mercoledì 2 novembre 2011

One night in Istanbul

Quella notte - quella in cui le zucche si animano di spiriti e le streghe si sentono libere, in cui tutti colgono l' occasione per trasformarsi in quello che non sono - ecco, quella è una di quelle notti in cui io non festeggio.
Quella notte di 14 anni fa mi ero vestita a festa e mi sono anche messa i brillantini sulle palpebre. Tutti mi guardavano male perché i brillantini non si usavano.
Quella - questa notte l' ho trascorsa a Istanbul, quest' anno. E ci ho pensato meno.
Mi sono fumata una sigaretta mangiando gelato e frutta, con due uomini davanti che si gustavano un sigaro.
(Quando il Moschettiere si fuma il sigaro, a me fa impazzire).
E poi mi sono avvolta in una sciarpa di maglia e pizzo che, a dire il vero a me non piaceva molto. Ma il Moschettiere ha detto che mi stava bene, con i capelli sciolti.
{In ogni caso, ci ho pensato meno, papà, ma ci/ti ho pensato}

8 commenti:

erounabravamamma ha detto...

oh cara! ti abbraccio.

franci e vale ha detto...

Ti capisco bene. Un bacio.

Mellon Collie ha detto...

Che il dolore, pur senza scomparire, lasci sempre più spazio ad una dolce malinconia.
Una carezza

Improvvisamente in quattro ha detto...

Ti abbraccio...

Marta ha detto...

non riesco a trovare le parole che vorrei.

quindi sto QUI in silenzio.

Elisa Stocco ha detto...

Un abbraccio forte e tanti baci!!

Pellegrina ha detto...

Triste... un abbraccio!

Pellegrina ha detto...

La perdita di chi si è veramente amato non si dimentica neanche dopo anni. Si attutiscono ma non passano. Complimenti per la sciarpa di pizzo sui capelli sciolti. Se non altro Istanbul è una bellissima città... aiuta essere un in un posto bello. (Quando morì il mio amatissimo nonno mi misi un vestito bianco con la cintura rossa e una minuscola coccarda nera di raso sulla giacca bianca. Perché lui vestita di nero proprio non mi sopportava. Ti abbraccio.)