lunedì 11 novembre 2013

Occhi che ridono

Oggi c'è vento ma non si vede nemmeno una nuvola. È uno di quei giorni in cui si sente quasi il profumo dell'aria pulita.

Sabato pomeriggio è arrivato Turbo, un pointer magrissimo e sofferente che abbiamo preso nella pensione in cui era finito dopo che il suo padrone -cacciatore- lo aveva maltrattato.
Si vedono tutte le ossa e non riesce a sedersi, ma è bravissimo, soprattutto a fare l'ombra del Moschettiere e il cane da riporto con i bambini.
Tosca ha un po' paura di Turbo e non si capisce perché. 

Francesco è felice. 
È felice, gli ridono gli occhi. 
Dai, cosa c'è di più bello di un bambino a cui ridono gli occhi?

In questi giorni sto raccogliendo le foglie cadute per metterle nei sacchi e farne concime. 
È un lavoro rilassante, a parte quando le galline si mettono in mezzo e bisogna cacciarle correndo. 
Con Francesco e i suoi amici aspetto che il sacco sia pieno di foglie per sedermici sopra e vedere se scoppia. 
In effetti, la maggior parte delle volte succede e si deve rifare il lavoro.
A noi, però, non interessa, almeno ci siamo fatti una risata.

P.s. Che poi noi siamo bravi a farci delle risate (e ad inventare cose, queste cose)



2 commenti:

Milkfree ha detto...

E poi i cacciatori si vantano di quanto amino i loro cani..
Fortunato Turbo che è arrivato in un posto sereno!

Pellegrina ha detto...

Francesco è proprio un ometto, ormai. (Ma che ha detto di Totoro?)
Mi dispiace leggerti così poco, sembri rintanata da troppo tempo. E il tuo libro, è stato stampato finalmente? E le duecento rose?
Un saluto parigino
P.S.: non posso dire nulla sugli occhi che ridono perché mi pungono il cuore di nostalgia. Ma sono una meraviglia :-)