Visualizzazione post con etichetta i progressi di Francesco. Mostra tutti i post
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giovedì 10 aprile 2014

Quattro foto

E' l'alba e, come spesso succede in questo periodo, sono sul divano della veranda a ritagliarmi uno spazio prima che Francesco si svegli per andare a scuola. Quando il sole spunta dalla collina di fronte è già troppo tardi, il giardino chiama e il tempo mi divora. 
Spesso mi siedo a guardare il bosco fitto di ciliegi selvatici e noccioli, essenze di questa terra, da quella parte del nostro giardino che adesso è ben visibile nella mia testa come mix di piante di Ribes ornamentale, Aster, Vinca e Primula ma che agli occhi degli altri è solo una terra scura che ha contenuto un bosco. 
Le rose traboccano di boccioli. Se ne contano centinaia e tra poco si schiuderanno al sole. 
I tulipani stanno dominando il giardino e sono imbarazzanti da quanto sono belli.

Francesco si è appassionato alla musica. Gli abbiamo regalato un vecchio ipod del Moschettiere e adesso non lo abbandona mai, tranne che per andare a scuola, ovviamente.
Lo sento cantare dalla veranda, mentre sono in cucina a preparare la cena. E vado a spiare tutta la tenerezza delle sue parole e dei silenzi che seguono il ritmo della musica che c'è nelle sue orecchie.
Due giorni fa è andato in gita per la prima volta. Aveva lo zainetto che abbiamo preparato insieme: sacchetto del pranzo, acqua, macchina fotografica, fazzoletti, visiera. E' tornato con quattro foto (di cui tre del suo amico e una di fiori), i capelli ancora più biondi, la tristezza di una giornata finita troppo in fretta.

A casa è ormai il responsabile del pollaio, che detta così sembra una cosa brutta. Invece è un compito tutto suo, che si è scelto e che svolge ogni giorno, senza mai dimenticarsene. E poi coccola il suo cavallo, che lo annusa con quel naso grande. E ridono insieme.

Lui ha dentro la campagna, glielo dico sempre. Ha dentro quello che i libri di scuola non dicono, quelle albe che disegnano il profilo della collina e le foglie dei tigli che lui ha tanto voluto.




giovedì 24 gennaio 2013

Cosa succede in questi giorni frenetici

Ho un piccolo attimo di tregua e scrivo.
 
Sono stanca e il mio ginocchio si lamenta ma devo proprio dire che mi aspettavo che reagisse molto peggio al mio su e giù tra campagna e Milano.
Sarà perché ho sofferto davvero tanto ma la sera , nonostante la stanchezza e gli orari impossibili, faccio fisioterapia e per la prima volta nella mia vita mi sto impegnando in questo senso. Ho capito che è importante pensare al mio corpo, non solo abbigliandolo come più mi piace, ma anche curando le sue piccole grandi ammaccature che mi trascino da anni.
Mi sono persino comprata l' abbigliamento giusto per fare ginnastica (giuro, non lo avrei mai detto) e voglio vincere la scommessa con chi sosteneva che non sarei riuscita a fare la stagione a Milano o ad impegnarmi per far crescere questi benedetti muscoli. Per ora vinco io. E sono una che non molla, per cui: preparatevi, cari gufatori!
 
Sul treno, la mattina e la sera, leggo molto, come spesso succede quando lavoro. In quelle due ore di viaggio sono capace di divorarmi capitoli e capitoli che traboccano di fiori e mi immagino, tra poche settimane, alle prese con la realizzazione dei progetti che ho in mente per il mio giardino.
 
Francesco mi sta dando molte soddisfazioni. La scuola gli piace molto. Pochi giorni fa ha imparato la sua prima poesia a memoria e la sera, nel letto, mi ha detto che era contento che una cosa nuova gli fosse entrata nel suo cervellino perché non ne uscirà più.
Non si immagina quante poesie, rime e nozioni entreranno nella sua testa negli anni che verranno per poi uscirne poco dopo e la sua ingenuità, anche solo in queste piccolissime frasi, mi commuove.
 
Con i suoi lunghi capelli biondi conquista molti cuori e, nonostante il suo cuore tenero, credo che in classe faccia il duro.
 
Quando parla di suo fratello traspare tutto il suo amore. Io so che gli sarà vicino per sempre. E spero che suo fratello cresca felice circondato da tutti i messaggi di Francesco, dai suoi disegni per lui, dai suoi pensieri che lo mettono al primo posto.
Mi dispiace per chi non ci crede, ma per me l' amore viene al primo posto su TUTTO, in assoluto.
 
(Oook, mi tolgo gli occhi a cuore e ritorno al servizio fotografico che è in corso in showroom)

martedì 18 settembre 2012

La scuola. E le field jackets militari.

Sembra che Francesco abbia abbandonato l' idea di mettersi la tuta ogni giorno. E questo non può che rendermi felice. 
Sono quasi riuscita, l' altra mattina, a convincerlo a mettere le bretelle come quando era piccolo. Aveva i pantaloni giusti, quelli con i bottoncini per le bretelle sulla cintura, appunto. 
Comunque.
E' cambiato molto ultimamente. Fa più capricci e si è beccato il primo castigo. Sembra non averla presa male ed è questo che mi preoccupa. 
Il fatto è che voglio che smetta di anelare al mio Ipad come ad un oggetto magico, l' unico a distoglierlo da questa spada di Damocle che è la noia.
Già, la noia. Mi sto scervellando per capire come un gruppo di seienni possa annoiarsi avendo la compagnia uno dell' altro e una miriade di giochi che vanno dal mostro di turno al pallone alla mazza da baseball (Ok, mi auto-rispondo. Ho già la risposta ma non la voglio ammettere). 
E' che ci sono anche rimasta male quando in coro hanno bocciato la mia super idea di immaginare che l' albero dei cachi fosse la sede di un regno magico da cui provenivano tutti i loro mostri.

Ieri Francesco mi ha raccontato che durante l' intervallo lui e il suo migliore amico discutono su quanto sia noiosa la scuola. Inizialmente volevo arrabbiarmi, ma poi mi sono detta che tutto questo è fisiologico. Solo che alla mia epoca (!) certe cose cominciavano ad essere dette a partire dalla prima media, ora si parte dalla prima elementare. 
Staremo a vedere. 
Quel che è certo è che sono quasi sicura che con i compiti adotterò lo stesso sistema di stampo hitleriano di mia madre. Non transigerò. Una volta fatti i compiti, studiato e portati i risultati, se anche vorrà fare il figo con gli amici dicendo che la scuola lo annoia, la cosa non mi preoccuperà.

Lo scuolabus, nel frattempo, si è rivelato la chiave del successo dell' inserimento in prima elementare. Appare su tutti i disegni e viene pensato come potenziale mezzo per raggiungere qualsiasi località.
Onestamente, dopo aver sfottuto mia mamma che voleva salire insieme a lui sul pulmino vedendolo indifeso e troppo piccolo per avventurarsi fuori casa con un mezzo nuovo, devo ammettere che anche io mi sono un po' commossa il primo giorno in cui l' ho accompagnato alla fermata. 
Stavamo lì sul ciglio della strada e io dovevo buttare carta e plastica nei bidoni poco più in su sulla collina. Quasi non voleva che andassi e lui comunque non si è mosso di un centimetro. 
Tornando indietro me lo sono visto: la field jacket verde militare con l' interno a disegni hawaiani (che vorrei anche io), i piedini paralleli, immobili, lo sguardo attento al rumore del motore che indicava la salita della collina da parte dello scuolabus.
Dopo averlo fatto salire, rientrando a casa, non ho trattenuto le lacrime. 
C' era la vigna rossa, il bosco profumava di umido. Mi sono seduta lì, ai margini del fosso sulla discesa verso casa. E ho dovuto accendere una sigaretta per aiutarmi a sfogare le emozioni.
Non so, è che me lo immagino, nel corridoio della scuola, con quello sguardo da figo (che non mi sentisse mai!) mentre dice che si annoia, che la scuola è una palla (che non lo sentissi mai io!). 
E poi, quando non ci sono i suoi amici, mi chiede la mano per fare la salita.
E aspetta lo scuolabus con i piedini paralleli, immobili. Con la field jacket con l' interno hawaiano. Mica come la mia*.

* Consiglio spassionato: la field jacket in cotone verde militare è un passe-par-tout. In queste giornate abbinatela ai tessuti leggeri che si possono ancora mettere. Anche ad una gonna di seta. Un contrasto così "naturale" è possibile.
Durante il giorno, quando le temperature si alzano, legatevela in vita, scazzate. 
Il verde militare è un colore neutro, anche se non sembra: sta bene con il blu, il grigio (meglio medio, non troppo scuro per non intristire il look), il viola, l' arancio, il bianco, il beige, il nero, il rosa, il rosso. 
Mi immagino, per esempio, una bella gonna plissettata rossa, una maglia rosa chiaro, un sandalo non troppo aperto argento e una field jacket legata in vita. Una grande clutch colorata.
Oggi, però, la metto con pantaloni blu ampi e sandali con tacco di legno. E vado a vedere mio figlio che tira di scherma.



lunedì 26 marzo 2012

Uno scrittore (e un pallone, un cuore appeso ad un ramo e un tavolo in giardino)

Nessuno lo rincorre. E lui pensa e ripensa. 
Ma lui è abituato a vivere con lentezza.








venerdì 18 giugno 2010

vorrei essere un fottuto millepiedi

vorrei essere un millepiedi. un po' perchè delle mie due gambe, una al momento è ancora un po' messa male. ora s' è scoperto pure che ho la cartilagine del ginocchio consumata. ma non succede agli ottantenni? va bene che a 33 anni bisognerebbe avere anche i riflessi più pronti per evitare di fracassarsi una gamba intera tra macchina e cancello, però ora basta.
ho accennato al volo la cosa al Moschettiere - che ha mollato veterinaria a 9 esami dalla fine e tante cose le azzecca - e lui non si è pronunciato. in fondo alle mucche non si consuma la cartilagine. o sì?
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vorrei essere un millepiedi. per avere una zampetta qua e una al mare, dove andrà Francesco stasera. per essere lunga, lunga, lunga e la sera, dopo essere uscita da questo mondo di merda, arrivare con la testolina fino a quella casa che guarda il mare e metterla accanto alla sua sul cuscino. la prima zampetta giù dal letto. e anche l' ultima giù dal letto, ma a casa, così sarei pronta ad alzarmi la mattina e prendere il treno per venire a vendere vestiti per gente ricca.
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vorrei essere un millepiedi per poter indossare 500 paia di scarpe contemporaneamente. tutte con tacco 10. o 12. wow.
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vorrei essere un millepiedi lento lento, talmente lento che il suo culone e le zampette posteriori rimangono sempre indietro di due giorni. potrebbe essere che, mentre oggi la testolina è in questo bianco showroom patinato, la parte posteriore è ancora nel passato, a due sere fa, a quando Francesco era sul palco a fare il saggio di musica.
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vorrei essere un fottuto millepiedi per infilarmi dove ora non posso. e picchiettare con tutte le mie mini-scarpine tacco 10 - meglio 12 - sulla pelle di chi mi sta sulle palle. di chi non capisce che sono io la mamma di Francesco. e nessun altra.
e stavolta non sono incattivita per il brufen . oggi tutto "nature".
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vorrei essere un millepiedi per mangiare le foglie e i fiori. dormirci sopra. e diventare più bella.
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vorrei essere un cavolo di millepiedi..
e andare in giro a cantare la canzone del millepiedi - appunto -, come ha fatto Francesco sul palco l' altra sera. mentre io piangevo. e mi sono anche detta che anche al mio matrimonio pensavo di piangere e invece me la sono risa tutto il tempo e ho fatto lo spogliarello davanti ai parenti.
ma stavolta no, ho pianto.
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premetto che il video è un insieme di foto scattate mentre singhiozzavo tipo post-parto e che ci ho messo un pomeriggio per tirare insieme un video di sole 4 immagini( il resto è nero, non è il vostro pc che non funziona ) che mi permettesse di pubblicare la canzone del millepiedi. perchè deve rimanere nella storia di questo blog. io la amo.
ed è l' unica cosa che voglio sentire.

domenica 7 marzo 2010

spiriti di orecchini e folletti della neve

In attesa della grande bufera prevista per oggi, il sabato e' trascorso cercando di esorcizzare le mie paure leopardiane.
Ho aperto una vecchia scatola nascosta in un angolo segreto della casa di campagna, trovando un altro tesoro appartenente alla signora che l' ha abitata nel passato. Amava i fiori, anche lei.
Per questo aveva orecchini di viole e cornici antiche di margherite e rose.


Ho spalancato l' armadio bianco sentendo il profumo dei fiori disegnati sulle camicette e sugli abiti estivi. E mi sono sdraiata sul letto lasciando che questo profumo si mischiasse a quello dell' aria che entrava dalla finestra.
Mi e' venuta voglia di scrivere una lettera e parlare del primo sole.
Fuori le lenzuola erano stese sui fili, per la prima volta dopo l' inverno.

Ho ammirato estasiata i primi boccioli di narciso nati nella "serra" di casa.
Chissa' se la signora di notte viene a controllare se i nostri fiori crescono bene, come faceva con i suoi.
Sono uscita in giardino, a guardare i germogli scoperti da Francesco nei giorni scorsi, sull' albero delle sue prugne ...


... mentre Twenty Millions "pascolava" felice. E il mio libro mi aspettava sul muretto accanto ai bulbi di giacinti appena piantati.

Ah, dimenticavo. Nel frattempo ancora un po' di India entrava nella nostra vita.
Ho offerto campanelli agli spiriti protettori sulla porta di casa. Perche' io credo fermamente nella loro presenza in ogni cosa e a protezione di ogni cosa. Anche della tempesta in arrivo.

Quello a cui non avevo pensato e' che per sfidarla avrei dovuto vederla arrivare, questa bufera.
Ritirare a malincuore i vasi con i semi gia' piantati e sperare che quelli nel prato, sotto la neve, accettassero di andare in letargo ancora per un po', nella loro fredda tana.
Come quelle cose che sai che stanno per arrivare, ma proprio non ce la fai a pensare a come affrontarle prima che ti si presentino davanti.
Come quando ti trascini in posta pur sapendo che e' il giorno di paga delle pensioni. Ma devi proprio andarci perche' e' l' ultimo giorno valido per pagare le bollette. E sei costretta a sentire la segatura sotto le scarpe perche' fuori piove e l' impiegato della posta e' previdente e non vuole che la gente scivoli.
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Oggi gli spiriti sono arrabbiati. Si rincorrrono in mulinelli di neve.
Quello a cui non avevo pensato e' che non ho nessuna voglia oggi di rincorrere i folletti monelli nella neve. Il freddo che si percepisce sulla pelle illusa dai primi sprazzi di primavera e' troppo pungente. Era gia' stato dimenticato e ci ha sorpreso.
Io stanotte sono ritornata un po' in letargo, mi sono impigrita come i miei semi. Accucciata al calduccio con le ciabattone di pelo che il moschettiere ha trovato in Sudafrica ( boh, io non le avevo viste ). E non mi basta, mi avvicino sempre piu' alla stufa.
Quello a cui non avevo pensato è che la primavera potesse tirarci questo scherzetto.
Dai primavera, arriva. Arriva.

giovedì 3 settembre 2009

quadretti bianchi e azzurri

Abbiamo messo le Gusella blu con i buchi, i bermuda beige, la polo blu, il grembiulino a quadretti bianchi e azzurri, come quelli di una volta. E siamo andati verso il nostro asilo con la nuvoletta e l' arcobaleno, accompagnati dai nonni..
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Io, come in tutte le esperienze importanti della mia vita, non ho pianto. Io piango e mi agito prima. Il papà di Francesco, invece, aveva gli occhi lucidi. E lo capisco: quel piccolo lord che si metteva in posa ( abbiamo fatto un servizio fotografico degno di un matrimonio ), appoggiava la cartella perchè era pesante, correva emozionato verso l' entrata dell' asilo ... faceva tenerezza.
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Francesco è nei delfini; sarà che io interpreto tutto come un segno del destino, ma a me questa cosa che tutto ritorni sempre al mare fa un certo effetto ... lo so, lo so, lo so che diventerà un biologo marino.
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Comunque - divagazioni mie senza senso a parte - Francesco è entrato nella sua classe, ha adocchiato subito una tipa da puntare ( i gusti sono discutibili, ma in questo momento delicato non me la sento di intervenire ... ), ha giocato in cinque minuti con tutti i giochi disponibili e poi ha deciso di fare da guida e portare i nonni in esplorazione del SUO asilo.
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Al ritorno si è rimesso a giocare come se nulla fosse e nel delirio totale, con bambini che strillavano attaccati alle gonne delle mamme, pianti inconsolabili, urli, grida, insomma, un casino pazzesco ... Francesco non ha fatto un plissé. Un bacio quasi forzato e noi, io, suo padre, i nonni, tutti lì a guardarlo in attesa di un semplice: " non andate via". Invece lui zero.



Addirittura suo padre, che con la sua altezza può permettersi anche questo, si è messo a spiarlo dalla finestra per vedere se ci stesse cercando. Ma niente.

Io me la ridevo in cortile, osservando la scena in cui è il padre che piange per aver lasciato il figlio all' asilo e non il contrario.

Chissà come sarà nei prossimi giorni.

Quel che è certo è che di questo primo giorno mi rimarrà la tenerezza del profumo di legno delle seggioline, del papà di Francesco che ha gli occhi lucidi e non vuole andare via e del grembiule a quadretti bianchi e azzurri. Con le tasche e il doppiopetto.

martedì 1 settembre 2009

di ricami e di premi

Domani per Francesco sarà il primo giorno di asilo. Il primo, primo in assoluto, il primo della sua vita. Calcolando che ho pianto in merceria quando si è provato il grembiulino, ho già pensato di non mettermi il mascara domani e quindi nelle foto verrò come sempre. E cioè male.


Comunque. Sono mesi che ho comprato il filo e la fettuccia per ricamare il nome da mettere su asciugamani, bavaglini, grembiuli, tovagliette ... ma non ho ancora finito. L' ultimo "Francesco" verrà ricamato sul treno stasera sotto gli occhi increduli delle ragazzine con gli orecchini a smarties . Tipico mio: organizzarsi mesi prima e arrivare all' ultimo minuto.
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Tra l' altro, questa fine d' estate mi sembra più impegnativa del solito: più pensieri, più novità, più lavoro! Infatti, oltre al ricamo, ho ricevuto un bel compitino da Mamma in 3D e Mamma News , che ringrazio di cuore perchè oltre ad essere un compito, è anche un premio. Un bel premio.
Qualche mese fa avevo elencato 7 cose di me per un premio simile a questo e ora ne devo scrivere 10. Visto che avevo imbrogliato la volta precedente e avevo incluso 20 cose anzichè 7 perchè non sapevo decidermi, questa volta non saprei proprio cosa dirvi di me ...............
Proviamoci ....
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1) Ho paura del buio e non solo: da quando all' età di 11 anni mi hanno detto che nel film "Tre scapoli e un bebè" si intravede il fantasma di un bambino dietro ad una tenda, non oso guardare dietro le tende di casa e se mi viene questo pensiero di notte devo cantare per farlo andare via;
2) A proposito di notte, io parlo nel sonno. Ma di brutto. Mi è stato detto che ho parlato anche in francese. Niente, sono chic anche quando dormo. Me lo dico da sola, posso???;
3) Ho scoperto di amare il campeggio. Non l' ho ancora detto a nessuno perchè per una milanese sempre taccata, questa è una confessione pesante. Preferisco però il campeggio libero, sulla riva di un fiume o in un prato di campagna, in completa libertà;
4) I posti che mi sono rimasti nel cuore tra gli altri che ho visto sono: l' Amazzonia, Cape Town e il Kruger Park, la spiaggia di Anse Source d' Argent/La Digue/Seychelles, le cascate di Igussù/Argentina e la regione dei Pirenei francesi, da cui sono appena tornata;
5) New York è sempre dentro di me. Ho portato anche Francesco quando era nella mia pancia. La prossima volta che ci vado, però, mi compro un paio di Manolo's;
6) Vorrei andare in India, Botswana, Perù, Alaska. E prego, prego, prego perchè mio figlio diventi un viaggiatore;
7) Sono capace di indossare un abito in seta con tacco 12 per andare a portare Francesco al parco giochi e dopo poco mettermi bermuda e stivali di gomma e andare a raccogliere i pomodori nell' orto ( cosa che adoro fare, tra l' altro ). Credo si possa mettere quasi tutto quasi ovunque - il limite sta nella naturalezza nel portare qualsiasi cosa e nello stile. Una cosa è certa: non indosserei MAI una tuta, nemmeno per fare ginnastica;
8) Mi piace cambiare ogni sera la camicia da notte e, se proprio devo scegliere, le indosso vintage, anche se ultimamente le ho un po' trascurate;
9) Camminare nei boschi il mattino presto è una delle cose più belle che si possano fare secondo me. Per poi arrivare a casa di un amico che mi offre pane, salame e champagne. Se non sono strani, io non li frequento;
10) Odio la menzogna, la volgarità e la cattiveria. Parlo, parlo, ma io anche se sono incavolata nera, non concludo niente. Non ne sono capace. Non è colpa mia se mia madre mi ha fatto Sagittario.
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giovedì 30 luglio 2009

Francesco, sua nonna e Barack Obama

Sto leggendo un libro scritto da Barack Obama prima che entrasse in politica. Si intitola "Dreams from my father" ed è la storia della sua famiglia. Sono solo all' inizio ma già vedo trasparire la sua umanità che - sono sicura - è una delle cose di cui il mondo aveva bisogno.
E' vero, non si vive di sogni. Non si vive di pietà, solidarietà, rispetto. Anzi, si potrebbe anche vivere di tutto questo ma purtroppo non basterebbe per portare a casa la pagnotta ... e, soprattutto, a scalare la vetta.
O, meglio. questo è quello che ho sempre creduto: che nella vita andassero avanti solo quelli che non provano compassione, quelli che vanno dritti per la loro strada senza fermarsi ad aiutare e comprendere gli altri. Perchè questo è quello che ho visto e vissuto nel mio piccolo.
E invece quest' uomo mi ha dato la speranza di pensare che anche chi è UMANO - e non nel senso fisico del termine - potesse arrivare. Con carisma, capacità, fiducia in se stessi, intelligenza, studio, certo. Ma anche umanità.
E più entro nella sua vita e più ne sono convinta. Ho scelto di leggerlo in inglese proprio perchè volevo leggere le sue parole, non una traduzione.
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Francesco mi chiede spesso ultimamente di leggergli qualche riga in inglese. Mi guarda un po' stralunato un po' consapevole.
Così, ieri sera, mentre divoravo le parole di Obama ad alta voce ...

Non sono riuscita ad includere nel video le parole di mia madre che, quando Francesco ha riconosciuto il Presidente degli Stati Uniti, ha replicato: " Eh, sì, quello che vorrebbe tanto diventare quel nano malefico che abbiamo noi al governo".

Ok, è vero, i bambini sono di sinistra . Noi siamo di sinistra. Ma un bambino di tre anni appena compiuti non può essere sottoposto a un tale strazio da parte della nonna, che non perde occasione per tentare di indirizzarlo verso una tal direzione e se potesse gli canterebbe " Bella ciao" come ninna nanna. Anche perchè il bimbo mi sembra già abbastanza confuso di suo in quanto a politica e geografia.

Dai, su.

lunedì 13 luglio 2009

semplici immensità

Per festeggiare i 3 anni di Francesco ho scelto la campagna.

In compagnia della splendida Valentina ( è lei la bellezza che vedete in foto ... ) che ogni tanto saluta i grandi laghi del Canada e viene a salutarci, di amici vecchi e nuovi e del loro piccolo cucciolo di uomo che ha appena due mesi.
Racconti di cavalli, neve, amori lontani, fattorie.
E poi una scala per raccogliere le prime prugne tanto dolci ma dalla buccia un po' amara.
E poi ancora ricordi di un bimbo appena nato, del fasciatoio, del momento del cambio, dei rotoli di ciccia sui polsi.
Francesco mi sembrava così grande mentre osservava quel batuffolo di latte e cotone.
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E i girasoli mi parevano così austeri,



i campi di grano così immensi, il cielo così infinito, gli alberi così alti, la verdura dell' orto così genuina,


i biscotti fatti in casa così puri e ...
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e, sì ... l' amore così semplice, racchiuso, ingenuo. E immenso.

martedì 7 luglio 2009

Tre anni fa ... ( auguri Francesco! )


Tre anni fa, a quest' ora, ero attaccata alla colonna di casa in preda alle doglie. Non avevo paura del parto, non ne ho mai avuta. La mia curiosità ha sempre offuscato qualsiasi timore. Ora che so cosa significa quel dolore, forse andrei in sala parto leggermente prevenuta, ma sicuramente più consapevole.
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Tre anni fa, a quest' ora, non avevo ancora stretto mio figlio al petto. Nella mia testa, grazie alle 200 puntate di "Reparto Maternità" che mi sono sparata, lo immaginavo ancora con tantissimi capelli e sporco di sangue. Invece è nato bianco e rosa, pulitissimo e profumato di prosciutto cotto.
Eppure ho mangiato mandarini e zucchine tutta la gravidanza. Boh, certe cose non si spiegano.
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Tre anni fa, di mattina, c' era un sole forte che illuminava le pozzanghere, proprio come oggi.
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Tre anni fa, tra poche ore, sarei andata in ospedale. Ci sono arrivata quasi da incosciente, senza preparazione, corsi pre-parto. Ho camminato con l' ossitocina nel sangue, mi sono data un morso sulla mano che mi è rimasto per settimane - giuro - , ho spinto guardando il pediatra strafigo che a sua volta mi fissava la patata e mi sono ritrovata Francesco urlante sul petto.
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Tre anni fa guardavo mio figlio attaccarsi voracemente al mio piccolo seno da adolescente e lo compativo perchè non credevo che non avrei mai potuto sfamare un bambino; quando dopo 2 giorni mi sono venute due palle da bowling sul petto e Francesco ha cominciato a prendere peso, ho capito che avrei potuto dare da mangiare ad un esercito.
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Tre anni fa non vedevo l' ora che lui arrivasse da me. E oggi non vedo l' ora di arrivare a casa da lui. Lui che ora sa andare in bicicletta ma vorrebbe una moto vera ed è rimasto deluso dal set di giardinaggio che gli ho regalato per il compleanno, che a volte si autogestisce e a volte si attacca alle mie gambe per non farmi andare a lavorare, che ama il suo ciuccio alla follia ma che ieri ha detto ad un bambino a cui la befana aveva portato via il suo: "capiterà anche a me".
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Auguri Francesco! Senza te questi tre anni sarebbero stati sprecati.

giovedì 30 aprile 2009

morose, anelli di fidanzamento e tanti grazie


Avrei anche potuto intitolare il post " anelli di fidanzamento e tante grazie " dato che, visto l' andazzo delle cose, avrei anche potuto fare della polemica. Ma non ne ho affatto voglia.

Infatti i miei grazie sono veri e diretti a marilena , che mi ha dato questo premio. Visitare i blog amici e sapere ogni giorno di più qualcosa delle vostre vite è diventato un appuntamento fisso, quotidiano, di cui non potrei fare a meno. Non so se la cosa è grave e non mi interessa. Mi interessa invece di voi, dei vostri bimbi, di quelli che sono nelle vostre pance e di quelli che vi fanno diventare matte. Abbiamo qualcosa in comune: forse l' essere mamme, mamme nella rete, forse la voglia di condividere i nostri piccoli episodi di tutti i giorni. Voi sapete chi siete.

Dopo questa premessa alla Riccardo Fogli - e, credetemi, nella vita avrei voluto tutto ma non paragonarmi a lui e alle sue "storie di tutti i giorni" - passiamo alle cose serie. Non che quelle citate sopra non lo siano, ma da mamme credo mi capiate quando per cose serie intendo che Francesco si è fidanzato. Ed è affar serio, seriamente serio.


Ieri pomeriggio io e Francesco siamo andati a prendere la sua morosa dopo la scuola ( se l' è scelta grande ). Fin qui niente di che, se non che mio figlio si è rifiutato di fare la nanna,iper-eccitato dall' evento imminente.

Data la giornata ventosa e semi-piovosa, siamo andati a fare un giretto alla Toys. Datemi della masochista, lo so, ma dovevo scegliere tra questo e il centro commerciale pieno di carrelli-macchinina, aerei supersonici che con una monetina vanno avanti 30 minuti, angolo delle palline e chi più ne ha più ne metta.

La sua morosa lo ha preso in braccio, lo ha portato in ogni angolino del negozio e gli ha fatto testare tutti, ma dico tutti i giochi con scritto "provami!". Insomma, se non fossi una donna trentenne pienamente sicura di non essere pedofila e se non fosse lei la figlia del celeberrimo Giovannino , me la prenderei io come fidanzata.

Ma Francesco è uno sgamato, se la tiene stretta stretta e con la sua faccia di tolla le ha anche regalato i fiori che aveva strappato dall' oleandro del vicino. Ladro gentiluomo.

Arrivati a casa, dopo aver giocato per due ore con i pezzi aggiuntivi della cassa del supermercato che ho comprato a Francesco ( sono masochista, non scema! ), è cominciata la cena.
Francesco ha mangiato quattro volte più del solito, guardando la sua morosa con gli occhioni a forma di cuore. Ora, solitamente l' amore toglie l' appetito.
A lui no. Stamattina si è svegliato affamato e sorridente.
Con il suo panino in mano, saltellava per la strada salutando tutti e facendo bocconi da leone. Ad un certo punto ha anche detto: "Mamma! Che bel tole candante quetta mattina!!!" ( "Mamma, che bel sole scaldante questa mattina" ).
Ve l' avevo detto: è affar serio. Seriamente serio.
Il capitolo sui participi presenti lo aprirò un' altra volta ( ho un po' di cosine in sospeso, eh??? ).
p.s. giro il mio premio a:
1) Ilaria ,tra pochi giorni mamma;
2) Sonia Luna , la mia cugina ormai irlandese;
3) Rox , e i suoi momenti di vita;
4) Denise , che non si depila;
5) Cinzia , mamma fortunatissima;
6) Ladyeffe , che ha qualche problemino in comune con me ... ;
7) Marilde , grande scrittrice;
8) Snezana , la sua dolce Katy e i suoi meravigliosi disegni;
9) Claudia , una matta - ed è un complimento;
10) Alessandra , incasinatisssssssssima.
11) Silvia , una mamma praticamente perfetta;
Lo so, sono tante, ma in fondo sto donando un premio.

martedì 21 aprile 2009

il mio essere madre

Cresce e nemmeno me ne rendo conto.
I gradini che continua a fare su e giù con il pisellino all' aria.
La pipì in piedi come i grandi.
La canottiera che si alza davanti perchè ha la pancia.
E le mutandine da abbinarci.
I denti come li lava lui.
Il pettine delle femmine perchè è rosa.
I boccoli biondi.
Il profumo prima di andare a dormire come Marilyn Monroe.
... che notte di pensieri, conti, ragionamenti, quella passata. Ho deciso di scrivere una lettera.

martedì 31 marzo 2009

mutande e prosperità



Francesco sta togliendo definitivamente il pannolino e io con lui ( almeno spero ).


Sì, perchè i pannolini sono parte integrante della vita di ogni mamma: con la loro voluminosa confezione risparmio occupano metà carrello della spesa e alla fine non ci stanno nei sacchetti; costano decine di euro al mese e inquinano come un pallet di bottiglie di plastica; procurano irritazioni varie ai santi culetti e comportano di conseguenza l' acquisto di tubetti di creme allo zinco ... ma soprattutto, creano quell' attaccamento morboso del bambino a quello strumento che permette loro di non staccarsi dalla visione del cartone animato preferito o di continuare a giocare imperterriti mentre la puzza si espande ed invade l' area gioco fino ad arrivare come un filo trasparente alle narici della mamma.



Come scritto in un post precedente, prima di cominciare a portarlo verso questo nuovo grande traguardo, mi sono riletta Freud e la sua teoria della gratificazione, mi sono informata sul metodo migliore per non fargli subire "traumi" e ho capito che, come tutte le cose, va fatto tutto nel modo più naturale possibile, senza la fretta di togliere a me stessa questo peso.


E allora quando, come questa mattina, Francesco non ha voglia di mettere le mutandine perchè preferirebbe ritornare alla plastica confortante del suo amato pannolino, gli offro una spalla - oooops, una tetta - su cui appoggiare la sua tenera guancia e sentirsi rassicurato, amato, sostenuto in questo come negli altri futuri cambiamenti della sua vita.




p.s. scusate la tetta in primo piano, ma quest' immagine mi piaceva troppo. E poi, dopo aver allattato e mostrato la tetta a destra e a manca, non mi fa nessun effetto vederla pubblicata, per lo più coperta.
Forse però includere la parola "prosperità" nel titolo è un po' azzardato, ora che vedete da questa foto che tanto prosperosa non sono ...




martedì 24 marzo 2009

sogni d' oro incasinati


Francesco adora le favole. Ed io con lui, amo immergermi in un mondo in cui gli animali del bosco rubano uno zoccolo al gigante Barbarossa per navigare il fiume, in cui la mucca Cornelia spedisce con una cornata il contadino Contardo al di là della collina, in cui Nonna Coniglia riunisce intorno a sè tutti i suoi nipotini per raccontare loro le avventure della Fattoria del Melo Verde.

Poi ci sono le classiche fiabe che grazie alle rappresentazioni di Walt Disney hanno arricchito il nostro immaginario di bambine.

Francesco cresce con la nonna - mia madre - che non ha la benchè minima intenzione di raccontargli storie di guerrieri, dinosauri o robot. No, lei è convinta che le vere favole siano quelle in cui devono esserci, nell' ordine:


1) una sfigata che come minimo è orfana e come massimo ramazza il pavimento tutto il giorno o parla con gli uccellini, suoi unici amici;

2) una matrigna stronza e magari anche due sorellastre;

3) un principe azzurro ( quello che ha rovinato il rapporto di tutte noi con l' altro sesso - anche se non escluderei il ruolo fondamentale che hanno avuto abel, arthur e terence nel mio approciarmi con gli uomini, visto che nei cartoni animati che guardavo io trombavano tutti, anche tra fratelli ... ).


Comunque, chi meglio di Biancaneve e Cenerentola può racchiudere tutte queste belle caratteristiche? Per questo mia madre racconta queste favole a Francesco dalle 10 alle 20 volte al giorno. E a queste si aggiungono altri 2/3 turni miei prima di andare a dormire.


Questa mattina in bagno Francesco dice di volermi raccontare la storia di Cenerentola. Ecco la sua versione:


" Teneeeentoa è bea; tira tutto i dionno, puissse, ava. Poi ha due toeaste, Anattadia e Benobessa. Cappa ne bocco e tova ua caetta dove ti tono due ettini di à, ei puissse puissse puissse poi aibao tanti nanetti che tono feici.

ei coe, coe, coe e pedde a cappetta di chittaoo. ma poi i pincipe ba in tutte e cae per teccae Teneeeentoa ma tutte hanno i piedone goooooso goooooso.

bangia a mea e domme. i pincipe attuoooo a bacia e ti bbeia."

Traduzione: "Cenerentola è bella, stira tutto il giorno, pulisce, lava. Poi ha due sorellastre, Anastasia e Genoveffa. Scappa nel bosco e trova una casetta dove ci sono due lettini di là, lei pulisce pulisce pulisce, poi arrivano tanti nanetti che sono felici.

Lei corre, corre, corre e perde la scarpetta di cristallo. Ma poi il principe va in tutte le case per cercare Cenerentola ma tutte hanno il piedone grosso grosso.

Mangia una mela e dorme. Il principe azzurro la bacia e si sveglia."


mmmmmmh, mi sa che ha fatto un po' di casino ( o "casinotto", come direbbe la mia zia Micheline, che tanto so che mi legge ... ).
p.s. Ah, questa favola inventata da Francesco è per la dolce LUNA .




mercoledì 11 marzo 2009

zombi e attimi fuggenti

Basta poco per prendere lo spunto per fermarsi sul ciglio della strada a pensare.

In questo caso mi è bastata un' e-mail, uno scambio di considerazioni con un amico per bloccarmi e riflettere. Non che non lo faccia mai, anzi, purtroppo lo faccio troppo spesso e la mia mente è sempre colma di pensieri e paranoie fino al limite - sempre che ce l' abbia un limite la mia testa svolazzante.

Ma questa volta mi è stata detta una frase sulla quale non potevo non soffermarmi: "Quando mi guardo intorno vedo poche persone che "vivono" e tantissimi zombi".

Cazzoèvero. Ma nessuno ha visto "l' attimo fuggente"? Nessuno si è fatto rapire dal professor Keating che diceva: " Carpe Diem. Cogliete l'attimo, ragazzi. Rendete straordinarie le vostre vite". RENDETE STRAORDINARIE LE VOSTRE VITE.

Quante persone realmente vivono la loro vita e quante hanno provato a renderla straordinaria ma senza successo? Quanta gente seduta in metropolitana con lo sguardo assente è veramente felice? E cosa cavolo ci vuole per esserlo?

Io posso dire di averci provato, ma non me ne frega niente che mi venga riconosciuto questo. Quello che mi interessa è che posso urlare al mondo a testa alta che sì, è vero, sono stata additata, giudicata, contestata, offesa, ma ho fatto qualcosa per cambiare una vita che a me non andava più giù e una me stessa che aveva smesso di piacermi. Una vita in cui stavo semplicemente sopravvivendo cercando di rimanere a galla perchè l' acqua mi arrivava alla gola e facevo fatica a respirare.

Io posso urlare al mondo a testa alta che sto vivendo.

E posso guardare fiera il mio bambino che per la prima volta ha disegnato un sole. Non più solo linee rette e incomprensibili, ma un cerchio. Un cerchio che può essere un sole, sì, ma anche un anello che racchiude le nostre vite.




martedì 16 dicembre 2008

beato Freud che sapeva tutto ...

Uffa, non si sa mai come comportarsi ... secondo Freud - scusate se semplifico un po' un concetto su cui probabilmente lui ha lavorato metà della sua vita - se si gratifica troppo un bambino per aver "evacuato" , si rischia di contribuire alla formazione di una personalità testarda, disorganizzata e restia all' autorità. Al contrario, se non lo si gratifica molto, svilupperà una personalità organizzata, meticolosa ed ostinata.
Ma scusa, con quel faccino come faccio a non dirgli che è stato bravo? Che da un momento all' altro ha dovuto rinunciare a quella cosa fantastica che è il pannolino? A quella cosa che gli permette di non rinunciare alla fase clou del suo cartone animato preferito ( tale Lazy Town ), di lasciarsi andare nel bel mezzo della coda al supermercato permettendo così a sua madre di superare tutti ( perchè hanno cambiato corsia )? Cavoli, lui la fa, te lo dice, tu lo cambi e tricchetetracchete butti via il tutto e non ci pensi più.
E invece no, bisogna toglierlo. Da una parte, sinceramente, con quello che costano e inquinano i pannolini ( che poi che inquinino me ne frega relativamente .. dò più peso al costo ! ) sono anche contenta. Ma dall' altra parte che fatica ... che fatica distoglierlo da quello che sta facendo, portarlo di peso e fargli fare il tutto con i piedini a penzoloni, scomodo come non mai, senza nemmeno una rivista di moto in mano ( gli dò tempo un paio d' anni, poi farà quello che hanno fatto tutti gli "uomini" ).
Senti Francesco, sai cosa ti dico? Che tanto Freud ne inventava sempre una, che finita una "fase", se ne usciva con un' altra. Quindi, secondo i miei calcoli, dopo la "fase anale" ( non l' ho mica detto io!!! ), arriva quella "fallica" ... e allora preferisco gratificarti ora anche se diventerai un testardo, un disorganizzato ed un restio all' autorità perchè quando ti beccherò in bagno con un certo giornalino, vedrai come ti ripiglierai e ridiventerai tanto ubbidiente, organizzato e docile ...
Scherzo amore, fai sempre quello che vuoi. Più o meno.