IL PESCE SPADINO
Premessa …
La favola del pesce spadino non è scritta in nessun libro, non è un cartone animato di successo, né parte di una raccolta famosa di fiabe … nasce semplicemente dalla mente di mio padre Angelo che ha cominciato a raccontarmela fin da quando avevo l’ età per sognare ad occhi aperti.
Questa è la prima volta che viene buttata giù su un pezzo di carta e tramandata; l’ ho fatto in occasione del primo compleanno di mio figlio e questo è il mio regalo per lui: una favola inventata dal nonno che non ha mai conosciuto che gli permetta di incominciare a sognare e viaggiare ad occhi aperti come una volta ha fatto la sua mamma …
Se siete grandi o piccini non importa … prendetevi cinque minuti e provate a farlo anche voi immaginando il fondo del mare…
Con affetto, Paola
IL PESCE SPADINO E LA BOCCA DELLA BALENA
Sul fondo dell’ oceano al largo dell’ esotica isola di Praslin, dove le sfumature di colore passano dal verde acqua al blu talmente blu che più blu non si può, viveva con la sua famiglia un pesce spadino …
Ogni mattina il suo papà pesce spadone lo caricava per portarlo a scuola sul suo piccolo sottomarino e attraversava la città subacquea piena zeppa di pesciolini ancora sonnolenti, mante eleganti, cavallucci marini zompanti e meduse danzanti … il pesce spadino adorava guardare fuori dall’ oblò gli abitanti del mare pronti per una nuova giornata di lavoro.
I polipi dirigevano il traffico, i pesci siluri facevano da taxi, le murene erano state attrezzate come bus ( esistevano anche versioni panoramiche a due piani ) e i pesci trombetta setacciavano la città strombazzando alla vista di una balena. In caso di allarme tutti correvano a rifugiarsi nelle grotte custodite dai coraggiosi ciccioni pesci palla che, mettendosi vicini vicini, formavano una barriera talmente fitta da essere inattaccabile persino dai denti aguzzi dei pescecani.
In una di quelle mattine in cui il mare in superficie era in tempesta ma talmente in tempesta che più in tempesta di così non si poteva, le trombette suonarono e cominciò la solita confusione … tutti gli abitanti del fondo del mare si misero a nuotare di qua e di là in direzione delle grotte/nascondiglio.
Nello scompiglio generale il pesce spadino si ritrovò nel bel mezzo di un gruppo di tartarughe lente ma talmente lente che più lente di così non si poteva. Quando finalmente riuscì ad uscire dal branco il pesciolino capì che la grotta era ormai troppo lontana e che, soprattutto, era già stata bloccata dalla impenetrabile barriera dei pesci palla … oh oh … e ora???
Il pesce spadino si girò e rigirò su se stesso pensando nel frattempo a come utilizzare il suo spadino per spaventare ed infilzare un’ eventuale avversario, ma non fece nemmeno in tempo a capire cosa stesse succedendo che si ritrovò faccia a faccia con un’ enorme, gigantesca, megagalattica bocca di balena che stava tirando verso di sé tonnellate di litri d’ acqua costellate di plancton.
In men che non si dica il pesce spadino era proprio dentro la buia bocca della temutissima balena anche se, fortunatamente, era stato sbalzato nel laghetto che si trovava sotto la sua lingua e non rischiava di essere inghiottito. All’ improvvisò cominciò a pensare agli amici e alla sua famiglia: al papà e alla mamma che lo amavano da impazzire, alle nonne, abilissime nel fare la maglia con le loro spade, al nonno, che lo portava sempre sulla sua splendida sub-bicicletta, agli zii e alle cuginette, da cui andava a giocare a tiro dell‘ alga tutti i pomeriggi …
La balena, nel frattempo, non si muoveva molto. Sicuramente, dopo il bel spuntino stava schiacciando un pisolino … il pesce spadino provò ad urlare ma ogni tentativo risultò vano perché la sua esile vocina veniva coperta dai gorgoglii provenienti dallo stomaco dell’ animale.
Determinato nel non voler rimanere in quel luogo un minuto di più, decise di utilizzare la sua arma segreta o, meglio, il suo asso nella pinna ( che in realtà non era poi così nascosto ): il suo spadino!
Cominciò a picchiettare qua e là il fondo della bocca della balena tentando di pungerla ma … niente da fare, la sua pellaccia era più dura di quel che aveva immaginato … come aveva fatto Pinocchio ad uscire dalla pancia della balena??? Quando, tutte le sere, la mamma e il papà arrivavano a quel punto della fiaba lui era già nel mondo dei sogni e non poteva sapere quindi come andava a finire.
Un pensiero dopo l’ altro, cullato dai dolci lenti movimenti della balena, che si stava facendo trasportare dalle fresche correnti marine, il pesce spadino provò a seguire i ritmi della balena ma, nel tentativo di coricarsi su un lato per dormire, il suo spadino toccò il fondo della bocca e le provocò un profondo taglio! La balena si svegliò un po’ arrabbiata, spalancò la bocca e sbalzò fuori il pesce spadino che, di nuovo nel mare, si ritrovò esattamente di fronte ai suoi occhi giganti e contornati da tante piccole conchigliette, sue amiche.
La balena, inaspettatamente, cominciò a ridere forte, ma talmente forte che più forte di così non si poteva! Rideva alla vista di quell’ esserino così piccolo che le si incrociavano gli occhi per guardarlo. Emise qualche suono ma il pesce spadino, tremante per la paura, non capì nulla di quel che la balena stesse cercando di dirgli ( e chi le capisce le balene?!?!? ) …
Improvvisamente la balena abbassò il muso invitando il pesciolino a salire sul suo dorso … una volta che il pesce spadino fu sulla schiena della balena, questa cominciò ad andare veloce, ma talmente veloce che più veloce di così non si poteva e il pesciolino, attanagliato al corpo dell‘ animale come le conchigliette, giurò che non le avrebbe mai più prese in giro … che brutta vita, sempre con l’ aria … oooops … l’ acqua in faccia a quella velocità!
Il pesciolino riconobbe in lontananza la sua sub-città e sentì ovviamente il suono delle trombette-allarme.
Avvicinandosi, scese dal dorso della balena e le fece cenno di seguirlo … la città era nel panico! Non era mai successo che una balena fosse andata così vicina alle mura! Il pesce spadino cominciò ad urlare chiamando i suoi concittadini e dicendo loro di avvicinarsi.
La sua famiglia, preoccupata, arrivò per prima con le lacrime di gioia agli occhi e si mise in prima fila. Schiacciando l’ occhiolino al suo papà, il pesciolino risalì il corpo della balena fino in cima e da lì raccontò a tutti che la balena non era stata cattiva con lui, anzi … l ‘aveva persino riaccompagnato a casa!
A partire da quel giorno, ormai disoccupati, i pesci trombetta cominciarono a correre incontro alle balene che avvistavano chiedendo loro un passaggio per una gita ad alta velocità tra le correnti marine e provando l’ ebbrezza dell’ aria … oooops … dell’ acqua in faccia …
E il pesce spadino??? … Le sue avventure non finiscono qua …
La favola del pesce spadino non è scritta in nessun libro, non è un cartone animato di successo, né parte di una raccolta famosa di fiabe … nasce semplicemente dalla mente di mio padre Angelo che ha cominciato a raccontarmela fin da quando avevo l’ età per sognare ad occhi aperti.
Questa è la prima volta che viene buttata giù su un pezzo di carta e tramandata; l’ ho fatto in occasione del primo compleanno di mio figlio e questo è il mio regalo per lui: una favola inventata dal nonno che non ha mai conosciuto che gli permetta di incominciare a sognare e viaggiare ad occhi aperti come una volta ha fatto la sua mamma …
Se siete grandi o piccini non importa … prendetevi cinque minuti e provate a farlo anche voi immaginando il fondo del mare…
Con affetto, Paola
IL PESCE SPADINO E LA BOCCA DELLA BALENA
Sul fondo dell’ oceano al largo dell’ esotica isola di Praslin, dove le sfumature di colore passano dal verde acqua al blu talmente blu che più blu non si può, viveva con la sua famiglia un pesce spadino …
Ogni mattina il suo papà pesce spadone lo caricava per portarlo a scuola sul suo piccolo sottomarino e attraversava la città subacquea piena zeppa di pesciolini ancora sonnolenti, mante eleganti, cavallucci marini zompanti e meduse danzanti … il pesce spadino adorava guardare fuori dall’ oblò gli abitanti del mare pronti per una nuova giornata di lavoro.
I polipi dirigevano il traffico, i pesci siluri facevano da taxi, le murene erano state attrezzate come bus ( esistevano anche versioni panoramiche a due piani ) e i pesci trombetta setacciavano la città strombazzando alla vista di una balena. In caso di allarme tutti correvano a rifugiarsi nelle grotte custodite dai coraggiosi ciccioni pesci palla che, mettendosi vicini vicini, formavano una barriera talmente fitta da essere inattaccabile persino dai denti aguzzi dei pescecani.
In una di quelle mattine in cui il mare in superficie era in tempesta ma talmente in tempesta che più in tempesta di così non si poteva, le trombette suonarono e cominciò la solita confusione … tutti gli abitanti del fondo del mare si misero a nuotare di qua e di là in direzione delle grotte/nascondiglio.
Nello scompiglio generale il pesce spadino si ritrovò nel bel mezzo di un gruppo di tartarughe lente ma talmente lente che più lente di così non si poteva. Quando finalmente riuscì ad uscire dal branco il pesciolino capì che la grotta era ormai troppo lontana e che, soprattutto, era già stata bloccata dalla impenetrabile barriera dei pesci palla … oh oh … e ora???
Il pesce spadino si girò e rigirò su se stesso pensando nel frattempo a come utilizzare il suo spadino per spaventare ed infilzare un’ eventuale avversario, ma non fece nemmeno in tempo a capire cosa stesse succedendo che si ritrovò faccia a faccia con un’ enorme, gigantesca, megagalattica bocca di balena che stava tirando verso di sé tonnellate di litri d’ acqua costellate di plancton.
In men che non si dica il pesce spadino era proprio dentro la buia bocca della temutissima balena anche se, fortunatamente, era stato sbalzato nel laghetto che si trovava sotto la sua lingua e non rischiava di essere inghiottito. All’ improvvisò cominciò a pensare agli amici e alla sua famiglia: al papà e alla mamma che lo amavano da impazzire, alle nonne, abilissime nel fare la maglia con le loro spade, al nonno, che lo portava sempre sulla sua splendida sub-bicicletta, agli zii e alle cuginette, da cui andava a giocare a tiro dell‘ alga tutti i pomeriggi …
La balena, nel frattempo, non si muoveva molto. Sicuramente, dopo il bel spuntino stava schiacciando un pisolino … il pesce spadino provò ad urlare ma ogni tentativo risultò vano perché la sua esile vocina veniva coperta dai gorgoglii provenienti dallo stomaco dell’ animale.
Determinato nel non voler rimanere in quel luogo un minuto di più, decise di utilizzare la sua arma segreta o, meglio, il suo asso nella pinna ( che in realtà non era poi così nascosto ): il suo spadino!
Cominciò a picchiettare qua e là il fondo della bocca della balena tentando di pungerla ma … niente da fare, la sua pellaccia era più dura di quel che aveva immaginato … come aveva fatto Pinocchio ad uscire dalla pancia della balena??? Quando, tutte le sere, la mamma e il papà arrivavano a quel punto della fiaba lui era già nel mondo dei sogni e non poteva sapere quindi come andava a finire.
Un pensiero dopo l’ altro, cullato dai dolci lenti movimenti della balena, che si stava facendo trasportare dalle fresche correnti marine, il pesce spadino provò a seguire i ritmi della balena ma, nel tentativo di coricarsi su un lato per dormire, il suo spadino toccò il fondo della bocca e le provocò un profondo taglio! La balena si svegliò un po’ arrabbiata, spalancò la bocca e sbalzò fuori il pesce spadino che, di nuovo nel mare, si ritrovò esattamente di fronte ai suoi occhi giganti e contornati da tante piccole conchigliette, sue amiche.
La balena, inaspettatamente, cominciò a ridere forte, ma talmente forte che più forte di così non si poteva! Rideva alla vista di quell’ esserino così piccolo che le si incrociavano gli occhi per guardarlo. Emise qualche suono ma il pesce spadino, tremante per la paura, non capì nulla di quel che la balena stesse cercando di dirgli ( e chi le capisce le balene?!?!? ) …
Improvvisamente la balena abbassò il muso invitando il pesciolino a salire sul suo dorso … una volta che il pesce spadino fu sulla schiena della balena, questa cominciò ad andare veloce, ma talmente veloce che più veloce di così non si poteva e il pesciolino, attanagliato al corpo dell‘ animale come le conchigliette, giurò che non le avrebbe mai più prese in giro … che brutta vita, sempre con l’ aria … oooops … l’ acqua in faccia a quella velocità!
Il pesciolino riconobbe in lontananza la sua sub-città e sentì ovviamente il suono delle trombette-allarme.
Avvicinandosi, scese dal dorso della balena e le fece cenno di seguirlo … la città era nel panico! Non era mai successo che una balena fosse andata così vicina alle mura! Il pesce spadino cominciò ad urlare chiamando i suoi concittadini e dicendo loro di avvicinarsi.
La sua famiglia, preoccupata, arrivò per prima con le lacrime di gioia agli occhi e si mise in prima fila. Schiacciando l’ occhiolino al suo papà, il pesciolino risalì il corpo della balena fino in cima e da lì raccontò a tutti che la balena non era stata cattiva con lui, anzi … l ‘aveva persino riaccompagnato a casa!
A partire da quel giorno, ormai disoccupati, i pesci trombetta cominciarono a correre incontro alle balene che avvistavano chiedendo loro un passaggio per una gita ad alta velocità tra le correnti marine e provando l’ ebbrezza dell’ aria … oooops … dell’ acqua in faccia …
E il pesce spadino??? … Le sue avventure non finiscono qua …
Nessun commento:
Posta un commento