sabato 9 gennaio 2010

India

A Natale abbiamo riempito la casa di bianco e beige. Rose, candele, passamanerie antiche, nastri, stelle.
Poi abbiamo aperto i regali: il Moschettiere ha ricevuto da me un vecchio mobile verde acqua trovato da un venditore di meravigliosi oggetti d' altri tempi, un selzer vintage ( ehm ... strane collezioni ) e un buono da spendere al Brico, uno dei suoi posti preferiti.
Io, da parte sua, ho ricevuto l' India.
Vedere questo paese ( Jaipur in particolare, la citta' rosa ) era uno dei miei sogni, ma ho sempre rimandato questo viaggio pensando di non essere pronta ad affrontarlo, pensando di dover essere piu' matura e consapevole; pensando che per carattere non avrei mai potuto affrontarla. Invece l' ho fatto, con dolore e stupore. Da madre, poi, mi faceva ancora piu' paura, perche' sapevo che avrei visto la sofferenza di molti bambini.
Dopo aver rischiato di morire per qualche pallottola vagante in Brasile e aver pregato che tutti i semafori sudafricani non diventassero rossi costringendomi a fermarmi e rischiando di essere derubata, pensavo che la poverta' fosse uguale in tutto il mondo. Pensavo che la poverta' riducesse qualsiasi essere umano nello stesso modo.
Invece mi sbagliavo. Il Moschettiere, che conosce bene l' India e che me l' ha "regalata", mi ha sempre detto che secondo lui gli indiani non hanno dignita', purtroppo.
Secondo me non e' vero, perche' morire di fame e non rubare nemmeno un' arancia o una mela dal carretto che le vende accanto a te e' dignita'.
Si', questa e' dignita'. Non puntare un coltello al collo di un turista per 10 dollari come succede in altre parti del mondo. Non spaccare il vetro di una macchina ferma al semaforo per rubare una borsa. Non minacciare, guardare male, pedinare.
No. Gli indiani ti guardano con gli occhi che piangono e vorrebbero tanto, tutti, che tu dessi loro qualche cosa. Ma non guardano la tua borsa. Ti guardano in faccia. E magari ti invidiano. Magari. Forse perche' tu hai i vestiti. Perche' tu non vivi su un marciapiede e non lavi tuo figlio con l' acqua della fogna in mezzo alla strada. Perche' tu non condividi con i topi, i cani, le capre, le mucche - sacre - quel poco che hai.
Nonostante tu abbia tutto e loro niente, non cercano di prendere quello che loro non hanno.
L' India e' indescrivibile. E' magica e tragica allo stesso tempo.
E una volta che l' hai vista, niente puo' essere piu' come prima.
Io e il moschettiere abbiamo salutato il nuovo anno da un giardino incantato di un castello antico del Rajastan, a Mandawa. Incontrato carovane di dromedari e carri che trasportavano quintali di miglio. Guardato con occhi spalancati i palazzi di Jaipur e contrattato per antichi gioielli d' argento. Ci siamo baciati sotto il Taj Mahal, meraviglioso monumento, omaggio d' amore. Girato velocissimi su un riscio' tra i vicoli della vecchia Delhi. Evitato di investire le migliaia di mucche che beatamente sostano ai semafori. Ammirato palazzi antichi - haveli - e fortezze raggiunte sul dorso di un elefante decorato. Passeggiato per i coloratissimi templi del Sud e immaginato l' India coloniale degli inglesi sulla costa vicino all' antica Madras, dove abbiamo acquistato delle stoffe meravigliosamente ricamate, accanto alle future spose indiane che compravano i sari per il matrimonio. Guardato dalla macchina centinaia di casette fatte con le torte di cacca di mucca, usata per cucinare. Ammirato dipinti antichi di fiori e sculture scavate nella roccia vicino all' oceano. Lanciato i fiori di ibiscus al tempio dedicato a Kali, a Calcutta, tra fedeli piangenti, supplicanti, urlanti, in un tumulto di voci, urla, preghiere, suoni, colori. Acquistato stickers e immagini di questi Dei sempre cosi' sorridenti, rotondi, colorati. Osservato il puja, il rito della purificazione, sul fiume sacro Hoogly, dove gli abitanti di questa citta' si recano tutte le mattine per lavarsi e rendere omaggio agli Dei.
E camminato sperando che tutto quello che quella gente, quei bambini stavano vivendo non fosse vero. Che nulla ci fosse, che la poverta' non esistesse. Nemmeno i palazzi, gli elefanti, le mucche, il miglio, le banane, i templi, il fiume, i marciapiedi delle citta'.
Che nulla ci fosse, perche' così quella poverta' non esisterebbe.
L' India:



7 commenti:

Rox ha detto...

wow che spettacolo!era da un pò che nn ti leggevo e devo dirti che mi è mancata questa cosa.Baci,Rox

caia coconi ha detto...

bentornata cara e buon anno.
meraviglioso questo racconto, per un attimo son volata via.

beba ha detto...

Non ci credo... ti ha fatto vivere il tuo sogno....
ah ( sospiro) che persona stupenda.
Sono tanto tanto contenta per te

Se ha detto...

Che bello il tuo racconto... si sente che siete stati bene.
Che voglia di India che mi hai lasciato!
Ti ha fatto un regalo bellissimo!
e bravo il moschettiere!

EricaML ha detto...

Si anche io per un pò ho sognato.
Grazie

Snezana ha detto...

Ma è meraviglioso il tuo racconto è cosi bello, ho visto tutto davanti ai miei occhi...che posti stupendi,che colori e profumi...non ho parole.

Elisa Stocco ha detto...

Quanta passione e quanta emozione nel tuo racconto, deve essere stato un viaggio importante e significativo. Avrei anch'io la tua stessa paura nell'affrontare un paese così tragicamente povero, ti credo quando dici che niente può essere come prima.
Buon anno