giovedì 31 gennaio 2013

Bacche. Perché è ancora inverno (anche se la primavera popola già i nostri sogni)

Periodo di lavoro, questo. Ma non solo. I progetti non si fermano, nemmeno se tra la loro ideazione e la messa in pratica ci sono due ore giornaliere di treno, un' attività impegnativa in showroom, l' arrivo a casa la sera di corsa, per mettere a letto Francesco, il pensiero di quello che sarà il giardino in primavera (e quindi le piante da ordinare, quelle da seminare, quelle da trapiantare).
 
Nella mia vita cerco di tenere per mano un filo: quello delle mie passioni. E provo, con fatica  (a volte) a fare in modo che questo filo leghi le fasi della mia giornata. Un po' per aiutarmi a correre con meno fiatone, un po' perché rappresenta le cose in cui credo e tramite le quali penso sia giusto crescere mio figlio e diffondere i valori che per me sono importanti.
 
Per questo, anche nei piccoli grandi progetti quotidiani, lascio che la natura metta lo zampino. Ne esce sempre qualcosa di magico, proprio perché la natura non tradisce (anche se, attenzione, può ribellarsi se la sua anima gentile viene tradita).
Poce bacche, un oggetto "importante". Eccolo.

1 commento:

Pellegrina ha detto...

Le bacche sono bellissime e d'inverno scaldano gli occhi e il cuore. Io le amo molto, per la loro fantasia colorata, lucida e legnosa. Così come mi piacciono tutte le stagioni, in campagna. Ho vissuto quasi un anno vicino a quelle zone e la mattina prendevo la littorina per andare in città a lavorare, con gli aironi a far colazione sui canali come paesaggio, nelle nebbie.
(La ricerca procede, quel certo verde finora però l'ho visto solo sottosopra, cioè su un paio di stivaletti scamosciati.)