio 2009

I bambini sono di sinistra



" I bambini sono di sinistra. Di sinistra, sì, nessun dubbio. Non soltanto per i pugnetti stretti in segno di protesta.
I bambini sono di sinistra perché amano senza preconcetti, senza distinzioni.
I bambini sono di sinistra perché si fanno fregare quasi sempre. Ti guardano, cacci delle balle vergognose e loro le bevono, tutti contenti. Sorridono, si fidano. Bicamerale! Sì, dai!
I bambini sono di sinistra perché stanno insieme, fanno insieme, litigano insieme. Insieme, però.
I bambini sono di sinistra perché se gli spieghi cos'è la destra piangono.
I bambini sono di sinistra perché se gli spieghi cos'è la sinistra piangono lo stesso, ma un po' meno.
I bambini sono di sinistra perché a loro non serve il superfluo.
Sono di sinistra perché le scarpe sono scarpe, anche se prima o poi delle belle Nike o Adidas o Puma, o Reebok, o Superga gliele compreremo. Noi siamo No-Logo, ma di marca!
I bambini sono di sinistra malgrado l'ora di religione obbligatoria.
I bambini sono di sinistra perché comunque, qualsiasi cosa tu gli dica che assomigli vagamente a un ordine, fanno resistenza. Ora e sempre.
I bambini sono di sinistra perché occupano tutti gli spazi della nostra vita.
I bambini sono di sinistra perché fanno i girotondi da tempi non sospetti.
I bambini sono di sinistra perché vanno all'asilo con bambini africani, cinesi o boliviani, e quando il papà gli dice "vedi, quello lì è africano", loro lo guardano come si guarda una notizia senza significato.
I bambini sono di sinistra perché quando si commuovono piangono, mentre noi adulti teniamo duro, non si sa bene perché.
I bambini sono di sinistra perché se li critichiamo si offendono. Ma se li giudichiamo non invocano il legittimo sospetto, e se li condanniamo aspettano sereni l'indulto che prima o poi arriva: la mamma, Ciampi, il Papa.
I bambini sono di sinistra perché si fanno un'idea del mondo che nulla ha a che fare con le regole del mondo.
I bambini sono di sinistra perché se gli metti lì un maglioncino rosso e un maglioncino nero scelgono il rosso, salvo turbe gravi - daltonismo o suggerimento di chi fa il sondaggio.
I bambini sono di sinistra perché Babbo Natale somiglia a Karl Marx. Perché Cenerentola è di sinistra, perché Pocahontas è di sinistra. Perché Robin Hood è di Avanguardia Operaia e fa gli espropri proprietari.
I bambini sono di sinistra perché hanno orrore dell'orrore. Perché di fronte alla povertà, alla violenza, alla sofferenza, soffrono.
I bambini sono di sinistra perché il casino è un bel casino e perché l'ordine non si sa cos'è.
I bambini sono di sinistra perché crescono e cambiano.
I bambini sono di sinistra perché tra Peter Pan e Che Guevara prima o poi troveranno il nesso. I bambini sono di sinistra perché, se ce la fanno, conservano qualcosa per dopo. Per quanto diventa più difficile, difficilissimo, ricordare di essere stati bambini. Di sinistra, poi."
Claudio Bisio.
.
.
Beh, io mi ricordo benissimo di essere stata una bambina, e di sinistra. Anche perchè, per evitare che mi dimenticassi di esserlo stata, mia madre tornava dal lavoro tutti i giorni con un garofano rosso nell' asola del tailleur. Stava da Dio con il filo di perle. Che chic.
.
.
Comunque, per la cronaca, ieri sera una signora ha indicato Francesco con il dito dicendo alla persona che era con lei: " Guarda, un piccolo Che in miniatura!".
A parte la field jacket verde militare e l' aria da combattente, non vedo molta somiglianza tra mio figlio e il Che. Però ... come mi sono gasata, orgoglio di mamma. Oggi gli compro il basco. Il ciuccio fà da sigaro.

lunedì 9 marzo 2009

Giovannino


Giovannino è l' amico immaginario di Francesco. Con lui va a lavorare, corre in moto e va contro le vetrine, aggiusta caldaie. Insomma, ha un gran da fare, sta sempre insieme a lui, ma nessuno ne conosce le sembianze.
Per meglio dire, questo accadeva fino a venerdì sera. Eh sì, perchè da quel momento Giovannino è stato identificato e ha un volto. E che volto!
A volte i bambini sono proprio buffi. Chi l' avrebbe mai detto che Francesco avrebbe riconosciuto il suo mitico amico in un uomo di mezza età che fa di tutto tranne che andare in moto ( soprattutto a spaccare le vetrine dei negozi ... ) e aggiustare caldaie ...
Tra l' altro ha una bellissima moglie e una famiglia meravigliosa di cui occuparsi.
Ma tutto questo non è affar nostro, l' importante è che ora sappiamo chi sia. D' ora in poi Giovannino sarà lui.
Ma non temete supporters di mio figlio, lui non vi abbandonerà mai. Anche venerdì sera, nonostante Giovannino fosse lì presente, Francesco lo ha snobbato tutta sera per stare in compagnia del gentil sesso, e, sopattutto, della sua adorata morosa ...
Aridaje con 'sta morosa ...


da sinistra nella foto: Francesco, Veronica ( la sua morosa ), Caterina.

mercoledì 11 febbraio 2009

la fiducia nel domani


Ho fatto interpretare i numeri di Francesco ( 07/07/2006 ) ad un' esperta di numerologia.

Questo è il risultato:


Molto protetto dal cielo, sarà molto spirituale e pulito dentro, viaggerà molto, ma qualcosa mi fa pensare a una passione smisurata per le auto e le moto, e anche per l'equitazione.
Caratteristica dominante è la velocità di pensiero, di ragionamento, di spostamento.
Sarà molto amato e protetto e nonostante sia amante del brivido e del rischio,
in lui resterà l'animo ingenuo e candido di un bambino.


Il leggere queste parole mi ha subito mandato in visibilio, immaginare lui come un Piccolo Grande Principe dall' animo ingenuo e candido mi ha rapito la mente.


Ieri sera a cena una cara amica mi ha sgridato perchè parlo del futuro di mio figlio come se potessi deciderlo io a priori, a tavolino. E mi ha svelato un segreto: se ti prefissi quel che sarà e cercherai di deviare la sua strada in quel senso, non avrai nemmeno il gusto della sorpresa ...

E cavoli, ha ragionissima. E chi ci aveva mai pensato alla sorpresa? Io che sono così curiosa, non posso perdermi il momento in cui mio figlio mi dirà che vorrà essere un biologo marino ... ah, no, oooops, questo quello che vorrei che diventasse, pardon! ...mi dirà che vorrà essere ... vabbè, non mi viene in mente niente, quel che sarà sarà.


E poi devo ascoltare la mia amica, che ieri sera accarezzandomi i capelli e guardandomi nell' anima, mi ha detto di AVERE FIDUCIA NEL DOMANI.

Il domani in fondo mi ha portato la sofferenza, ma anche l' amore e la gioia. E da oggi, che è già domani, prometto a me stessa di scavare, scavare, scavare e stanarla questa fiducia, buttando via tutto ciò che c' è di vecchio in me, fosse l' ultima cosa che faccio. E lo faccio per mio figlio, perchè quel che si merita è una madre spensierata. Spensierata come lui la mattina quando ride con le guance rosse rosse.
Amore, sei proprio buffo. Soprattutto in questa foto.


giovedì 5 febbraio 2009

la patata cucinata

Considerando che la prima parola "vera" detta da Francesco è stata "patata", avrei dovuto immaginare che avrebbe continuato a dimostrarsi curioso nei confronti del soggetto ...
Ieri sera, in bagno, ci stiamo preparando per la nanna. Francesco fissa le mie parti intime ed esclama: "Che bea a tua patata".
- "Grazie, amore mio."
- "E' gaaaaande gaaaaaaande!"
- "Beh, insomma, grande. Dai, è bella."
- "Tiiiiiiii, è beaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!" ... "E' anche cucinata."
- "Come cucinata??? Mi piacerebbe sì che fosse cucinata ... anche tutti i giorni ... anzi, più volte al giorno, se proprio te lo devo dire."
Francesco si mostra particolarmente perplesso. Forse è mglio che certe allusioni cominci a farle quando è un po' più grande, vista la predisposizione.

mercoledì 14 gennaio 2009

la nonna Bambina

Domenica per pranzo io e Francesco siamo stati invitati a casa di Marta. Già dalla sera prima lui ha cominciato a prepararsi ad assaporare l' euforia dell' arrivo in un posto nuovo. Gli ho raccontato che avrebbe trovato Marta - che lui conosce come la mia amica chic - e la sua famiglia, mai incontrata.
Quando è arrivato non ha fatto un plissé: con le mani in tasca da figo - sapendo di avere tutti gli sguardi puntati su di sè - ha cominciato a raccontare della sua adorata moto e del suo amico immaginario Giovannino.
Spavaldo, andava alla ricerca di "Padro" - "gande gande", nonostante la sua stazza gli facesse paura quando si avvicinava.
Socievole, cercava Gianni per andare con lui a prendere le cose in forno con la manina. Chiaccherone, riempiva Clara di "perchè".
Curioso, osservava la nonna Bambina cercando di capire come una nonna potesse chiamarsi così.
Flessibile, ha accettato di mangiare la pasta al "burro rosso" cucinata da Patrizia, ragionando su questa casa in cui, come nelle favole, il burro poteva essere di tutti i colori dell' arcobaleno.
Marta e la sua famiglia sono persone semplici, genuine, trasparenti. Tutte vestite con gran gusto, ovvio. Anche la nonna. La nonna Bambina, forte e protettiva, da cui Marta ha ereditato lo stile e un certo sesto senso, che le ha procurato il soprannome di "strega" a volte ci fa un po' paura ( Ma questo è un altro capitolo ... ).
Questa nonna Bambina che con un nome così avrebbe avuto il diritto di rimanere tale e di non soffrire.

lunedì 12 gennaio 2009

le carezze



" Cosa fai lì Francesco??? "
" Mi facco e caette ( mi faccio le carezze ), no! Eh ... "
" Ah! ok! Coccoliamo insieme? "
" Nooooo, facco da tooo ( faccio da solo ) "
" Va bene ... "
E sono andata in bagno a piangere. Mi è venuto dentro un groppone.
E lui? Lui se ne stava lì sul divano a coccolare con il suo Barbapapà ...
Che bravo che è. Così ometto. E' più grande di tanti uomini che conosco. Anzi, di tutti gli uomini che conosco. E anche di me, dai, lo ammetto.
Io vorrei avere ancora il cordone ombelicale attaccato. Esagerata??? Mah, non credo. Se fa così a due anni e mezzo, a dieci si compra casa e va a vivere da solo.

giovedì 18 dicembre 2008

senza te





Ciao amore, questa mattina mi sono svegliata senza te. Senza te nel letto abbracciato a "osso", sul divano in attesa del biberon, nel lavandino per lavare il culetto, sullo sgabello con il body tirato su per farmi vedere che ti sta venendo una pancia da grande.


I nostri riti del mattino hanno il sapore della gioia di vederti, l' odore della notte sul pigiama appoggiato al calorifero, il gusto del latte con il miele millefiori.


Questa mattina non ho potuto vivere queste emozioni, ma ti avevo nella mente, nel cuore, nell' anima. Questa mattina di quasi Natale splendeva il sole e sapevo che eri felice perchè finalmente potevi uscire a piedi con la nonna Rosanna pucciando i piedini nelle pozzanghere e raccogliendo foglie di acero.
E a me basta questo, saperti felice.


Eccoti una canzone che ti renderà il cuore allegro quando l' ascolterai. Me l' ha donata una mia amica che, come me, ha pensato a te.


martedì 16 dicembre 2008

beato Freud che sapeva tutto ...

Uffa, non si sa mai come comportarsi ... secondo Freud - scusate se semplifico un po' un concetto su cui probabilmente lui ha lavorato metà della sua vita - se si gratifica troppo un bambino per aver "evacuato" , si rischia di contribuire alla formazione di una personalità testarda, disorganizzata e restia all' autorità. Al contrario, se non lo si gratifica molto, svilupperà una personalità organizzata, meticolosa ed ostinata.
Ma scusa, con quel faccino come faccio a non dirgli che è stato bravo? Che da un momento all' altro ha dovuto rinunciare a quella cosa fantastica che è il pannolino? A quella cosa che gli permette di non rinunciare alla fase clou del suo cartone animato preferito ( tale Lazy Town ), di lasciarsi andare nel bel mezzo della coda al supermercato permettendo così a sua madre di superare tutti ( perchè hanno cambiato corsia )? Cavoli, lui la fa, te lo dice, tu lo cambi e tricchetetracchete butti via il tutto e non ci pensi più.
E invece no, bisogna toglierlo. Da una parte, sinceramente, con quello che costano e inquinano i pannolini ( che poi che inquinino me ne frega relativamente .. dò più peso al costo ! ) sono anche contenta. Ma dall' altra parte che fatica ... che fatica distoglierlo da quello che sta facendo, portarlo di peso e fargli fare il tutto con i piedini a penzoloni, scomodo come non mai, senza nemmeno una rivista di moto in mano ( gli dò tempo un paio d' anni, poi farà quello che hanno fatto tutti gli "uomini" ).
Senti Francesco, sai cosa ti dico? Che tanto Freud ne inventava sempre una, che finita una "fase", se ne usciva con un' altra. Quindi, secondo i miei calcoli, dopo la "fase anale" ( non l' ho mica detto io!!! ), arriva quella "fallica" ... e allora preferisco gratificarti ora anche se diventerai un testardo, un disorganizzato ed un restio all' autorità perchè quando ti beccherò in bagno con un certo giornalino, vedrai come ti ripiglierai e ridiventerai tanto ubbidiente, organizzato e docile ...
Scherzo amore, fai sempre quello che vuoi. Più o meno.

venerdì 12 dicembre 2008

la morosa



E' ufficiale, Francesco è entrato nella " fase della fidanzata ", o, meglio, della morosa, come dice lui.
Di solito nomina quella rincoglionita della "Stephanie", ovvero la co-protagonista di un cartone animato osceno, ma che lui adora, Lazy Town. Ogni tanto mi chiedo se la vede davvero bella, visto che è un cesso e provo ad immaginare cosa percepiscono realmente i suoi grandi occhi verdi.
Ieri sera la Valentina, che è venuta a trovarci, gli ha chiesto chi era la sua morosa. E lui è venuto da me ad abbracciarmi e ha detto " E' la mia mamma! " ... e io mi sono sciolta ... Finalmente ho battuto Stephanie!!!
Quando siamo andati a letto, con il suo biberon pieno di lattuccio, mi ha detto " Mamma, la mia morosa sei tu ma anche la Vale".
Ci sono rimasta di merda ma sono contenta che non sia monogamo già in partenza ... ma sì, fai bene, amore mio ... goditi la vita! Ma ti prego, la Stephanie proprio no, è troppo bruttina.
E comunque, fatemelo dire ... povera la nuora che mi capiterà sotto le mani ...

martedì 1 luglio 2008

è proprio un maschio

Quando era nella pancia pregavo in tutte le lingue perchè fosse un maschio e così ha voluto Dio: quando il ginecologo ha detto " che cos' è quella cosina lì che spunta???" suo padre non c' è stato più nella pelle e ha cominciato a dire "è un pisello, è un pisello, dottore, mi dica che è un pisello!!!"
Eh sì, perchè era un desiderio in comune.
E ora che non siamo più insieme mi chiedo: questo mio ometto come vivrà il rapporto con sua madre quando sarà più grande? Si farà lavare, vestire, toccare da queste mani femminili? Oppure la mia figura lo metterà in soggezione? E le partite allo stadio? Ci verrà anche con me? O mi vedrà solo come la rompiscatole, quella che gli farà fare i compiti tutti i pomeriggi mentre suo padre lo verrà a prendere per andare all' allenamento del pallone?
Chissà ... quel che è certo è che sono felicissima di avere accanto un "uomo" perchè so che mi proteggerà a spada tratta come un cavaliere difende la sua dama, lo so lo so, sono convinta che mi aiuterà a portare in casa la spesa come un boy-scout, mi sosterrà davanti alle malignità dei parenti-serpenti ( quanto vorrei che lo potesse fare già ora ... ), mi appoggerà nelle mie scelte.
Lo so perchè anche io farò così con lui. Passando sopra ogni cosa.