mercoledì 30 novembre 2011

La valigia di una non fashion victim in partenza per il Marocco

Un' esplosione di blu. Ho pensato al Marocco, tutti i colori che mi riempiranno la testa, alle spezie, ai palazzi, alle stoffe. E mi sono detta: calma (ero proprio io?).

Poi ho preso dall' armadio un paio di cardigan (lana e cotone), quattro pantaloni di vari pesi, due camicie, due t-shirt BLU. Le decolleté e i sandali color cuoio e un paio di espadrillas (queste ) per girare di giorno.

Le borse? La mia mega clutch nuova sempre color cuoio e una di quelle che faccio io all' uncinetto. Quella sì che si mischierà nel casino delle tinte marocchine.

Ma io no, io ho deciso di osservarla con la discrezione del blu, quella folla di colori.

giovedì 24 novembre 2011

Arancio

Sono pure io che me le cerco, che non sto mai ferma. Mi invento che devo imparare il turco, piuttosto che rivestire la casa di lana lavorata all' uncinetto per Natale e confezionare pure i regali a mano. E un tappeto. E una coperta. Sí, ecco, sono decisamente io che me le cerco. Però io pigra non sono mai stata. Piuttosto, uno dei miei più grandi difetti è proprio quello di buttarmi a capofitto in mille progetti, per poi lasciare qualcosa strada facendo, un po' per stanchezza, un po' per il continuo bisogno di progettare altre cose. Nuove.
Ma all' inizio non riesco a frenarmi. Come quando mi piace una canzone. La metto in loop e Oh! Cascasse il mondo io non la tolgo. Poi però mi va sulle palle e non la ascolto più per mesi, anche anni.
Eh, son fatta cosí, tanto attiva e creativa ma poco costante.

Ieri, per esempio, ho guardato il mio albero di cachi e mi è venuta una voglia pazzesca di arancio. Come si fa a non avere questa voglia, guardandolo? Mi chiedo.
Credo proprio che aggiungerò alla mia coperta ad uncinetto un tocco di arancio. Perfetto con le mattonelle marroni che ho fatto (gergo da uncinetto).
E aggiungerò una clutch bag arancio a quelle del mio etsy shop. E poi lo pubblicizzerò. Sí, certo, non come le altre cose, che faccio solo per il gusto di fare e poi mi vergogno a dire in giro che le faccio.



A proposito di clutch bags. Me ne hanno regalata una. Grande, come non se ne trovano in giro. E mi fa impazzire.

lunedì 14 novembre 2011

suede ankle booties

Sono perfetti per l' autunno.
In suede, che fa tanto *stagione fredda* (perché con i colori quasi primaverili di marzo, già stonerebbero, anche se ancora non fa caldo).
Stringati, con un' aria quasi *innocente*, come gli stivaletti che avevano le bambole. Ma con tacco 10 - e plateau - per non sembrare, poi, cosí tanto innocenti.
E la gomma, per sfidare il fango dopo la pioggia autunnale.
Perché bisogna correre, correre, correre e non fermarsi mai.
E per star dietro ai cambiamenti, alle nuove ere, bisogna pur avere le scarpe giuste. Almeno, io voglio averle.

lunedì 7 novembre 2011

In paese/2

La settimana scorsa, di sabato mattina, sono andata a fare un paio di commissioni tra le viette di un paese vicino al mio. E chi ti incontro? Forse l' unica persona che si ha voglia di incontrare in un sabato mattina qualunque tra le vie del paese più pettegolo della zona: un ragazzo che abita sulla collina di fronte a casa mia, un giornalista free-lance, che scrive libri e, soprattutto, che ne ha sempre una da raccontare e lo fa con un certo piglio. Manco a dirlo, mi sono fermata almeno un' oretta a sentire *le ultime dal paese* fumandomi un paio di sigarette e sbellicandomi dalle risate come se fossi al cabaret.
Per farla breve: non so se ricordate le vicessitudini delle pie donne del paese in cui vivo (circa 400 abitanti, divisi per un numero di colline che io ancora non ho capito), alle prese con il nuovo parroco (di colore!). Ebbene, sembra che le avventure continuino.
Il fatto è che le pie donne (come le chiama il mio amico) non hanno accettato calorosamente il povero sacerdote, costretto a farsi strada in un percorso fatto di abitudini vecchie di cent' anni e l' atto di posticipare l' orario della sacra messa della domenica non gli ha di certo spianato il cammino.
Il parroco, comunque, continua tutt' oggi imperterrito per la sua strada, non curandosi delle nostre pie donne - fino al suo arrivo regine indiscusse della collina. Tant' è che gli capita pure di  *azzardare* decisioni e manovre senza prima consultare il di loro parere. Come nel caso delle campane.
Pare che la scorsa estate, in pieno agosto, la ristrutturazione della casa adiacente alla chiesa del paese sia terminata e i proprietari (Milanesi. Anzi: milanesi!!!) l' abbiano occupata, immagino estasiati al pensiero di poter finalmente dormire cullati dal silenzio della campagna.
Beh, pare anche che, dopo la prima notte, stremati dal suono delle campane  - altro che estasiati dal suono della campagna, questi abbiano chiesto che venisse interrotto il meccanismo del campanile durante le ore notturne. Sempre pare che, per effettuare subito questa operazione, un tecnico sia stato prontamente chiamato dal parroco (quello amatissimo di colore, per non sbagliarci) e che, nello scorgere sconosciuti ronzare intorno alla chiesa, le pie donne ne siano venute a conoscenza e non abbiano mancato di protestare animatamente. Le abitanti del borgo hanno mostrato il loro disappunto parlando ovviamente di tradizioni, di cultura e del campanile (e quindi anche del suono notturno delle campane) come fulcro del paese.
Ai tempi si era anche parlato di referendum. Io, sinceramente, non so cosa avrei votato. In effetti, l' ultimo arrivato (oltretutto milanese!:D) dovrebbe cercare di integrarsi nella vita del paese senza sconvolgere le già esistenti abitudini.
A suo discapito, però, posso dire che le benedette campane si sentivano rintoccare in modo forte e chiaro anche a casa nostra, che si trova su un' altra collina. Mi immagino quindi il suo fastidio.
Ma una cosa vien da chiedersi - e infatti le pie donne se la sono chiesta eccome - "Ma questo qui...non aveva visto la chiesa prima di comprare la casa???".
E su questo, le care carissime pie donne non hanno tutti i torti.

W quindi le pie donne e a presto, con nuove esilaranti avventure dal nostro piccolo (ma fruttuoso, eccome se fruttuoso!) paese di collina.
Qui il link dell' articolo scritto dalla mia inesauribile fonte di informazioni su *Il Monferrato*: http://www.ilmonferrato.it/viewers/show_archive/index.php?_EDITION=monf_2011_09_09_066_019.pdf

mercoledì 2 novembre 2011

One night in Istanbul

Quella notte - quella in cui le zucche si animano di spiriti e le streghe si sentono libere, in cui tutti colgono l' occasione per trasformarsi in quello che non sono - ecco, quella è una di quelle notti in cui io non festeggio.
Quella notte di 14 anni fa mi ero vestita a festa e mi sono anche messa i brillantini sulle palpebre. Tutti mi guardavano male perché i brillantini non si usavano.
Quella - questa notte l' ho trascorsa a Istanbul, quest' anno. E ci ho pensato meno.
Mi sono fumata una sigaretta mangiando gelato e frutta, con due uomini davanti che si gustavano un sigaro.
(Quando il Moschettiere si fuma il sigaro, a me fa impazzire).
E poi mi sono avvolta in una sciarpa di maglia e pizzo che, a dire il vero a me non piaceva molto. Ma il Moschettiere ha detto che mi stava bene, con i capelli sciolti.
{In ogni caso, ci ho pensato meno, papà, ma ci/ti ho pensato}