venerdì 17 aprile 2009

il tempo, le distanze e le cose che si muovono in segreto

Ma nulla è costante. In segreto, lentamente, le cose si muovono. In meglio o in peggio. Basta aspettare.
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Belva Plain

Spesso nella mia vita ho desiderato la staticità. Spesso, ma non per lunghi periodi, solo per pochi istanti. Pochi istanti in cui ero convinta che stando ferma in un punto la felicità mi avrebbe raggiunto. Ma poco dopo, senza nemmeno testare questa teoria, la mia indole "avventuriera" mi riportava alla realtà, la mia realtà, quella di una bambina, ragazza, donna che ferma non sa stare, che non ha la pazienza di aspettare che le cose si muovano, in segreto, lentamente.
Nella mia vita ho sempre cambiato velocemente, per mia volontà o per caso ( o anche culo a volte ): ho deciso di sposarmi in dieci giorni e di assaporare questa felicità intimamente, su un' isola tropicale a cinquemila kilometri di distanza perchè mi sentivo libera e felice di avere un segreto; ho desiderato un figlio e solo dopo un mese ho visto le fatidiche due lineette colorarsi di rosa; ho voluto rendere partecipi i miei cari della gioia della creazione di una nuova famiglia organizzando l' evento in un solo mese allattando, svezzando e non dormendo ... ma ... quando ho deciso di lasciarmi tutto alle spalle ho aspettato troppo. E gli eventi mi hanno travolta troppo in fretta. Quel che erano le mie sensazioni di mesi sono state portate via in un istante in una stanza di tribunale che sembrava il salotto di Ronald Reagan. Così freddo, così preciso, così standardizzatamente americano ( lo so, lo so, capisco che non avrei potuto aspettarmi maschere africane appese alla parete o lampade vintage degli anni '50 comprate da "chiediallapolvere" ).


Tutti questi passi, questi scalini da salire sono stati accompagnati da persone diverse, che andavano, venivano, giravano intorno a me. Quasi mai le stesse nello stesso momento. O meglio, le stesse persone ma a distanze diverse.


Chissà come mai quando sei giovane e guardi "Sex and the city" sogni di vivere a New York ( quello anche adesso, tutta la vita ), avere tre amiche con cui andare a fare shopping, fare lunghe colazioni, raccontarsi del sesso della notte prima e farti accompagnare ovunque, ad una visita medica, in ospedale perchè hai le doglie, in tribunale perchè ti stai separando.

Ma poi cresci e ti rendi conto che già abitando nell' hinterland milanese parti svantaggiato e il sesso è molto più deludente di quanto avessi immaginato da adolescente e non hai di certo voglia di raccontarlo la mattina dopo.

E poi le grandi svolte della tua vita, che decidi di vivere da sola, perchè ti senti forte, perchè spiegare quello che provi è troppo complicato e ti vergogni anche a pensarlo, perchè le distanze sono cambiate, le pedine si sono spostate, perchè salire i gradini del tribunale da sola è quello che ti serve in quel momento per trovare la forza.

Non è come in "Sex and the city", no. Dove le quattro amiche buttano fuori tutti i loro sentimenti davanti alle frittelle della colazione.

E' vero, le mie amiche, a distanze diverse, ci sono sempre state. Mi hanno capita nel mio strano modo di essere, quando mi sono sposata in segreto, quando ho gridato a gran sospresa di essere incinta ( nessuno se l' aspettava visto che Francesco è stato concepito tra un viaggio in Sud Africa e un altro in Brasile ), quando mi sono "risposata" e l' ho dichiarato talmente poco tempo prima che loro, le mie testimoni, non sono nemmeno riuscite a trovare un abito uguale come avevo chiesto e ...
e quando ho deciso di affrontare da sola il buio dei miei dubbi.
Le mie amiche ci sono. Ci sono come c' erano allora.

Se Marta mi ha truccata al mio matrimonio, Laura mi ha sgridata perchè "non potevo andare in chiesa a piedi" o, ancora peggio, senza calze; se Marta mi ha piazzato in faccia la cruda realtà tante volte, Laura mi ha suggerito di guardare solo l' amore e di non soccombere mai se c' è quello e solo quello; se Marta mi ha accompagnato spesso per mercatini vintage, Laura ha scoperto con me la Milano degli anni '90 e le sue discoteche che a noi sedicenni volevano dire di no; se Marta mi regala una lettera, Laura mi regala una telefonata; se Marta aspetta di prendere l' aereo per andare dal suo amore lontano, Laura aspetta a casa il suo centauro; se Marta l' ho conosciuta perchè all' esame di Russo I aveva degli stivaletti davvero belli, Laura era la mia amica dei week-end da diciottenni a Iseo con la maglia comprata assieme e la foto con le mani sotto al mento. Forse l' unica foto in cui sorrido, mannaggia ai miei zigomi.

Anche adesso si trovano a distanze diverse da me. E mi dicono cose diverse, guardandomi e parlandomi diversamente.

In segreto, lentamente, ci muoviamo e ci giriamo intorno, come ciò che ci succede. Nel frattempo altri uomini, altre amicizie, altre storie si affacciano sulle nostre vite. Staremo a vedere.

Una cosa però lasciatemela dire ragazze: come testimoni portate proprio sfiga. Anche a causa vostra ora mi ritrovo ad improvvisare sedute di yoga ( seeeempre e solo nella posizione dell' albero ) e bordi di lenzuolini al punto croce.

Adesso che mi ci fate pensare, anche le amiche di Carrie di "Sex and the city" le hanno portato una gran sfiga al matrimonio. Ma poi l' hanno accompagnata in una rimediata "luna di miele" in Messico. Beh, siete in debito di un viaggio. Dai, Lou, tu sei anche nel settore ...
Vi voglio bene, ragazze.

3 commenti:

Snezana ha detto...

Saranno contente le tue amiche a leggere questo post,io ne sarei contentissima.

Paola ha detto...

L'amicizia è l'unica cosa a cui è difficile rinunciare specie se legate da una forte complicità...
Gli amici non si vedono soltanto nel momento del bisogno ma sempre anche con un semplice ciao...
Ciao Paola sono contenta di esserti stata utile per risolvere il problema del contatore... ti ringrazio di averlo evidenziato in assistenza...
Se ti aggrada farmi visita sei la benvenuta...
Ti lascio una buona giornata ciao ciao

PaolaFrancy ha detto...

graze paola, sono andata a vedere il tuo blog ... beh, decisamente carino!!!
passerò ancora a farti visita! e grazie ancora per l' aiuto! ciao, paola